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Quando il corpo va in fiamme: il calore e i suoi effetti sull’organismo. Parola alla dott.ssa Carolina Carosio

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Un’area molto vasta dei piccoli disturbi fa riferimento all’infiammazione, da febbrile, muscolare, a quella  che vediamo a fior di pelle (scottature, eritemi e dermatiti). Molti disturbi infiammatori sono tipici della stagione estiva, tra cui crampi, punture di insetti, scottature. Ne parliamo con Carolina Carosio, Farmacista e già Presidente Nazionale Giovani Farmacisti (Fenagifar).

Le domande

  1. Dott.ssa Carosio, un’area molto vasta dei piccoli disturbi fa riferimento all’infiammazione, come quella febbrile, muscolare, articolare, gengivale, gastrica, ma anche a quella che riguarda l’epidermide (scottature, eritemi e dermatiti). Come si legano questi piccoli disturbi alla stagione estiva?
  2. Stiamo vivendo una stagione particolare e senza precedenti, ovvero quella determinata dalla pandemia. Come ha influito, se ha influito, il Covid sull’insorgenza di questi disturbi?
  3. Quali sono i consigli per prevenire la comparsa dei disturbi infiammatori? In vista dell’estate, l’esposizione solare è sempre negativa?
  4. L’insorgenza dei disturbi infiammatori in questa stagione potrebbe essere influenzata dal cambiamento climatico in atto?
  5. Curare le infiammazioni grazie ai farmaci di automedicazione. Cosa non può mancare in casa nel kit di automedicazione contro le infiammazioni? Quali i consigli per un’esposizione al sole in sicurezza?
  6. Che ruolo svolge o potrebbe svolgere la consulenza del farmacista nella gestione dei disturbi infiammatori (e non solo)?

