Rimozione tatuaggi: come funziona e cosa sapere prima di iniziare

Redazione Semplicemente Salute
Tempo di lettura: 9 MIN
Rimozione tatuaggi: come funziona e cosa sapere prima di iniziare

Il nome della fidanzata che ti ha lasciato. Quella figura mitologica che non vuoi più portare sulla pelle. Un simbolo che ricorda una passione ormai svanita. Questi e non solo possono essere i motivi che, col tempo, spingono molte persone a voler eliminare un tatuaggio che hanno fatto disegnare sulla pelle.

È possibile rimuovere un tatuaggio, ma è meglio sapere prima se possono esserci rischi per la salute, affidandosi, ad esempio, a un dermatologo. Questo articolo può aiutare chi vuole approfondire il tema e sapere come comportarsi.

Perché si sceglie di rimuovere un tatuaggio

Cosa accomuna Robbie Williams, Angelina Jolie, Winston Churchill e Teodore Roosevelt? L’avere un tatuaggio. Tutti questi personaggi, infatti, hanno voluto avere sulla pelle simboli emblemi di appartenenza, ribellione o più semplicemente di eventi o ricordi significativi. Ad esempio, Winston Churchill aveva un’àncora sull’avambraccio in ricordo dei tempi passati come corrispondente tra Cuba, India e Sudafrica mentre Roosevelt avevo disegnato sul petto lo stemma araldico della sua famiglia. Sostanzialmente, quindi, chi sceglie di farsi fare un tatuaggio sente la necessità di portare sulla pelle il segno di qualcosa che ritiene fondamentale o che semplicemente gli piace molto. E magari, quando quel qualcosa non è più considerato “buono”, si tende ad eliminarlo.

Qualche tempo fa, un’analisi condotta negli USA ha rivelato che circa quattro persone su dieci, nel tempo, si pentono della presenza del tatuaggio e chiedono di eliminarlo. Su questa scelta incidono diversi elementi, professionali in certi casi e psicologici, legati per esempio al fatto che un certo tatuaggio non piace o non ci rappresenta più o evoca persone o eventi che non si vorrebbe più vedere su sé stessi, come capita per un passato amore. Cosa fare allora se si è pentiti dei tatuaggi e si vorrebbe cancellarli?

Come funziona la rimozione di un tatuaggio

Da qualche anno sono state messe a punto tecniche di rimozione diverse a seconda della grandezza e della tipologia di tatuaggio. Mentre alcuni trattamenti sono piuttosto aggressivi, come la dermoabrasione (specie per i tatuaggi più piccoli), la crioterapia e l’asportazione chirurgica, con rischi di cicatrici più o meno visibili e permanenti, si sono sviluppate nel tempo tecniche meno invasive come, ad esempio, il laser.

Pensate, in questo senso, all’impiego di laser particolarmente moderni e sofisticati, come i Q-Switchet. In questo caso, con un impulso di durata quasi impercettibile si può scaricare un’elevatissima quantità di energia sulle particelle del tatuaggio che vengono vaporizzate. Si crea così una condizione che attiva i sistemi di pulizia della pelle: i macrofagi, vere e proprie cellule-netturbino, riescono ad inglobare e portare via i corpi estranei.

Come recentemente ribadito al congresso della SIME (Società Italiana di Medicina Estetica), la tecnica più affidabile di rimozione tatuaggi è proprio il laser (Picolaser e Qswitch) che rompe l’inchiostro depositato sotto la pelle. Tuttavia, la procedura richiede comunque tempo e molte sedute. Creme anestetiche e aria fredda sono utilizzati per limitare il fastidio causato dalla terapia laser. Per una rimozione rapida c’è solo la chirurgia che è però invasiva e lascia cicatrici talvolta peggiori del tatuaggio stesso.

Cosa sapere prima di iniziare una rimozione laser

Il laser non è tuttavia un sistema sempre valido per la rimozione di un tatoo. La quantità e il tipo di colori impiegati per realizzare il tatuaggio possono, infatti, rappresentare vere e proprie discriminanti di scelta per sapere come comportarsi.

Con il laser è più facile rimuovere disegni monocromatici, quindi, di un solo colore, ricordando che i colori più difficili da cancellare sono il verde e il giallo, i più facili il nero, il blu e il rosso. Inoltre, l’operazione di ‘cancellazione’ dà risultati migliori sulle persone dalla pelle chiara e che abbiano il tatuaggio da più di un anno. Soprattutto, deve essere sempre un esperto a eseguire l’intervento, anche per scegliere l’ottimale impiego del laser.

