Non sappiamo se, complici i cambiamenti climatici, questo proverbio sarà ancora valido in futuro. Ma la saggezza popolare ha identificato con la stagione autunnale e il calo delle temperature il momento per eliminare il rischio di punture di zanzare (almeno alle nostre latitudini).
Tuttavia, alla luce delle tante malattie virali che trovano proprio in questi insetti i loro vettori (pensate solo alla febbre del Nilo occidentale o alla Dengue che ha proprio l’uomo come ospite finale) purtroppo ormai anche in Europa e in Italia proviamo comunque a “rinfrescare” qualche consiglio utile per limitare i rischi di punture di zanzare “fuori stagione”.
Sono fondamentalmente due le “nemiche” da temere di più nel nostro quotidiano: la culex pipiens, che colpisce di notte, e la aedes albopictus (zanzara tigre), che attacca anche di giorno.
In tutti i casi le zanzare sono guidate da particolari “chemiorecettori” capaci di individuare sostanze prodotte dall’organismo umano, come il biossido di carbonio o i composti presenti nel sudore. Questi recettori si trovano su antenne presenti sul capo della zanzara che sono in grado di recepire gli stimoli olfattivi e di inviarli al sistema nervoso centrale, dove questi vengono decodificati. Tra questi recettori ne esisterebbe uno, formato da poche cellule, “specializzato” nel recepire gli odori tipici dell’organismo umano. Da questa osservazione sono nati i componenti in grado di agire specificamente “ingannando” queste poche cellule specializzate, concentrando la loro efficacia esclusivamente su di esse senza interferire con l’attività degli altri recettori non implicati nel riconoscimento dell’essere umano. Fondamentale, in chiave preventiva, è quindi limitare i “segnalatori” che possono attirare le zanzare. Ed è proprio questo l’obiettivo dei cosiddetti insetto-repellenti, che rendono la pelle poco “attraente” per l’insetto e quindi risultano protettivi. Per il resto, il rischio di essere punti può però scendere limitando la produzione di calore e sudore che avviene, ad esempio, con le attività sportive, specie se fatte all’aperto in aree verdi. Proprio il calore è un fattore di formidabile richiamo. Per questo motivo la sera meglio riposare in una stanza fresca e adeguatamente arieggiata.

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