Le risposte

  1. I disturbi infiammatori tipici della stagione estiva sono legati al caldo, all’esposizione al sole e ai suoi effetti sull’organismo. Innanzitutto, l’aumento delle temperature può comportare una diminuzione dei sali minerali: ciò provoca disturbi quali crampi e possibili infiammazioni muscolari, che si manifestano spesso prima di coricarci, o a stati di spossatezza, che possono essere accompagnati, a loro volta, da disturbi gastrici. Con il caldo atmosferico, poi, aumenta la presenza di insetti e quindi il rischio di punture o arrossamenti, soprattutto se si trascorre più tempo all’aria aperta. Infine, la maggiore esposizione al sole durante l’estate può portare al rischio di scottature
  2. L’utilizzo della mascherina durante il Covid ha aiutato a ridurre l’incidenza non solo del virus ma anche di altre patologie respiratorie infiammatorie, come il mal di gola o il raffreddore. Con un continuo utilizzo delle mascherine, possiamo aspettarci un trend simile a quello di quest’anno anche per la prossima stagione. Se consideriamo la pandemia da un punto di vista più ampio, è opportuno sottolinearne il suo impatto psicologico. Il diffuso stato di preoccupazione, di stress e di stanchezza, oltre a una minore esposizione al sole a causa delle restrizioni, ha generato e potrebbe ancora generare un abbassamento delle difese immunitarie, e all’insorgenza di ulteriori disturbi, quali crampi, infiammazioni muscolari dovuti a una maggiore sedentarietà, e infiammazioni gengivali, come le afte, ma anche disturbi gastrici, la cui causa è appunto da ricercarsi anche in fattori psicologici oltre che biologici. È dunque fondamentale integrare la propria perdita salina per la riduzione della stanchezza e dell’affaticamento e favorire la normale funzione muscolare, unitamente all’assunzione di sostanze, come per esempio selenio, zinco e vitamina E che contribuiscono alla protezione delle cellule da stress ossidativo.
  3. In caso di piccoli disturbi infiammatori, specialmente durante l’estate, è fondamentale fare attenzione al tipo di rimedio che viene utilizzato. Ad esempio, prima di andare al mare o di esporsi a fonti di calore, è bene evitare l’applicazione di creme a uso topico su base antiinfiammatoria, quali ad esempio il ketoprofene, molto fotosensibilizzante che può provocare, in seguito ad esposizione solare, la comparsa di chiazze sulla pelle o di eruzioni cutanee, e in generale evitare l’assunzione di farmaci che possono causare fotosensibilizzazione quali, ad esempio, alcuni antibiotici, anticoncezionali (fenomeno del melasma), antidepressivi, antifiammatori, diuretici, antistaminici, cortisonici. I sintomi di una fotosensibilizzazione sono simili a quelli di un’intensa scottatura, localizzata se l’uso del farmaco è topico, diffusa se sistemico. A titolo informativo le reazioni fotosensbili si distinguono in due categorie: le reazioni fototossiche generate da interazioni tra i raggi UVA e il principio attivo del farmaco con produzione di molecole dannose per i tessuti e le reazioni fotoallergiche, che si scatenano in soggetti allergici e dopo prolungata esposizione. Risulta, quindi, di fondamentale importanza adattare l’applicazione di creme e l’assunzione di farmaci per bocca, ai nuovi cambi di abitudine che adottiamo durante la stagione estiva, mettendosi ad esempio la crema prima di coricarsi invece che nelle ore più calde. Ad ogni modo, è sempre fondamentale leggere il foglietto illustrativo e seguirne le indicazioni di corretto utilizzo.
    In caso di infiammazioni da trauma che possono portare a contusioni o dolori da botta, bisogna evitare durante l’estate l’applicazione di prodotti che producono calore, preferendo l’applicazione, ad esempio, di arnica a freddo.
    Se si soffre di disturbi quali bruciore di stomaco e di reflusso, a causa del cambio di stagione o di stress, è importante garantire un bilanciamento degli acidi dello stomaco attraverso l’aiuto di farmaci antiacidi per la protezione e la regolazione della secrezione acida dello stomaco. Per quanto riguarda l’esposizione solare, questa non è sempre negativa: se modulata può essere utile per la produzione della vitamina D, un importante immuno-moderatore che favorisce il passaggio del calcio alle ossa, di cui beneficiano tutti, specialmente i soggetti artrosici. L’esposizione al sole diventa invece sconsigliata se prolungata e senza protezione, specie per i pazienti oncologici in corso di terapia, così come bambini e anziani, che possono soffrire di colpi di calore.
  4. Ci sono buone probabilità che il cambiamento climatico influenzi l’emergenza dei disturbi legati all’infiammazione e al calore, in quanto l’innalzamento della temperatura ha una correlazione diretta con l’aumento di certe patologie cardiovascolari e respiratorie. Il cambiamento climatico e l’incidenza di disturbi respiratori correlati è stato un argomento discusso a inizio pandemia tra i possibili fattori di aumento della diffusione del virus, ed è sicuramente un tema che verrà approfondito in futuro. Il cambiamento climatico, poi, porterà a effetti collaterali come l’aumento di insetti, che possono provocare infiammazioni esterne come punture e dermatiti (in particolare le zoonosi, trasmissione uomo-animale). È bene ricordare che questi sono presenti specialmente in zone umide, stagnanti, e, per quanto riguarda i pidocchi, in luoghi di villeggiatura come i campeggi, molto frequentati durante la stagione estiva.
  5. Nel kit di automedicazione contro le infiammazioni per l’estate non può mancare una crema o cerotti anti-infiammatori, del ghiaccio secco per infiammazioni di tipo traumatico, così come disinfettanti, garze o cerotti in caso di tagli o escoriazioni. Per curare afte e infiammazioni gengivali è bene disporre di farmaci ad azione rigenerativa dell’epidermide, come quelli a base di acido ialuronico, o prodotti a base di aloe per dare sollievo. Contro infiammazioni dovute a punture di insetto, si consiglia l’utilizzo di repellenti e buone abitudini, come arieggiare spesso i locali. Per quanto riguarda le scottature, frequenti specialmente nella stagione estiva, la cura migliore è la prevenzione, che parte dall’applicazione di un’adeguata protezione solare, evitando un’esposizione nelle ore centrali della giornata, coprendo il capo, soprattutto ai bambini, e assicurandosi un’idratazione continua per prevenire la carenza di sali minerali. Quando si esce dal mare, poi, è fondamentale risciacquare il capo e il corpo con acqua dolce e non salata, poiché il salino determina una lacerazione della pelle.
  6. Le farmacie sono presidi da sempre fondamentali per l’assistenza al cittadino, un luogo in cui il farmacista è chiamato a mettersi in ascolto dei bisogni del paziente e di supportarlo, anche psicologicamente. Questo lavoro di consulenza richiede una forte educazione sanitaria e un continuo aggiornamento da parte del farmacista, per essere sempre in grado di rispondere alle esigenze. Nel contesto della pandemia, in cui le farmacie erano tra i pochi presidi aperti – penso soprattutto alla prima ondata – e gli ospedali in sofferenza, il ruolo del farmacista e delle farmacie si è notevolmente rafforzato: occupandosi del primo intervento, i farmacisti italiani sono riusciti ad alleggerire gli ospedali, supportando le persone e contribuendo alle necessità del Sistema Sanitario Nazionale.