Riposare bene vuol dire proteggere il cuore

tempo di lettura: minuti
L'insonnia mette a rischio il cuore e il cervello.
A dirlo è una ricerca apparsa su European Journal of Preventive Cardiology, che mette chiaramente in evidenza come sia chi fatica ad addormentarsi sia chi si sveglia presto di notte e non riesce a ricadere tra le braccia di Morfeo può andare incontro ai rischi. Dopo aver ricordato che un valido aiuto per l'insonnia occasionale, magari legata al sopraggiungere del caldo estivo o ai cambiamenti dei ritmi legati alla bella stagione, può venire dai farmaci di automedicazione ad azione blandamente sedativa, cerchiamo di capire quali sono i rapporti tra disturbi del sonno e cuore. Stando alla ricerca, che ha preso in esame i risultati di diversi studi ed è stata coordinata da Qiao He della China Medical University, sono stati esaminati i risultati relativi a oltre 160.000 persone, seguite per periodi diversi che sono arrivati in alcuni casi anche alla soglia dei 30 anni.
I risultati mostrano chiaramente come esistano associazioni tra la mancanza e la cattiva qualità del sonno (difficoltà ad addormentarsi, a dormire un numero di ore congruo e abitudine a svegliarsi stanchi con la sensazione di avere avuto un riposo poco ristoratore) e eventi come infarto e ictus. Chi presenta questi problemi, che possono comunque essere contrastati con una valida igiene del riposo e affrontando il problema, soprattutto se di lunga durata, con un congruo supporto medico, tende infatti ad aumentare il rischio di andare incontro a problemi di salute. Probabilmente il legame tra le diverse situazioni andrebbe ricercato nelle alterazioni che l'insonnia induce sul metabolismo e sulla sintesi degli ormoni, oltre che sull'azione che gioca nei confronti dell'infiammazione, facilitandone l'insorgenza. Una buona notizia c'è invece per le allodole, che si svegliano presto: in questo caso pare che il rischio per cuore e cervello non ci sia.