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Chi vuol viver sano e lesto, mangi poco e ceni presto

Chi vuol viver sano e lesto, mangi poco e ceni presto
Tempo di lettura: 2 minuti

Basta davvero poco per rimanere in salute. È sufficiente tenere presenti tutte le norme che emergono dal modo di dire dei nostri nonni, che oggi ricordiamo e che diventa, se possibile, ancor più attuale perché corroborato dalle osservazioni scientifiche. 

Andiamo per ordine. Il valore dell’attività fisica regolare sul benessere è ampiamente dimostrato. Chi si muove regolarmente, senza esagerare con gli sforzi che vanno sempre commisurati all’età biologica (oltre che anagrafica) per limitare i rischi di piccoli incidenti (riposo e farmaci di automedicazione possono essere utilissimi per rimettersi in carreggiata in questi casi), sicuramente tende ad avere un’esistenza in salute più lunga e una vita più attiva. Non per nulla, i nostri nonni dicevano quanto sia importante non solo essere sano, ma anche essere lesto, ovvero avere movimenti più rapidi possibile a significare quanto muoversi sia un segno di benessere. 

La seconda parte del proverbio, forse è ancor più importante perché fornisce indicazioni di benessere preziose.

Sarebbe meglio sempre alzarsi da tavola senza sentirsi eccessivamente “gravati” dal peso del cibo, soprattutto la sera. E, soprattutto, converrebbe cenare presto, evitando stress a stomaco e metabolismo che deriva da una cena a tarda ora, magari con colazioni all’alba. In questo modo non si dà il giusto tempo al corpo per “ripulirsi”. Quindi ricordiamoci: una cena leggera, meglio se consumata non troppo tardi, è il miglior viatico per riposare bene e non soffrire d’insonnia. Se proprio dovete scatenare i desideri alimentari, puntate piuttosto sulla colazione, che non deve essere rappresentata da un solo caffè preso di corsa. Nel primo pasto della giornata occorre mangiare quanto serve all’organismo, perché quando dimentichiamo di fare colazione, obblighiamo il corpo a passare dallo stato di riposo alla massima attività senza fornirgli il carburante sufficiente. Ed è un errore. La colazione della mattina è infatti fondamentale per rompere il digiuno notturno e evitare che al risveglio il fegato si trovi costretto a fornire i nutrienti che ha messo da parte. In questi casi è più facile incorrere in situazione di ipoglicemia. La colazione ha il compito di evitare questa condizione, e soprattutto, consente di non innescare un meccanismo di “fame” che poi si mantiene per tutta la giornata con la conseguenza, sovente, soprattutto se anche il pranzo è consumato di fretta, di arrivare a cena affamati tanto da consumare un pasto eccessivo in termini di calorie e nutrienti ma anche rispetto ai ritmi dell’organismo. Infatti, saltando il primo appuntamento con il cibo si rischia di alterare la regolazione dell’appetito per tutto il giorno. Così facendo il conto delle calorie sale, e se non si consuma l’energia in eccesso accumulata con cibi non “smaltiti” si rischia, inoltre, di dover arrossire sulla bilancia. L’esatto contrario di quanto consigliavano i nostri nonni. Muoviamoci, stiamo leggeri (soprattutto a cena) e seguiamo le regole della saggezza antica. 

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