Intervista alla Dott.ssa Elisabetta Fulgione

Redazione Semplicemente Salute
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Intervista alla Dott.ssa Elisabetta Fulgione

La pelle è un organo dinamico che cambia durante tutta la vita, con esigenze diverse a seconda dell’età, degli ormoni, dell’ambiente e delle abitudini. Perché è fondamentale proteggerla sempre? Ne abbiamo discusso con la dottoressa Elisabetta Fulgione, dermatologa e dirigente medico presso Clinica Dermatologica Università della Campania Luigi Vanvitelli (Napoli)

1.In che modo la pelle si trasforma dall’infanzia alla terza età, e quali sono le attenzioni specifiche da adottare in ognuna di queste fasi (lattanti, bambini, adolescenti, adulti, donne in menopausa, anziani)? Insomma …come cambia la pelle nelle varie fasi della vita? 

      La pelle è un organo dinamico che subisce trasformazioni continue nel corso della vita, adattandosi ai cambiamenti interni ed esterni a cui è sottoposta: dalla nascita alla vecchiaia, la pelle cambia influenzata da fattori genetici, ormonali e ambientali. La pelle presenta esigenze e problematiche differenti in base alle modifiche indotte dal tempo, ai fattori esposomiali (inquinamento, alimentazione etc) ma anche soprattutto in base alle alterazioni ormonali che si verificano ciclicamente durante il percorso di vita.

      I cambiamenti fisiologici ormonali che si verificano durante la vita della donna e dell’uomo sono da diversi anni al centro dell’attenzione di chi si occupa di prevenzione e benessere svolgendo un ruolo importante anche nella comparsa degli inestetismi a carico dell’organo pelle: gli ormoni, sono delle “molecole incostanti” che con le loro variazioni impattano non solo sull’umore e sull’appetito ma anche e soprattutto sull’aspetto cutaneo del viso e del corpo.

      Neonati e bambini: alla nascita, la pelle del neonato è sottile, sensibile e particolarmente vulnerabile agli agenti esterni, poiché il suo sistema di difesa è ancora in fase di sviluppo. La barriera cutanea non è completamente formata, il film idrolipidico è poco sviluppato e le ghiandole sebacee producono pochissimo sebo, rendendo la pelle più suscettibile alla disidratazione, agli sbalzi di temperatura e agli agenti irritanti. La pelle infantile, pur essendo naturalmente morbida e liscia, necessita di cure specifiche per mantenere il giusto livello di idratazione e rafforzare le sue difese naturali. Durante i primi mesi di vita, la pelle è soggetta a fenomeni fisiologici transitori, come la dermatite neonatale, la xerosi cutanea ( pelle secca)  e la formazione di piccole desquamazioni, dovute all’adattamento all’ambiente esterno. Inoltre, i neonati possono sviluppare condizioni cutanee tipiche come milia (piccoli punti bianchi sul viso), acne neonatale e dermatite atopica. Per proteggere la pelle nei primi anni di vita, è fondamentale evitare bagni troppo lunghi o con acqua calda, che aumentano la disidratazione cutanea, utilizzare prodotti delicati, privi di sostanze irritanti e profumi, preferendo detergenti oleosi, creme idratanti lenitive e una protezione solare adeguata per prevenire danni causati dai raggi UV. Studi scientifici dimostrano che una corretta protezione dai raggi solari è fondamentale in età pediatrica in quanto le scottature solari che si verificano in queste fasce d’età sono state recentemente indicate tra i maggiori fattori di rischio nell’insorgenza del melanoma nell’adulto. Questa evidenza è stata anche confermata da osservazione che in Australia il Paese dove la percentuale di persone colpite da tumori alla pelle è stata per lungo tempo tra le più elevate in assoluto, dopo una puntuale e massiccia campagna di sensibilizzazione soprattutto nelle scuole primarie i numeri sono crollati.

      Dalla pubertà in poi i cambiamenti fisiologici ormonali che si verificano sia nell’uomo che nella donna incidono sulla cute portando alla comparsa di inestetismi e modifiche dell’organo “pelle” che possono manifestarsi in maniera più o meno evidente nelle varie fasi della vita. I cambiamenti ormonali che influenzano la produzione di sebo, portano alla comparsa delle prime imperfezioni: la produzione di ormoni sessuali (testosterone, estrogeni e progesterone) porta ad ispessimento dell’epidermide ed ad aumento dell’attività delle ghiandole sebacee ed ad una maggiore produzione di sebo rendendo la pelle più grassa, lucida e incline alla formazione di punti neri, brufoli e acne.

      L’acne è una delle problematiche più comuni in questa fase della vita e può variare da forme lievi a severe, richiedendo trattamenti specifici a seconda della gravità. Se non gestita correttamente, può lasciare cicatrici e iperpigmentazioni permanenti, motivo per cui è importante, accanto alle terapie eventualmente proposte dal dermatologo adottare una skincare adatta: una corretta educazione alla cura della pelle in questa fase aiuta a prevenire danni a lungo termine e a costruire buone abitudini che dureranno tutta la vita. La beauty routine potrà includere detersione delicata, esfoliazione controllata, idratazione leggera per contrastare le impurità. 

