Dente del giudizio: cosa fare quando si sente dolore
Facciamo attenzione ai nostri denti. Non dimentichiamo mai l’importanza di un’igiene orale quotidiana, che punti a proteggere non solo i denti ma anche le gengive e prendiamo le opportune contromisure in caso di bruciori, gonfiori e dolori nel cavo orale. Ma soprattutto, teniamo presente una regola: bisogna sottoporsi a controlli regolari dal dentista. Solo così possiamo proteggere la salute della bocca e, grazie alle visite possiamo anche scoprire se compaiono gli “ottavi”. Non stiamo parlando di musica. Gli ottavi altro non sono che quelli che definiamo denti del giudizio. Quando si manifestano spesso creano problemi. Vediamo come.
Denti del giudizio: cosa sono, quando e perché compaiono
I denti del giudizio sono volgarmente chiamati così perché tendono a manifestare la loro presenza intorno alla maggiore età, quasi a testimoniare che si è diventati “grandi”. Si tratta di quattro denti “in più”, due sopra e due sotto, che tendono a occupare le ultime posizioni posteriori delle arcate dentali, sia in alto che in basso.
Ma a cosa servono? Nel corso dell’evoluzione, noi uomini abbiamo avuto bisogno di adattarci all’ambiente che ci circonda. In tal senso, i denti del giudizio possono essere considerati una sorta di “retaggio” di epoche evolutive passate. Un tempo, mandibola e mascella (denti compresi) erano molto più sviluppate per la necessità di consumare cibi molto duri e crudi. Col tempo questa necessità è venuta meno e, di conseguenza, anche la conformazione della bocca si è lentamente modificata cosicché oggi non abbiamo poi tanto bisogno di denti in sovrannumero. È proprio questa teoria evoluzionistica che ci aiuta a capire come mai i denti del giudizio erompono dalle gengive ben dopo gli altri denti permanenti.
Dolore associato all’eruzione del dente del giudizio, cosa fare
Dire dente (o più spesso denti) del giudizio significa sovente parlare di dolore, infiammazione, fastidi alle gengive. Infatti, la maggior parte delle volte, ci accorgiamo di questi denti sovrannumerari proprio per la comparsa di sintomi e segni, primo tra tutti l’infiammazione che accompagna la crescita parziale del dente in più che non trova lo spazio necessario. Altre volte, i denti del giudizio “crescono” storti, facendo pressione sugli altri denti e generando dolore. Spesso possono anche essere “ritenuti” all’interno dell’osso provocando dolore e infiammazione gengivale anche senza che si possano vedere tanto ci accorgiamo della loro presenza magari per un controllo radiologico dell’odontoiatra. In moltissimi casi, i denti del giudizio provocano fastidi che vanno indagati dall’odontoiatra che farà una valutazione caso per caso. Non sempre è necessario procedere all’estrazione dei denti del giudizio ma molto dipende dalla conformazione della bocca oltre che dalle caratteristiche degli ottavi stessi.
Come capire quanto il dente del giudizio va tolto
Non tutte le persone sono uguali. E non tutti i denti del giudizio vanno considerati allo stesso modo. Due sono gli aspetti principali che l’odontoiatra verifica principalmente: la posizione del dente del giudizio, con analisi ortodontica dell’allineamento della colonna dei denti poiché bisogna fare attenzione che il dente di giudizio non cresca storto o che non favorisca la comparsa di cisti, e la presenza di sintomi.
Nel primo caso l’obiettivo sarà quello di evitare pressioni in grado di creare sovrapposizioni o sovraffollamento dei denti presenti. Nel secondo caso dolore prolungato, infiammazione diffusa nella bocca, gengivite, comparsa di ascessi con conseguenti infezioni, oltre ovviamente alle carie, sono fattori che possono indicare la necessità di intervenire, anche per scongiurare il rischio di infezioni, come le pulpiti, e il coinvolgimento delle radici dentali.
L’odontoiatra dovrà poi considerare i medesimi aspetti se il dente del giudizio si rompe o si scheggia con maggior facilità per i germi sviluppatisi al suo interno che rischiano di invadere anche i denti limitrofi.
Come gestire il dolore dopo l’estrazione del dente del giudizio
Alla fine, anche l’ottavo (o gli ottavi, se preferite) è un dente. E come tale, quando va estratto, occorre avere particolari attenzioni. Se sul fronte delle terapie da seguire è il dentista a dare, caso per caso, le indicazioni, non dimentichiamo mai che i farmaci di automedicazione, specie se ad azione antinfiammatoria e antisettica, possono consentirci di limitare eventuali disturbi come gonfiori, dolore e irritazione gengivale, con arrossamenti diffusi della mucosa.
Per il resto, sono soprattutto le buone abitudini che vanno tenute presenti. Subito dopo l’estrazione va evitato di sciacquarsi la bocca e, in base alle indicazioni, bisogna sempre curare nei giorni successivi l’igiene del cavo orale. Vanno impiegati, almeno nell’area in cui il dentista è intervenuto, spazzolini con setole molto morbide oltre ovviamente al filo interdentale e agli altri dispositivi per l’igiene orale.
Capitolo alimentazione: cibi e bevande caldi non aiutano, quindi evitate tè, tisane e comunque alimenti ad alta temperatura, ricordando di bere solamente bevande a temperatura ambiente e preferire cibi liquidi o comunque morbidi al palato. Per il resto conviene evitare di “stancare” le ossa del cavo orale sollecitandole troppo e quindi masticando ripetutamente (niente chewing gum, insomma) e poi conviene evitare sforzi fisici eccessivi. Un’ultima raccomandazione. Ricordate di riposare. Così, anche il dente del giudizio, sarà solo un ricordo.
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