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Le punture di mare: come fare attenzione a meduse, tracine e ricci di mare

Le punture di mare: come fare attenzione a meduse, tracine e ricci di mare

Un tuffo dove l’acqua è più blu. Un sogno che, per gli amanti del mare, in questo periodo diventa realtà. Al mare ci si può anche mantenere in forma, nuotando, passeggiando o facendo acqua-gym. Ma ci vuole un pizzico di attenzione. C’è il rischio di entrare in contatto con sostanze che possono determinare reazioni della pelle, ad esempio dopo un incontro ravvicinato con una medusa. O magari, mettendo i piedi sulla sabbia, si può provare un dolore improvviso come di una spina che entra nella carne. In questi casi a conficcarsi nella pelle è l’aculeo della tracina, che rilascia una tossina, oppure la “spina” di un riccio su cui abbiamo posato inavvertitamente un piede o una mano, aggrappandoci ad uno scoglio. 

Punture di mare: a quali sintomi fare attenzione

A volte si tratta di reazioni urticanti, in altri casi di vere e proprie “spine” che si conficcano nella pelle lasciandoci una ferita sulla cute. Niente di grave, a meno che non si sviluppino complicazioni. Si tratta quasi sempre di fastidi che si controllano adeguatamente con qualche semplice rimedio naturale e con i farmaci di automedicazione, che aiutano a mantenere la pelle ben pulita, a combattere il prurito, a contrastare eventuali reazioni allergiche, problemi di arrossamento e irritazione cutanea.

Le punture che vengono dal mare: meduse, tracine, ricci

Puntura di medusa

Se in mari a decine di migliaia di chilometri da noi il contatto con una medusa può essere molto pericoloso, potenzialmente anche mortale, alle nostre latitudini è in genere fastidioso ma nulla più. Cosa succede se “tocchiamo” questo animale? I tentacoli contengono una sostanza molto urticante che al contatto con la pelle determina dolore e bruciore, lasciando spesso una vera e propria impronta. Possono, a seconda della sensibilità individuale, comparire inoltre ponfi, simili a quelli dell’orticaria, ma dopo una mezz’ora il bruciore si riduce e rimane solo una fastidiosa sensazione di prurito. A volte può capitare possono comparire lesioni arrossate, apparentemente senza spiegazione quando si è rientrati dalla spiaggia, ma legate, anch’esse al contatto inavvertito con una medusa. 

In tutti i casi l’azione della medusa è legata alla presenza di veleni termolabili, cioè che si degradano alle alte temperature. Per questo occorre uscire subito dall’acqua e lavarsi la parte colpita con acqua di mare e non con acqua dolce. Così si puliscono le aree della pelle che possono ancora avere attaccate parti di medusa, ma soprattutto si diluisce la tossina non ancora penetrata all’interno. Bisogna poi evitare di grattarsi, di strofinare con sabbia calda, di lavare l’epidermide con ammoniaca (o urina), o alcool. Si tratta di rimedi inutili o potenzialmente dannosi perché potrebbero aumentare l’infiammazione della parte colpita. Per il resto, fate attenzione: se la reazione della pelle si diffonde, se compaiono sudorazione, pallore, difficoltà respiratorie o addirittura svenimento, in questi casi ovviamente occorre andare al pronto soccorso.

Cosa fare dopo il contatto con la medusa in quattro mosse

  1. Uscire subito dall’acqua e poi lavarsi la parte colpita con acqua di mare (non con acqua dolce) per pulire la pelle da parti di medusa rimaste attaccate alla pelle e per diluire la tossina non ancora penetrata.
  2. Disinfettare, se possibile applicando un gel astringente (ad esempio al cloruro d’alluminio ad una concentrazione al 5 per cento) che ha un’azione antiprurito e blocca la diffusione delle tossine.
  3. Utilizzare creme antistaminiche o derivati del cortisone nelle ore successive: possono mitigare i sintomi dell’infiammazione nei giorni seguenti.
  4. Evitare di esporre la parte colpita al sole (e mai comunque, per evitare qualunque rischio di sensibilizzazione, se si stanno utilizzando sulla parte colpita farmaci ad uso locale). Meglio tenerla coperta fino a completa guarigione dell’infiammazione.

