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Si può essere allergici al sole? Le reazioni, i sintomi e le cure

Si può essere allergici al sole? Le reazioni, i sintomi e le cure

Quando pensiamo al rapporto del sole con il corpo umano partiamo sempre dagli aspetti positivi. I raggi solari ci scaldano, ci danno tranquillità, aiutano a liberare endorfine, contribuiscono a migliorare il tono dell’umore. Insomma, ci fanno stare bene. Inoltre, il sole ci dona, spesso, anche un aspetto più “sano” grazie alla classica “tintarella” che, però, va costruita gradualmente, con cura e senza lasciarsi andare a “overdosi” di raggi ultravioletti senza protezione. 

Altrimenti il danno, acuto sotto forma di scottatura, e potenzialmente, anche cronico, è dietro l’angolo. Le ustioni solari vanno, cioè, sempre evitate con un’esposizione al sole intelligente e protetta. Inoltre, per le persone predisposte, l’esposizione al sole porta anche a vera e propria fotofobia, e cioè all’impossibilità di sopportare la luce. Si tratta di un fenomeno di per sé comune nelle persone con la pelle e i capelli molto chiari che va prevenuto con l’utilizzo di lenti da sole anche perché, benché rarissimamente, può creare problemi specifici a carico delle cellule che hanno il compito di recepire gli stimoli visivi. 

Questo solo per dire che il rapporto con il sole può essere anche molto complesso. Le persone predisposte possono inoltre andare incontro a vere e proprie allergie da sole o fotodermatiti, ovvero infiammazioni allergiche che si scatenano per la fotosensibilizzazione indotta dal sole.

Come nasce l’allergia al sole

I raggi solari possono rendere il sistema immunitario di soggetti predisposti molto più sensibile a sostanze che, nella stragrande maggioranza delle persone, non danno alcun problema: i raggi solari ultravioletti possono modificare la struttura chimica di un comune allergene, facilitando l’insorgenza di dermatiti da contatto. Insomma: se vedete comparire prurito, arrossamenti e fastidi vari, pensate che la colpa può essere della sensibilizzazione ad alcuni composti attivati dal sole. In tal senso, le reazioni possono essere mediate da sostanze fotosensibilizzanti come profumi o farmaci, che, al contatto con la luce solare, si modificano e generano risposte irritativo-infiammatorie.

Le sostanze fotosensibilizzanti possono agire per una azione fototossica o fotoallergica. Nel primo caso può colpire tutti i soggetti, interessa solo le zone scoperte, ha carattere eritematoso ed è conseguente alla trasformazione di alcune molecole in sostanze irritanti che scatenano una risposta infiammatoria. La fotoallergia, invece, colpisce solo individui sensibilizzati, è sostenuta dal sistema immunitario ed assume l’aspetto di un vero e proprio eczema

Le allergie al sole: orticaria solare e dermatite polimorfa solare

L’esposizione alla luce solare in persone predisposte può dar luogo a risposte cutanee patologiche, vere e proprie allergie al sole. Queste sono, in genere, idiopatiche, cioè, dovute ad una particolare reattività del soggetto: l’orticaria solare è una di queste, come pure la dermatite polimorfa solare.

L’orticaria solare è una orticaria di tipo fisico in cui l’esposizione alla radiazione ultravioletta genera reazione che può manifestarsi sia nelle aree coperte e che in quelle esposte al sole.

La dermatite polimorfa solare è un’affezione cutanea di eziologia ignota, ma probabilmente su base allergica, caratterizzata da eruzione con papule e piccole vesciche, pruriginose e dolorose. 

Le orticarie fisiche

L’orticaria solare fa parte delle orticarie fisiche. Queste ultime sono quelle caratterizzate dall’interazione tra la cute e un agente fisico. Ne è un esempio l’orticaria dermografica, nella quale basta strofinare la pelle per indurre la comparsa di un pomfo lineare, rosso e pruriginoso. Anche l’orticaria “acquagenica” in cui i sintomi compaiono dopo essere venuti a contatto con l’acqua è un’orticaria fisica. L’orticaria solare, derivante dall’esposizione al sole, come detto rientra in questo gruppo.

Capire quale sia la causa dell’orticaria fisica non è sempre semplice, ma spesso vi si può risalire con un’anamnesi dettagliata; la diagnosi, poi, va confermata con test di provocazione specifici, utili anche per individuare i non rari casi di orticaria fisica mista in cui più forme, ad esempio orticaria dermografica e da freddo, possono essere presenti nello stesso individuo. Si tratta di test che servono soprattutto per seguire il paziente nel tempo e capire se le terapie stiano avendo effetto. Parliamo, in particolare, di quelli con i quali è possibile valutare quantitativamente lo stimolo capace di indurre la reazione come il Temptest (per orticarie da freddo o da caldo, che valuta la soglia di temperatura in grado di scatenare la reazione cutanea) o il dermatografometro (che misura l’intensità dello strofinamento sulla pelle necessaria a dare i sintomi dell’orticaria dermografica).

