fbpx
Ciao, sono bollino!

Influenza stagionale, come riconoscerla e come combatterla

Tempo di lettura: 4 minuti

In questi mesi, purtroppo, siamo ancora vivendo in piena pandemia dovuta alla diffusione del Covid-19. Ed è ovvio che ogni volta che si presenta un sintomo di un’infezione delle vie respiratorie, il pensiero corre subito al virus Sars-CoV-2 e alla patologia che provoca, appunto il Covid-19. Eppure non bisogna dimenticare che l’influenza, dopo essere praticamente sparita lo scorso anno anche grazie alla campagna di vaccinazione e alla messa in atto di misure di protezione individuale, a partire dalle mascherine, in questi mesi potrebbe diventare un ulteriore problema di stagione. 

I sintomi dell’influenza stagionale: come distinguerli

La grande sfida, in queste settimane, è proprio quella di provare a distinguere la classica influenza di stagione dal Covid-19. L’unico modo certo per fare una diagnosi differenziale è sottoporsi ad un tampone, ma, prima, deve essere il medico di famiglia a definire il quadro patologico che ci sta mettendo ko. Infatti, il medico può, rispetto alla sintomatologia riferita, alla conoscenza delle nostre caratteristiche e della nostra condizione clinica e rispetto anche al nostro stato di rischio rispetto al Covid-19 (p.es. frequentazione di un caso accertato o sospetto) dare preziose indicazioni su come gestire al meglio la situazione.

Per non andare subito in allarme è bene però ricordare che il freddo porta con sé sindromi da raffreddamento e influenza. Quando si parla di “vera influenza” e non di quadri legati ai tanti virus che possono circolare in questa stagione, si verificano contemporaneamente tre condizioni:

  1. Insorgenza brusca di febbre oltre i 38° (di solito, in caso di sindromi da raffreddamento la temperatura non si altera o se si altera, non supera i 38°)
  2. Presenza di almeno un sintomo sistemico (dolori muscolari/articolari) 
  3. Presenza di un sintomo respiratorio (tosse, naso che cola, congestione/secrezione nasale, mal di gola).

La momentanea perdita (anosmia) o diminuzione dell’olfatto (iposmia), la perdita (ageusia) o alterazione del gusto (disgeusia), sono, invece, tipici del Covid-19 e non presenti in caso di influenza stagionale. Attenzione anche ai bambini: se assistiamo al verificarsi di un unico sintomo respiratorio, è verosimile che siamo di fronte a malanni di stagione; se, invece, se ne verifica più di uno contemporaneamente, è consigliabile fare ulteriori accertamenti confrontandosi con il proprio pediatra di fiducia.

Cosa succede con l’influenza stagionale

Quando siamo entrati in contatto con il virus, che sceglie le vie respiratorie come propria “abitazione” ideale per replicarsi, l’incubazione varia da uno a tre giorni. Poi iniziano i disturbi, quasi sempre con la febbre alta che si associa spesso a cefalea, brividi, fastidi agli occhi e soprattutto una sensazione di malessere con debolezza muscolare. In genere i sintomi durano da tre a cinque giorni: la febbre cala con un comune antipiretico ma può risalire alla fine dell’effetto del farmaco. Questo è più o meno il percorso che si presenta nella persona adulta che ha contratto il virus influenzale. Ma ci sono casi in cui la situazione si può modificare, soprattutto nei bimbi molto piccoli e negli anziani. Nei neonati i sintomi sono spesso meno facili da interpretare, e frequentemente possono essere presenti inappetenza, difficoltà respiratorie e uno stato di intensa prostrazione, mentre il rialzo termico può essere meno spiccato. La situazione cambia nei piccoli di età compresa tra 1 e 5 anni, quando la febbre è invece elevata, la sonnolenza e la tosse sono molto intense e può esistere il rischio di convulsioni febbrili. Negli anziani, infine, i sintomi sono a volte meno intensi perché la risposta febbrile appare meno spiccata. 

Come comportarsi in caso di influenza stagionale

Per giocare d’anticipo la vaccinazione è il mezzo migliore per prevenire l’influenza. Riesce infatti a prevenire completamente l’infezione in una significativa percentuale di persone e, comunque, contribuisce a ridurre il rischio di complicazioni, spesso legate ad infezioni batteriche che possono risultare molto serie, anche mortali, specie nelle persone a maggior rischio perché più deboli sotto l’aspetto immunologico. Per questo motivo la vaccinazione viene offerta ad alcune categorie di individui. In particolare agli anziani, ai bambini, ai malati di cuore, in chi soffre di malattie respiratorie croniche o renali, oltre che in chi ha il sistema immunitario che non funziona a dovere. In questi individui infatti l’influenza si può complicare più facilmente, dando il via a infezioni respiratorie potenzialmente gravi, causate da batteri. 

Per il resto ricordiamo sempre che l’influenza è una malattia autolimitante. Quindi passa da sola, al massimo in una settimana, se non compaiono complicazioni. Per affrontarla ci vuole quindi riposo al caldo, facendo attenzione agli sbalzi di temperatura, e una dieta leggera ricca di liquidi. Il che significa via libera e spremute di frutta, minestre di verdura e altri cibi leggeri e digeribili, senza esagerare con i grassi di condimento. Non solo: il consumo regolare di spremute di agrumi, ricche di vitamina C (attenzione però, ricordate che frullati e spremute vanno preparati al momento, altrimenti la vitamina si disperde rapidamente!) può essere d’aiuto. Infine, non dimentichiamo il consiglio di pensare ai farmaci di automedicazione per alleviare i sintomi ricordando che questo inverno oltre all’automedicazione responsabile, è necessario anche un comportamento ancor più responsabile contro il Covid-19. In caso di sintomi respiratori, bisogna – per cautelare gli altri oltre che per la propria salute – rimanere in casa e isolarsi dagli altri, non andare al Pronto Soccorso né presso gli studi medici ma chiamare al telefono il medico di famiglia per verificare la situazione. Per il resto, rimane importante gestire e alleviare i sintomi senza azzerarli grazie al ricorso corretto ai medicinali di automedicazione, riconoscibili grazie al bollino rosso che sorride sulla confezione. Mai ricorrere gli antibiotici se pure si hanno in casa e sono stati usati in situazioni simili perché devono essere utilizzati solo ed esclusivamente dietro diagnosi e prescrizione medica.