fbpx
Ciao, sono bollino!

Diarrea

Definizione

Tempo di lettura: < 1 minuto

La diarrea è caratterizzata dalla necessità di andare in bagno più volte al giorno e dall’emissione di feci liquide e di poca consistenza. Spesso si accompagna a dolori addominali e a una sensazione di debolezza, specie quando provoca la perdita di quantità elevate di liquidi e sali minerali ed è associata anche ad altri sintomi a carico dell’apparato digerente come ad esempio il vomito e la nausea. Nelle forme più comuni, che possono presentarsi in tutti i periodi dell’anno, l’insorgenza della diarrea è legata ad un’infezione virale che si trasmette direttamente tra i diversi individui, oppure anche ad un’infezione causata da virus e batteri che appare invece legata all’assunzione di alimenti o bevande contaminati. Non va tuttavia dimenticato che a volte l’insorgenza di diarrea può far seguito ad un trattamento prolungato con alcuni farmaci, come ad esempio gli antibiotici, che possono indurre alterazioni nel microbioma intestinale, ovvero nei batteri che vivono all’interno dell’intestino. In questo caso, così come accade quando il sintomo fa parte di una condizione clinica complessa, la parola deve passare al medico.

Sintomi associati

  • crampi addominali
  • mal di pancia
  • nausea
  • vomito

Trattamento

Una diarrea persistente e senza motivi apparenti, come ad esempio la presenza di febbre o altri problemi gastrointestinali che possono far pensare ad un’infezione, va sempre affrontata dal medico. Il trattamento di base nelle diarree semplici consiste nella somministrazione per via orale di liquidi contenenti zucchero e un pizzico di sale. Nelle forme più diffuse, che si legano ad eventi passeggeri, si può invece trovare una valida soluzione nell’automedicazione. Esistono diversi approcci terapeutici in questo senso: da un lato l’impiego di fermenti lattici e microrganismi antidiarroici che ripristinano, in tempi rapidi, la normale flora batterica intestinale a base di lieviti (ad esempio saccharomyces boulardii) e lattobacilli come il bacillus clausii, dall’altro  farmaci che agiscono sulla motilità intestinale, inibendola, in quanto agiscono direttamente sulle contrazioni dell’intestino tipiche della diarrea (loperamide), oppure, se necessario, solo ed esclusivamente dopo la valutazione del medico e su sua prescrizione, anche antibiotici (ad esempio paramomicina, rifamixina) sviluppati specificamente per essere attivi sui germi che più facilmente provocano problemi in questo settore dell’organismo. I farmaci che calmano la contrazione dell’intestino vanno assunti solo quando la diarrea è grave e dura qualche giorno. La loperamide, uno dei principi attivi più impiegati, non va usata nei bambini e va evitata in situazioni specifiche come la presenza di malattie infiammatorie croniche intestinali (ad esempio colite ulcerosa e malattia di Crohn), se c’è sangue nelle feci, quando si rischia un blocco intestinale o se sono in corso infezioni da batteri che possono diffondersi nel sangue.

Buone abitudini

La prima regola per ridurre il rischio di trasmissione dei virus e più in generale dei possibili nemici della salute intestinale è lavarsi spesso le mani. Proprio le mani, infatti, rappresentano la fonte più comune di diffusione delle infezioni. Per il resto, occorre sempre utilizzare e bere acqua “sicura” e non contaminata e ci vuole molta attenzione nel maneggiare gli alimenti. Ecco, in questo senso, le regole dell’Organizzazione Mondiale della Sanità: · Scegliere alimenti trattati per renderli sicuri (lavare bene l’insalata, consumare latte pastorizzato e pollame fresco o congelato) ·        Cuocere a fondo i cibi (solo la cottura completa distrugge i germi della carne. Bisogna arrivare a 70 gradi in ogni parte del pollame) ·        Conservare bene i cibi cotti (se dovete usarli dopo più di cinque ore, portateli almeno a 60 gradi o a meno di 10) ·        Consumare subito i cibi cotti (mentre raffreddano, i microbi si sviluppano e il pericolo sale con il passare delle ore) ·        Riscaldare bene i cibi già cotti (l’alimento deve essere portato a 70 gradi per distruggere i germi eventualmente sviluppatisi) ·        Non avvicinare cibi cotti e crudi (i germi del crudo possono svilupparsi nel cotto, ad esempio con la carne di pollo cruda) ·        Non usare lo stesso coltello per carni crude e cotte (il rischio di trasmissione di germi esiste) ·        Lavarsi le mani spesso (almeno dopo aver manipolato carni e pesce crudi oppure dopo il contatto con animali domestici) ·        Pulire bene la cucina (strofinacci, briciole e avanzi possono mantenere germi ·        Chiudere ermeticamente gli alimenti (per evitare contatti con insetti o altri animali)

Realizzato in collaborazione con SIMG - Società italiana di medicina generale e delle cure primarie