Infezione all’orecchio da piercing o orecchino, cosa fare

Redazione Semplicemente Salute
Tempo di lettura: 7 MIN
Infezione all’orecchio da piercing o orecchino, cosa fare

Farsi un piercing è un modo per esprimere la propria personalità e sentirsi più belli, ma può comportare alcuni rischi, soprattutto se non si presta attenzione alla cura della pelle. Anche un semplice buco all’orecchio, infatti, può dare origine a infezioni o altri problemi di salute, specialmente se orecchini e monili non vengono utilizzati correttamente o se l’igiene non è adeguata.

Quali sono i rischi di un’infezione al piercing? E come prevenirli? Scopriamo insieme i migliori consigli per proteggere la salute delle orecchie.

Buco dell’orecchio infetto: quali sono i sintomi

Qualche tempo fa, parliamo di diversi anni orsono, una ricerca condotta da Aglaija Stirn dell’Università Goethe di Francoforte, sulla rivista The Lancet ha mostrato come un’infezione all’orecchio o una piccola emorragia nella zona del buco si manifesta in percentuale variabile tra il dieci e il trenta per cento dei casi.

Quando la cute dell’orecchio va incontro a una infezione essa si manifesta con prurito, arrossamento, gonfiore e dolore. Inoltre, piercing auricolare, oltre a determinare la comparsa di un orecchio gonfio e arrossato, può creare un’infezione del lobo auricolare che tende ad allargarsi, fino a determinare un quadro di otite esterna.

Le infezioni più comuni sono causate dagli stafilococchi, batteri che normalmente sono presenti sull’epidermide e si concentrano in alcune aree. Se non viene effettuata una sufficiente detersione dell’area del buco, i germi possono entrare negli strati più interni della pelle determinando una infezione. Nelle forme più gravi può addirittura insorgere qualche linea di febbre.

Oltre agli stafilococchi, anche altri germi possono dare il via ad un quadro patologico: il più temuto è lo pseudomonas aeruginosa, che se giunge fino alle vie respiratorie o si diffonde nell’organismo può dar luogo a infezioni molto serie.

Le allergie associate a piercing e orecchini

Il piercing può anche dar luogo a reazioni allergiche, legate soprattutto alla presenza di nichel nei gioielli utilizzati.  In caso di reazione allergica, si presentano arrossamento, prurito, desquamazione della cute con formazione di fastidiose crosticine.

Nello specifico, il nichel è responsabile di due diversi tipi di allergie. La forma più comune è la classica dermatite allergica da contatto (Dac), l’altra, scoperta più di recente, è la Snas. Si tratta di una condizione estremamente rara legata all’insorgenza di sintomi legati all’interessamento di vari apparati, consequenziali all’ingestione di nichel attraverso gli alimenti. Spesso, va detto i quadri coesistono nella stessa persona.

Cosa fare? Se il corpo non “sopporta” questa sostanza, cercate di fare attenzione ai contatti “pericolosi”: il nichel, infatti, oltre a essere un problema sul lavoro per chi è allergico (a rischio sono soprattutto metalmeccanici, parrucchieri e cassieri), può essere contenuto non solo negli accessori metallici dell’abbigliamento, nelle montature degli occhiali, nella bigiotteria, nelle monete, nelle chiavi, ma anche nelle stoviglie e negli alimenti di origine vegetale. Può quindi capitare che l’orecchino diventi una sorta di “detonatore” per un quadro allergico già presente, con tutte le conseguenze del quadro.

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Cosa fare in caso di infezione: rimedi e prevenzione

Ci sono alcune semplici regole preventive che consentono di limitare i rischi. In primo luogo, occorre sottoporsi a interventi solo in strutture che dispongano di un direttore sanitario, oltre a valutare che sia presente una sterilizzatrice (uno strumento che distrugge virus e batteri eventualmente presenti sugli attrezzi dell’operatore).

È importante anche accertarsi che si impieghino strumenti monouso tratti da una confezione sterile aperta davanti ai vostri occhi, così come conviene assicurarsi che dopo ogni trattamento anche poltrone e pavimento siano disinfettati. Infine, cercate di evitare l’impiego di stick per coagulare il sangue, che possono essere riutilizzati più volte. Fornite queste indicazioni generali, in caso di infezione batterica il medico (e solo lui) può prescrivere una terapia con antibiotici specifici che in genere consente di risolvere il quadro in meno di una settimana.

Per capire se è in corso un’infiammazione che tende a diffondersi, provate a comprimere la parte anteriore dell’orecchio: se il dolore peggiora, siamo di fronte proprio a un processo infiammatorio.

In genere, se non ci sono sovrapposizioni batteriche, il fenomeno dura per pochi giorni e tende ad autolimitarsi. In questo lasso di tempo, i farmaci di automedicazione ad azione antisettica e antinfiammatoria possono aiutarci. Lo stesso vale per eventuali arrossamenti e reazioni legate ad allergia. Oltre a eliminare la causa della reazione, il ricorso a medicinali antistaminici è un importante elemento per limitare la sintomatologia allergica.

Domande e risposte rapide all’infezione all’orecchio da piercing

1. Quali sono i sintomi di un’infezione al buco dell’orecchio causata da piercing o orecchino?

Un’infezione al buco dell’orecchio si manifesta con sintomi come arrossamento, gonfiore, dolore e prurito. In alcuni casi, può comparire anche una secrezione giallastra o la formazione di crosticine intorno al foro. Se l’infezione si aggrava, possono insorgere febbre e un’infiammazione diffusa che coinvolge anche il lobo o la cartilagine.

2. Come prevenire un’infezione al piercing all’orecchio?

Per prevenire un’infezione, è fondamentale igienizzare regolarmente il piercing con soluzioni antisettiche, evitare di toccarlo con mani sporche e assicurarsi che gli orecchini siano realizzati con materiali anallergici, come titanio o oro. Inoltre, è importante eseguire il foro in centri specializzati che rispettino rigorose norme igieniche.

3. Cosa fare se il buco dell’orecchio si infetta?

Se si sospetta un’infezione, è consigliabile pulire delicatamente l’area con soluzioni disinfettanti e applicare farmaci antisettici. In caso di dolore persistente, secrezione purulenta o febbre, è necessario consultare un medico, che potrebbe prescrivere una terapia antibiotica per contrastare l’infezione.

FONTE: https://www.sidemast.org/

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