Punture con spine di animali marini

Nel caso di un incontro inavvertito con una tracina, il dolore, improvviso, viene dall’aculeo della spina della tracina che va a penetrare nella carne viva. Anche il riccio di mare provoca un dolore intenso ed improvviso. Più difficile è invece trovarsi ad affrontare la spina di uno scorfano, perché questo pesce predilige i fondali più profondi e vive soprattutto tra gli scogli. Nel caso, quindi abbastanza raro, di puntura da spina di scorfano, il punto colpito diventerà molto gonfio e dolorante. 

In tutti i casi, sempre rimanendo nei nostri mari, in genere pur se il dolore dato dalla puntura è intenso la situazione si risolve in tempi brevi

Il veleno della tracina

Chi sono i soggetti che rischiano di più il contatto con la spina dorsale della tracina, un pesce che di solito vive in fondali bassi (spesso molto vicini alla riva) e sabbiosi? Chi deve porre particolare attenzione è chi fa acqua-gym per tenersi in forma, ad esempio, oppure, semplicemente, chi passeggia nell’acqua bassa

Nell’aculeo della spina della tracina è contenuto un veleno potentissimo che nell’uomo fortunatamente non è letale, ma questo non significa che la puntura passi del tutto indifferente. Addirittura, la spina della tracina può causare un dolore tanto intenso da poter determinare, anche se raramente, una breve perdita di conoscenza. Si tratta di casi rari, che però spiegano come occorra temere questo potenziale nemico che se ne sta tranquillo nella sabbia. Nella maggior parte dei casi il problema si manifesta al piede – per ovvi motivi anatomici è la parte che più frequentemente viene colpita – che diventa molto gonfio e fa particolarmente male.

Cosa fare dopo contatto con aculeo di tracina in quattro mosse

Tracina

  1. Medicare la ferita con acqua ossigenata o simili.
  2. Immergere la parte colpita in acqua calda (alla massima temperatura sopportabile facendo attenzione a non provocare ustioni!) per quasi un’ora perché il veleno della tracina è termolabile.
  3. Assumere un antinfiammatorio che ha anche azione analgesica.
  4. Rivolgersi al 118 se compaiono sintomi come tachicardia, difficoltà di respirazione, nausea, difficoltà di movimento dell’arto colpito occorre rivolgersi al 118 o farsi accompagnare al pronto soccorso.

Cosa fare dopo una puntura di riccio di mare in quattro mosse

Riccio di mare

  1. Disinfettare con acqua ossigenata o simili dopo aver accuratamente lavato l’area della lesione.
  2. Togliere, con una pinzetta o con un ago, gli aculei rimasti conficcati nella cute, facendo attenzione a non spezzarli. Se non vengono rimossi, possono causare un granuloma.
  3. Alleviare dolore e infiammazione con antinfiammatori per uso locale.
  4. Proteggere il piede o la mano per qualche giorno per evitare eventuali infezioni: se l’infiammazione permane parlarne con il medico.

Rimedi e trattamenti per le punture degli animali marini

La prevenzione è fondamentale, e si basa sull’attenzione a ciò che facciamo e su uno sguardo, per le meduse, nella zona in cui ci tuffiamo. Sul fronte delle terapie, in generale si tratta di piccoli problemi che tendono a risolversi in breve tempo a meno che non si sviluppino complicazioni. 

I farmaci di automedicazione possono essere di grande aiuto. Grazie a questi farmaci, infatti, si può provvedere a un’accurata disinfezione, a contrastare il prurito, a fronteggiare eventuali reazioni allergiche che, dopo il contatto con i tentacoli della medusa, possono manifestarsi sotto forma di arrossamenti e orticaria.