Le possibili cause dell’allergia al sole

Una delle possibili reazioni allergiche è data dai farmaci. In caso di utilizzo di farmaci ad uso topico, non bisogna mai esporre al sole le parti trattate per il rischio di una azione fototossica. Inoltre, sono diversi i farmaci per via sistemica che possono in qualche modo scatenare una reazione fotoallergica, in persone predisposte, in seguito all’azione dei raggi solari. Ad esempio, il rischio può esistere durante trattamento con antibiotici della famiglia delle tetracicline, molto usate per le infezioni delle vie respiratorie o della pelle o durante l’uso di sulfamidici, impiegati in associazione con antibiotici nel trattamento di alcune infezioni batteriche. Attenzione bisogna prestare poi agli psoraleni, sostanze che vengono utilizzate ad esempio nella cura della psoriasi, ma possono essere presenti anche in composti naturali come le foglie dei fichi o dei bergamotti.

Questo tipo di reazioni si possono avere anche in caso di utilizzo di prodotti per il corpo come profumi, creme, etc. Per evitare qualsiasi rischio, nelle persone predisposte, conviene evitare l’esposizione solare e indossare indumenti protettivi.  Queste sostanze, oltre ad altre, possono favorire grazie all’azione mediatrice dei raggi solari una dermatite da contatto. Si tratta di un’infiammazione della pelle, che si manifesta con la comparsa di un eczema arrossato, ed è una sorta di “allergia” legata alla vicinanza della pelle con una sostanza potenzialmente allergizzante. L’insorgenza del quadro è facilitata, oltre che dalla predisposizione genetica del soggetto, anche da alcune condizioni come, per esempio, il ripetersi di irritazioni che danneggiano lo strato di acqua e grassi che normalmente protegge la cute e che può verificarsi soprattutto per eccessivi lavaggi con saponi molti alcalini. Il fenomeno ha bisogno di tempo per attivarsi e chi ne soffre deve ovviamente proteggersi con ancor più attenzione dai raggi solari. 

I sintomi dell’allergia al sole

Se si sviluppa una fotodermatite, ben più frequente dell’allergia diretta ai raggi UV che rappresenta davvero una condizione aneddotica, in caso di “secondo contatto” con una sostanza che ha previsto lo sviluppo di una reazione allergica possono comparire i segni e i sintomi del fenomeno.

La pelle diventa dapprima arrossata e gonfia, e quasi sempre il processo si ferma dopo qualche giorno. Ma a volte, anche per la sovrapposizione di batteri che provocano infezioni sull’epidermide lesa, si possono formare sulla pelle piccole vesciche gonfie e piene di liquido, che producono siero quando si scoppiano. Infine, la pelle rimane secca e si formano croste.

Il problema maggiore si verifica quando non viene fatta rapidamente diagnosi, e il contatto con l’agente allergizzante si mantiene nel tempo. In questi casi la patologia può diventare cronica, e anche le alterazioni della pelle assumono caratteristiche diverse, fino a che l’epidermide si screpola, anche per il continuo grattamento. Attenzione: le lesioni possono anche non limitarsi alle zone in cui si è verificato il contatto, ma estendersi ad altre zone della pelle

Se per esempio i sintomi della fotodermatite cominciano ad una mano, i fenomeni passano all’altra, per poi risalire verso le braccia e il volto e interessare le gambe. Se invece la prima manifestazione colpisce la pelle della faccia le lesioni si allargano verso il collo, il torace, l’addome e i genitali. Quando il “contatto” pericoloso avviene con la pelle del piede, infine, l’epidermide si modifica in senso ascendente, con lesioni che risalgono lungo le gambe alla zona genitale

Diagnosi e cura

Per fortuna, molto spesso basta fare diagnosi di dermatite da contatto perché l’eczema scompaia in pochi giorni. A patto ovviamente che l’elemento che il sistema immunitario non riesce a sopportare venga tenuto lontano dalla pelle. Per il resto la cura nelle forme leggere si basa sui farmaci di automedicazione ed in particolare all’applicazione di pomate antistaminiche, eventualmente associate a farmaci dello stesso tipo da prendere per bocca, al fine di combattere l’infiammazione e ridurre il prurito. Nelle manifestazioni più gravi invece il medico può ricorrere addirittura a derivati del cortisone, che riescono a ridurre quasi del tutto la reazione infiammatoria.

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