fbpx
Ciao, sono bollino!

Cattiva digestione

Sinonimi: dispepsia, indigestione

Definizione

È un sintomo molto comune, che in termine scientifico viene definito dispepsia. Comprende tutte quelle situazioni fastidiose (senso di pesantezza, nausea, sonnolenza, rallentamento delle funzioni digestive) che possono presentarsi soprattutto dopo un pasto particolarmente ricco. Il fenomeno è legato all’attività della prima parte del tubo digerente. Normalmente il cibo che scende dalla bocca masticato subisce nello stomaco diverse trasformazioni che lo rendono semiliquido, grazie a due azioni: da un lato gli alimenti vengono attaccati dai succhi gastrici che li “distruggono” e li rendono digeribili, dall’altro sono “agglomerati” tra loro e spinti in avanti dall’azione coordinata dello muscolatura gastrica, che tende a mandare verso il piloro ed il duodeno il contenuto di questo grande “sacco naturale”. Basta però che uno di questi due meccanismi non funzioni al meglio perchè tutto il processo sia rallentato e compaia la cattiva digestione. Un repentino calo di temperatura subito dopo mangiato, un pasto a base di intingoli ed altri alimenti ricchi in lipidi e quindi più “pesanti”, oppure l’abuso di alcolici possono mandare in crisi lo stomaco, con la comparsa di malessere, spesso associato al vomito. Ma anche altri elementi, come l’impiego protratto di farmaci “gastrolesivi” o lo stress intenso possono scatenare un quadro di dispepsia.

Sintomi associati

  • acidità di stomaco
  • alito cattivo
  • bruciore di stomaco
  • crampi addominali
  • gonfiore di stomaco
  • iperacidità
  • nausea
  • pesantezza di stomaco
  • pirosi
  • reflusso gastro-esofageo
  • rigurgito acido
  • vomito

Trattamento

Il perdurare dei sintomi deve spingere ad un consulto medico. Spesso dietro ad una cattiva digestione che si mantiene nel tempo si possono nascondere vere e proprie lesioni patologiche, come gastriti o ulcere, che vanno trattate adeguatamente dopo una diagnosi sicura. In caso di disturbi occasionali un aiuto può venire dai farmaci di automedicazione, che possono influire sui diversi meccanismi che si legano alla cattiva digestione. Se il sintomo predominante è l’acidità di stomaco , che spesso si associa a bruciore e a reflusso di sostanze acide nell’esofago, possono essere indicati gli antiacidi (ad esempio bicarbonato di sodio, carbonato di calcio, citrati di sodio, composti di alluminio e magnesio, sodio alginato in associazione) oppure gli antisecretori (ad esempio cimetidina, omeprazolo, pantoprazolo e esomeprazolo). Quando invece si ha la sensazione di una digestione particolarmente lenta associata a nausea, possono essere utili i procinetici, come ad esempio dimeticone e metoclopramide, che aiutano a favorire una ripresa del transito dei cibi attraverso lo stomaco, oltre a contrastare anche nausea e vomito.

Buone abitudini

La prima regola per evitare una digestione eccessivamente laboriosa è cercare di moderarsi a tavola, soprattutto se i pasti propongono alimenti particolarmente elaborati e ricchi di grassi. L’ideale sarebbe infatti alzarsi senza sentirsi completamente pieni e soprattutto privilegiare modalità di cottura più salutari, come ad esempio quella a vapore, rispetto alle fritture e ai sughi. Per il resto chi soffre di digestione lenta dovrebbe cercare di “spezzare” il ritmo dei pasti evitando “abbuffate” concentrate in un’unica soluzione. Meglio fare invece pasti piccoli e frequenti, per evitare di mettere sotto stress lo stomaco. Non va infine dimenticata l’importanza di altre sane abitudini: meglio evitare il fumo, anche se la classica sigaretta dopo il pasto sembra irrinunciabile, l’eccesso di alcolici, che può influire sullo stato di salute della mucosa gastrica peggiorando i sintomi e il consumo di grandi quantità di bevande gassate, che tendono a dilatare lo stomaco favorendo la comparsa dei disturbi.

Realizzato in collaborazione con SIMG - Società italiana di medicina generale e delle cure primarie