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Stanchezza di primavera: cause e come affrontarla

Stanchezza di primavera: cause e come affrontarla
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Sentirsi stanchi, assonnati e senza forze, in questo periodo, è abbastanza comune. Siamo nel bel mezzo della fase tipica dell’astenia primaverile, con il cambio di stagione che la fa da padrone. Così, per chi soffre di “mal di primavera”, è il momento di prestare attenzione alla situazione. Far fronte alla debolezza di stagione che porta con sé astenia, disturbi del sonno e difficoltà di concentrazione, talvolta anche ansia e irritabilità è possibile con qualche accorgimento agli stili di vita. E quindi, attenzione ai ritmi del sonno e all’alimentazione, tanto per citare i classici rimedi della nonna. Ovviamente, non dimentichiamo che i farmaci di automedicazione possono aiutarci a trovare “tono”, aiutandoci a riposare il giusto e offrendoci quei sali minerali e quei complessi vitaminici che possono aiutarci a stare meglio. 

Perché con l’arrivo della primavera ci si sente stanchi?

Con il risveglio della natura, l’aumento delle ore di luce (e il passaggio all’ora legale), l’arrivo di giornate progressivamente più calde può portare l’organismo ad una certa difficoltà di adattamento alle variate condizioni ambientali che si manifesta biologicamente con una alterazione dei ritmi circadiani (alla base di un buon riposo) che, a sua volta deriva da una variazione di vari  livelli ormonali (come per esempio di cortisolo e melatonina). Tutto questo genera un cambiamento dei ritmi biologici che richiedono, per un pieno adattamento, un maggiore consumo quotidiano di energia. Di conseguenza, ci si sente stanchi e fiacchi a partire proprio dai muscoli.

Stanchezza muscolare e primavera

Non ci sono dubbi che la stanchezza, con una improvvisa mancanza di voglia di muoversi e le gambe che si fanno fiacche dopo uno sforzo, sia un meccanismo che trae origine dai muscoli. Più difficile è però capire cosa può essere accaduto alle fibre muscolari tanto da renderle così “fiacche”. La stanchezza muscolare che può avere varie cause e dipendere, ad esempio, anche da un eccessivo o prolungato sforzo, deriva, soprattutto in primavera, da carenza di energia al muscolo o da uno stato tossico, che interessa l’intero organismo e riduce la produzione di energia da parte delle cellule muscolari proprio come può avvenire col cambio di stagione. In tal senso, entrano in gioco i citocromi, particolari unità operative dei mitocondri, ossia le centrali di produzione di energia delle cellule. Se non funzionano a dovere (accade ad esempio quando è in corso un’infezione), rimane una sensazione di spossatezza.

L’assenza di energia muscolare può dipendere quindi da vari elementi, tra cui le carenze di ferro e magnesio. La carenza di ferro può provocare un insufficiente apporto di ossigeno ai muscoli, dal momento che è direttamente coinvolto nel trasporto di ossigeno per mezzo dell’emoglobina, proteina presente nei globuli rossi. Insufficienti valori di ferro nel sangue, quindi, possono indurre stanchezza in due modi: rallentando l’attività dei citocromi, oppure riducendo la formazione dell’emoglobina. Allo stesso modo, uno dei carburanti ideali dei muscoli è il magnesio preposto a una serie di reazioni chimiche che servono a dare energia all’organismo.

Rimedi contro l’astenia primaverile

Da quanto detto, si evince che attività fisica, alimentazione ricca di vegetali, idratazione sono le regole chiave che possono aiutarci, come veri e propri rimedi della nonna ampiamente “sdoganati” dalla scienza medica, a superare la classica astenia primaverile.

L’alimentazione ricca di ferro e magnesio

Occorre puntare su un’alimentazione quanto più varia possibile, ricca di frutta e verdura, in modo da non andare incontro al rischio di una carenza di elementi nutritivi necessari per la produzione di energia da parte dell’organismo. Se la dieta è eccessivamente povera di nutrienti, infatti, con il tempo non si è più in grado di produrre quantità sufficienti di Adenosin-Tri-Fosfato (ATP), principale fonte di energia per le nostre cellule. Tra i minerali, occorre sempre ricordare (soprattutto per le donne in età fertile ma non solo) che il ferro è fondamentale contro la stanchezza e che nella dieta non devono mancare gli alimenti che ne sono ricchi .(frutta secca, legumi, uova, pesce e carni bianche, verdure a foglia verde scuro). Il magnesio, a sua volta, regola l’attività di oltre 300 enzimi, preposti a rendere possibili reazioni necessarie alla produzione di energia. Inoltre, il magnesio favorisce la corretta contrazione muscolare delle cellule cardiache, aiuta a produrre proteine importanti per la salute, regola positivamente la trasmissione dei segnali nervosi, facilita il rilassamento muscolare e, quindi, anche il riposo notturno. Il primo consiglio, per evitare di non assumerne a sufficienza, è quello di non far mancare le verdure sulle nostre tavole, come ad esempio spinaci e bietole, particolarmente ricche di magnesio; consumare cereali integrali – magari anche a colazione – e assumere l’opportuna quantità di frutta secca a fine pasto, come noci e anacardi. Particolarmente ricchi di magnesio sembrerebbero essere anche il tofu e la soia. Un’unica raccomandazione: occhio alla cottura: tra il 60 e il 75% del quantitativo di magnesio si perde se le cotture sono troppo prolungate.

Il riposo notturno e il ruolo della luce

Chi punta sul necessario e giusto riposo per fronteggiare la stanchezza primaverile deve tenere a mente una regola dei nostri nonni. Occorre andare a dormire quando fa buio, e svegliarsi presto la mattina. Bisogna evitare di rimanere troppo a letto, magari perdendo tempo senza riposare, e allo stesso modo occorre sincronizzare i ritmi dell’organismo su quelli della luce ambientale, che rappresenta il principale regolatore dei tempi del corpo. Nel nostro organismo esiste una sorta di orologio biologico che permette di adattare le diverse attività fisiologiche all’alternanza di sonno e veglia e alla presenza o assenza della luce. A regolare il ritmo circadiano delle cellule in quasi tutti i tessuti sono specifiche proteine che si accumulano di notte e calano di giorno. Esiste però anche un “orologio” superiore posto nel cervello, all’interno dell’ipotalamo, detto “nucleo soprachiasmatico”, costituito da circa 20.000 neuroni che ricevono direttamente segnali visivi dagli occhi. In questo modo la luce o il buio indirizzano il tipo di stimoli che questo centro invia al resto del cervello, perché a sua volta induca allerta o sonnolenza, principalmente attraverso stimoli di tipo ormonale: la melatonina, per esempio, è prodotta quando cala la luce per indurci al sonno; viceversa, la luce favorisce la produzione di serotonina (un ormone che influisce sul tono dell’umore) e sul cortisolo. Questo ormone è chiamato anche “ormone dello stress” perché i suoi livelli si alzano in situazioni di particolare necessità, ma una concentrazione base nel sangue, che oscilla nel corso della giornata e della notte, è indispensabile per regolare l’attività di tutto l’organismo. Consiglio finale: adattatevi piano piano alla maggiore luce, senza fare follie negli orari, andando a dormire troppo tardi. Il corpo vi ringrazierà: vi sentirete più in forma.