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Per trasmettere il virus “basta la parola”

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per trasmettere il virus basta la parola

“Basta la parola”, ripeteva una pubblicità di qualche decennio orsono, quando ancora esisteva Carosello. Oggi quello slogan potrebbe diventare di nuovo realtà, con gli ultimi “attacchi” dell’influenza che ha colpito duro in questo inverno. Per quanto la diffusione del virus tenderà progressivamente a scemare nel corso delle prossime settimane, non pensate che solo sonori starnuti e rumorosi colpi di tosse possano far passare i virus dell’influenza da una persona all’altra. Ci vuole molto meno perché l’inluenza, i cui sintomi fortunatamente possono essere controllati con i farmaci di automedicazione “emigri” da una persona all’altra. Basta semplicemente parlare o anche solo respirare perché possa avvenire il contagio. A dirlo è una ricerca apparsa sulla rivista dell’Accademia nazionale delle scienze degli Stati Uniti. Nell’indagine gli scienziati del Massachussetts Institute of Technology (MIT) hanno preso in esame più di 140 persone, cui è stato chiesto semplicemente di respirare normalmente per mezz’ora in un dispositivo inspirando l’aria circostante. I volontari, tutti con l’influenza in fase iniziale, quindi con sintomi come febbre alta, mal di gola, spossatezza e mal di testa potevano tossire o starnutire. Inoltre dovevano parlare nel “tubo” di registrazione. Alla fine della ricerca la sorpresa. Se è vero che tossendo o starnutendo aumenta la diffusione dei virus, visto che vengono “lanciati” con grande forza nell’ambiente, anche semplicemente parlando la trasmissione dei virus stessi appare efficace almeno nel 40 per cento dei casi. Consiglio pratico: se fate i conti con la “coda” dell’influenza e se i virus vi attaccano, non fate gli eroi. Mettetevi a riposo, fate un’alimentazione leggera ed impiegate i farmaci di automedicazione per lenire i sintomi. Soprattutto non dimenticate che potreste essere “untori” involontari, in particolare nei primi giorni dell’infezione. Come ricordano gli studiosi americani “basta la parola!” Quando un bacio ti ammala