Definizione
Il termine è generico – in medicina viene utilizzato il termine gastralgia – e può raccogliere diversi sintomi che nascono dalla sofferenza dello stomaco come l’eccesso di acidità, il bruciore, la cattiva digestione (tecnicamente, dispepsia) e anche il reflusso gastro-esofageo, ovvero la risalita di acido dallo stomaco verso l’alto. Il dolore, a volte associato ai crampi, che compare spesso dopo un pranzo, può essere dovuto ad un’alterazione della mucosa o dei “movimenti” della prima porzione del tubo digerente. Spesso, soprattutto nelle persone altrimenti sane, un leggero dolore di stomaco può essere solo il segnale di una cattiva digestione e risulta legato allo “stress” o alle libagioni eccessive. Quando però il mal di stomaco, sia esso vero dolore o piuttosto un bruciore, non tende ad allontanarsi oppure quando si ripresenta costantemente in alcuni periodi dell’anno (primavera ed autunno), non va sottovalutato. Potrebbe essere il segnale di un’ulcera, di una grave gastrite o magari di un forte disturbo della motilità gastrica. Sul fronte dei disturbi, questi possono andare dal rallentato svuotamento e dalla digestione prolungata (quando ovviamente predomina la dispepsia) con nausea, alito cattivo, bruciore e rigurgito, aerofagia e tensione addominale. Il dolore vero e proprio localizzato nella parte superiore dell’addome, può invece essere il segnale principale di una gastrite acuta mentre l’eccesso di acidità si può combinare anche con un senso di gonfiore a distanza dai pasti, soprattutto la notte.