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Scottature solari, punture di insetto, dermatiti: parola al Dott. Luigi Naldi

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La pelle è il più esteso organo del corpo umano e tra i più delicati; grazie all’approfondimento del Dott. Luigi Naldi, dermatologo Direttore dell’Unità complessa di Dermatologia dell’Ospedale San Bortolo di Vicenza e Direttore del Centro Ricerche GISED di Bergamo, possiamo trovare tutte le risposte sui piccoli disturbi che potrebbero interessare la pelle in estate.

L’eccessiva esposizione al sole può avere effetti negativi sulla nostra pelle, causando arrossamenti e vere e proprie ustioni; da non sottovalutare anche le punture d’insetto, molto frequenti in questa stagione.

Le domande

  1. Quali sono i soggetti particolarmente suscettibili agli effetti negativi del sole?
  2. Quali sono le buone norme per un’adeguata protezione solare?
  3. Quali tipi di reazioni ai farmaci può creare l’esposizione al sole?
  4. D’estate, oltre ai rischi legati alle dermatiti, si incorre in altri disturbi tra cui le punture di insetto; come difendersi?
  5. Quali sono i rimedi per le punture d’insetto?
  6. Come proteggere le piccole ferite che ci si è procurati a seguito di una puntura d’insetto?
  7. Attenzione ai nei, come posso effettuare una corretta autovalutazione?

Le risposte

  1. Le persone con pelle chiara che non si abbronza facilmente, con capelli biondi o rossi e con occhi chiari (blu o verdi) sono particolarmente suscettibili all’esposizione solare. Anche i bambini sono particolarmente vulnerabili, sia perché i loro sistemi di difesa della pelle sono meno efficienti rispetto a quelli dell’adulto, sia perché hanno una maggior superficie di pelle in rapporto al peso corporeo. Nel corso del primo anno di vita, tutti i bambini devono evitare l’esposizione diretta al sole; successivamente, è bene proteggere i più piccoli con vestiti adatti e con cappellini, riducendo così l’esposizione diretta, soprattutto durante le ore centrali della giornata (in genere, tra le ore 11 e le 15) quando i raggi UVB sono più intensi; una scottatura subita durante l’infanzia infatti può essere tra i fattori che concorrono alla formazione del melanoma nell’adulto.
  2. Le norme da applicare per proteggersi dal sole sono semplici ma fondamentali:
    • evitare l’esposizione durante le ore centrali della giornata (dalle 11 alle 15);
    • preferire le zone d’ombra quando possibile;
    • utilizzare indumenti adeguati come cappellino, maglietta, occhiali da sole (fotoprotezione);
    • utilizzare schermi solari ad alta protezione (le così dette creme solari). L’acronimo IP (a volte SPF = Sun Protection Factor, Fattore di Protezione Solare), che si trova riportato sulla confezione di uno schermo solare, designa l’indice di protezione dello schermo stesso nei confronti delle radiazioni ultraviolette B. La protezione è tanto maggiore quanto più l’IP è elevato. Oggigiorno, si usa classificare gli schermi solari in prodotti a protezione bassa, media, alta e molta alta (quest’ultima categoria comprende prodotti con IP superiore a 50). Lo schermo solare va applicato 15 – 30 minuti prima di esporsi al sole, ripetendo l’applicazione frequentemente (di regola ogni 2-3 ore).
  3. L’esposizione al sole può creare fenomeni di reazione ad alcuni farmaci che possono manifestarsi sulla pelle: sono le cosiddette “reazioni da fotosensibilità”. Si possono avere due modalità principali di reazione da fotosensibilità: reazioni di tipo fototossico, non mediate da meccanismi immunologici, e reazioni di tipo fotoallergico, mediate da meccanismi immunologici, più rare delle precedenti, nelle quali l’interazione farmaco-luce induce la formazione di un allergene e di una risposta immunitaria. I farmaci responsabili sono svariati, dai diuretici, a farmaci cardiovascolari come l’amiodarone, alle tetracicline. Tra i farmaci che più comunemente possono produrre reazioni da fotosensibilità, vi sono i farmaci anti-infiammatori non steroidei topici, impiegati nel trattamento di piccoli traumi. Per ridurre i rischi è opportuno ridurre l’esposizione solare durante l’assunzione di farmaci per via generale o locale e ricorrere al parere di un medico nel caso di comparsa di sintomi.
  4. Un’ottima modalità di difesa è senz’altro la prevenzione: durante la stagione estiva è importante evitare di favorire la riproduzione delle zanzare e dei pappataci, ricordandosi di non generare ristagni d’acqua, per esempio nei sottovasi delle fioriere. Altrettanto utili sono tutti quegli strumenti che ci permettono di mantenere gli insetti a distanza come i prodotti repellenti (ambientali o personali), il cui uso deve seguire specifiche regole:
    • applicare il prodotto solo sulle parti scoperte del corpo;
    • non utilizzare il prodotto su pelle con abrasioni o tagli;
    • evitare il contatto con gli occhi;
    • lavarsi quando si rientra all’interno dell’abitazione;
    • non utilizzare i prodotti su bambini al di sotto dei 3 anni
  5. Se i tentativi di prevenzione falliscono e si viene punti da un insetto, bisogna trattare la zona interessata al fine di evitare infezioni o peggioramenti dell’area infiammata. In genere, l’applicazione di un cubetto di ghiaccio o acqua fredda sulla cute riduce il prurito, ma anche farmaci contenenti antinfiammatori o antistaminici possono rappresentare un valido aiuto, facendo attenzione alle reazioni di fotosensibilità. Un utile rimedio è anche l’applicazione di gel al cloruro d’alluminio al 5%, un potente astringente e antisettico.
  6. Nella protezione delle piccole ferite si possono seguire due principi differenti: trattamento in ambiente secco e trattamento in ambiente umido. L’obiettivo della medicazione tradizionale (in ambiente secco), che fa uso di cerotti o compresse di garza classici, è quello di coprire e proteggere la ferita, di assorbire l’essudato in eccesso e di mantenere la ferita asciutta. Una caratteristica fondamentale della guarigione in ambiente secco è che tutti i processi di riparazione e rigenerativi avvengono sotto una crosta rigida e secca, la quale agisce come protezione naturale della ferita contro i contaminanti esterni. A partire dagli anni 60 si è sviluppata una teoria di guarigione delle ferite in ambiente umido, oggi largamente diffusa in medicina: in questo ambiente le cellule possono crescere, dividersi e migrare più velocemente per migliorare il processo di riformazione del nuovo tessuto. L’essudato della ferita serve poi per trasportare una serie di molecole bioattive come enzimi, fattori di crescita e ormoni; le varie cellule della lesione comunicano fra loro tramite questi mediatori, al fine di garantire che il processo di guarigione proceda in modo coordinato. L’essudato della ferita fornisce inoltre alle varie cellule del sistema immunitario le condizioni ideali per distruggere organismi patogeni come batteri, corpi estranei e tessuto necrotico, diminuendo il rischio di infezione.
  7. I nei devono essere sempre tenuti controllo, non dimentichiamo infatti che un’attenta autovalutazione e l’autoesame della pelle sono importantissimi a tutte le età. Un neo deve metterci in allarme nei seguenti casi:
    • si modifica con il tempo (in forma e dimensione);
    • è asimmetrico;
    • presenta bordi irregolari e frastagliati;
    • ha un colore variegato (nero, rosso, blu);
    • presenta una dimensione superiore ai 5 millimetri.