Tra le altre avvertenze da tenere presenti, specie in presenza di aree tatuate molto vaste, è la possibilità di procedere con la rimozione di una sola parte del tatuaggio evitando di procedere con interventi lunghi e molto costosi.

Se si è fatto un tatuaggio da molti anni e non ci sono stati effetti collaterali nei primi periodi significa che l’organismo ha “metabolizzato” le sostanze estranee. Se invece ci si è tatuati da poco, anche in chiave di possibili pentimento rapido, occorre prima monitorare la reazione della pelle per rivolgersi a uno specialista se si nota qualcosa di anomalo.

Gli esperti invitano comunque a evitare alcuni suggerimenti ‘casalinghi’ che circolano in rete (si va dalle ‘creme anti-tatuaggio’, alle applicazioni di acido salicilico, all’esfoliazione meccanica con pietra pomice, alle applicazioni di acqua ossigenata, fino al succo di limone) perché inefficaci e potenzialmente anche nocivi.

Un professionista serio saprà come eliminare un tatuaggio scegliendo un approccio personalizzato che tenga conto delle caratteristiche della pelle, dei colori e delle dimensioni del tatuaggio stesso.

Rimozione tatuaggio, cosa aspettarsi durante e dopo

Quando si decide di fare un tatuaggio, bisognerebbe riflettere fin da subito sulla possibilità che un giorno si possa volerlo rimuovere. Questo significa scegliere con consapevolezza il disegno, la zona del corpo e i materiali utilizzati. Un centro serio dovrebbe fornire informazioni dettagliate sulla provenienza e composizione dei pigmenti, oltre a garantire igiene e sicurezza in ogni fase della procedura.

Durante il trattamento di rimozione, è fondamentale affidarsi a mani esperte per ridurre al minimo i rischi di effetti collaterali come prurito, irritazioni, escoriazioni, lesioni o infiammazioni cutanee. A seconda del metodo utilizzato, della zona trattata, della grandezza e dei colori del tatuaggio, possono cambiare sia i tempi della rimozione che l’efficacia complessiva.

Solo uno specialista è in grado di spiegare cosa aspettarsi prima, durante e dopo ogni seduta, aiutando il paziente a prendere una decisione consapevole. Inoltre, si raccomanda di evitare assolutamente di tatuarsi su un neo, poiché questo potrebbe impedire il corretto monitoraggio dermatologico o portare a interventi inutilmente invasivi qualora sorgano sospetti sulla natura del neo stesso.

In chiave preventiva, è importante sapere che se ci si è tatuati da poco, prima di procedere alla rimozione conviene osservare eventuali reazioni della pelle. Se invece il tatuaggio è presente da anni senza problemi, è probabile che l’organismo abbia già metabolizzato le sostanze iniettate.

FAQ – Domande e risposte rapide sulla rimozione di tatuaggi

1: È possibile rimuovere completamente un tatuaggio con il laser?

Sì, il laser è la tecnica più efficace per rimuovere i tatuaggi, ma il risultato dipende da vari fattori: tipo di pelle, colori utilizzati (nero e blu sono i più facili da eliminare), grandezza e profondità del disegno. Servono più sedute e solo un esperto può stabilire il trattamento adatto.

2: Quali sono i rischi o le controindicazioni nella rimozione di un tatuaggio?

I trattamenti fai-da-te sono sconsigliati perché possono danneggiare la pelle. La rimozione professionale con laser può comportare irritazioni o lievi infiammazioni temporanee, ma se eseguita da specialisti è sicura. È importante evitare tatuaggi sopra i nei per non ostacolare eventuali controlli dermatologici.

3: Quando è il momento giusto per iniziare a rimuovere un tatuaggio?

La rimozione è più efficace se il tatuaggio ha almeno un anno di età. In caso di tatuaggi recenti, è consigliabile monitorare prima la reazione della pelle. Rivolgersi sempre a un dermatologo o specialista prima di iniziare il trattamento.

Fonti:

Morlock R, Morlock A. Think Before You Ink: Perception, Prevalence, and Correlates of Tattooing and Tattoo Regret in US Adults. Cureus. 2023 Nov 2;15(11):e48167. doi: 10.7759/cureus.48167. PMID: 38046700; PMCID: PMC10693284.

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