Quando la fretta può salvare la vita
Fare presto! È questa la norma da rispettare se ci si trova ad affrontare indirettamente una patologia tempo-dipendente. Muoversi rapidamente facendo arrivare i soccorsi e consentendo quindi di iniziare le cure precocemente, è il modo più efficace per limitare i danni di una lesione e favorire il recupero. È questo il messaggio che deve passare in occasione della Giornata Mondiale del Primo Soccorso che si festeggia lunedì, 11 settembre. Prendete, ad esempio, il caso dell’ictus cerebrale. Quando una persona ne viene colpita, si verificano progressivamente: debolezza da un lato del corpo, bocca storta, difficoltà a parlare o comprendere (afasia), minor forza nel movimento di un braccio, una gamba o entrambi, vista sdoppiata o campo visivo ridotto, mal di testa violento e improvviso, insorgenza di uno stato confusionale, assenza di coordinazione nei movimenti e mancanza di equilibrio. Occorre allora agire: se compare anche uno solo dei sintomi precedentemente illustrati, è necessario chiamare subito il 112 (in quelle Regioni dove è attivo il numero unico di emergenza) o il 118. Il motivo di questa attenzione al cronometro? Il tempo è …. cervello salvato.
E lo stesso deve accadere in caso d’infarto. Il dolore al petto che sale verso la gola e si espande alle spalle e alle braccia deve portare a chiamare subito i soccorsi, senza indugiare. Prima si arriva con le cure, ridando sangue e ossigeno all’area del cuore che sta soffrendo, tanto maggiori sono le possibilità di un recupero completo. In caso di infarto ogni minuto conta, letteralmente. Fare presto, con il primo soccorso, può salvare una vita. Ricordarlo oggi è sempre è di importanza vitale!
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