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Quando la musica ti cura

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la musica ti cura
    

La musica aiuta a star meglio, ma per qualcuno ci vuole la magia! Da una ricerca inglese sembra che le opere di Mozart, Haydn e Bach abbiano un effetto positivo sui clienti al ristorante. Certe musiche influenzano addirittura la velocità e l’attenzione con cui ci muoviamo tra gli scaffali del supermercato e, giocando sul sottofondo, si riesce perfino a far uscire gli spettatori dal cinema più velocemente. Il motivo? Il ritmo detta le regole della musica come pure del nostro organismo. Si pensi solo ai battiti del cuore, al respiro, alla deambulazione e alle variazioni dei livelli ormonali nel sangue. Non a caso la musica viene a volte utilizzata per combattere lo stress e amplificare il benessere. L’effetto “terapeutico” della musica sulla salute è stato intuito sin dall’antichità. Infatti, ci sono medicine tribali nel mondo che puntano sull’azione della musica unita a quella di erbe o altri composti che possono avere influssi sulla psiche, per cercare di riconoscere come nasce un disturbo e quindi poi curarlo. Si crea insomma una sorta di “accoppiata” che appare di grande utilità, e lega insieme la musica e la magia. Questo è quanto accadeva ad esempio per gli antichi guaritori aztechi.  Il “mago-medico” in Messico utilizzava il bulto, uno speciale contenitore che può avere al suo interno composti vari, dall’amapla, ottenuta dalla corteccia di un albero del centro America, alle piume di pappagallo, dalle uova di anatra, all’incenso e ai semi di cacao. Grazie all’azione di questi composti il guaritore entrava in uno stato di semi-incoscienza e cantava una nenia fatta di antichi versetti aztechi. Il ritmo del canto aiutava il guaritore ad “entrare in connessione” con il paziente attraverso “visioni” che gli suggerivano “consigli” su come svelare i disturbi del paziente.