      L’uso di protezione solare è fondamentale anche in adolescenza, specialmente se si utilizzano trattamenti esfolianti o farmaci per l’acne che rendono la pelle più sensibile ai raggi UV. Inoltre, evitare di manipolare i brufoli riduce il rischio di infiammazioni e cicatrici permanenti. 

      Età adulta 

      Durante i venti e i primi trent’anni, la pelle si trova generalmente nella sua fase migliore, grazie a un ottimo equilibrio tra idratazione, produzione di sebo e rigenerazione cellulare. Collagene ed elastina sono ancora abbondanti, conferendo compattezza ed elasticità, mentre il turnover cellulare avviene in modo efficiente, garantendo luminosità e un tono uniforme.

      Per mantenere la pelle in buono stato, è importante seguire alcune semplici regole: evitare l’esposizione solare senza protezione, ridurre l’uso di trattamenti aggressivi, gestire lo stress, dormire a sufficienza e seguire un’alimentazione equilibrata. Questi fattori, se trascurati, possono compromettere la qualità della pelle, favorendo la comparsa dei primi segni di invecchiamento precoce.

      La skincare ideale in questa fase deve essere orientata alla prevenzione: una buona idratazione, l’uso quotidiano di filtri solari, una detersione delicata e l’introduzione di antiossidanti come vitamina C e niacinamide aiutano a proteggere la pelle dai danni ambientali e dai radicali liberi. L’acido ialuronico, componente fondamentale della pelle, è una molecola molto fragile: ogni giorno ne viene degradato quasi il 50%, e con il tempo la sua produzione si riduce notevolmente. In questo contesto, l’integrazione dermocosmetica può contribuire a mantenere la cute in equilibrio.

      Dai 35 anni in poi, la pelle inizia a mostrare i primi segni di invecchiamento, dovuti alla progressiva riduzione nella produzione di collagene, elastina e acido ialuronico. Le rughe diventano più evidenti, la pelle perde elasticità e compattezza, e il rinnovamento cellulare rallenta, rendendo il colorito meno uniforme e più spento. Anche la zona del contorno occhi si modifica, diventando più sottile e soggetta alla formazione di borse, occhiaie e linee sottili.

      Il rallentamento del turnover cellulare e la ridotta capacità di trattenere l’idratazione rendono necessaria una routine skincare più ricca di attivi idratanti e ristrutturanti. Ingredienti chiave in questa fase sono retinolopeptidivitamina C e acido ialuronico, che migliorano la texture, stimolano la produzione di collagene e riducono i segni visibili dell’invecchiamento.

      Gravidanza e menopausa rappresentano due momenti di grande cambiamento ormonale per la donna, con conseguenti modifiche a livello cutaneo. Le alterazioni fisiologiche e le patologie dermatologiche tipiche della gravidanza si suddividono in tre gruppi:

      1. Dermatosi preesistenti che si modificano durante la gravidanza;
      2. Dermatosi tipiche della gravidanza;
      3. Modifiche cutanee fisiologiche.

      Queste ultime sono causate dagli ormoni prodotti durante la gestazione e possono interessare la cute e gli annessi cutanei. Tra le manifestazioni più comuni troviamo:

      • Pigmentazioni cutanee (cloasma, iperpigmentazioni, linea alba, nevi iperpigmentati);
      • Alterazioni del tessuto connettivo (smagliature);
      • Modificazioni vascolari (angiomi, teleangectasie);
      • Cambiamenti a carico di capelli e peli (defluvium post-partum);
      • Alterazioni ungueali (onicolisi, onicoschizia).

      In questa fase, l’uso di una dermocosmesi studiata appositamente per la gravidanza, associata a integratori mirati, può aiutare a ridurre la comparsa di inestetismi cutanei. Anche in questo caso, la fotoprotezione rimane fondamentale per la salute della pelle.

      Terza età – pelle assottigliata e maggiore sensibilità:

      Dopo i 60 anni, la pelle appare più sottile, fragile e secca, a causa di una significativa riduzione di collagene e lipidi protettivi. Le rughe si accentuano, la tonicità diminuisce e possono comparire macchie senili, dovute all’esposizione cumulativa ai raggi UV.

      In questa fase, la pelle necessita di maggiore protezioneidratazione intensa e prodotti lenitivi che mantengano l’equilibrio della barriera cutanea. L’uso di oli vegetaliburri nutrienticeramidi e acidi grassi essenziali è utile per compensare la perdita di lipidi. Una detersione per affinità è essenziale per evitare ulteriori alterazioni.

      È importante ricordare che la cute dell’uomo e quella della donna invecchiano in modo diverso. Sebbene nell’uomo l’invecchiamento cutaneo inizi più tardi, esso si manifesta con segni più profondi e marcati. La pelle maschile è generalmente più seborroica, più spessa (circa il 20% in più), con una maggiore concentrazione di collagene e una perdita costante nel tempo.

      Nella donna, invece, dopo la menopausa, la carenza estrogenica comporta cambiamenti cutanei più evidenti, legati a una condizione di ipoestrogenismo.

      2. Negli ultimi anni ha notato un cambiamento nell’attenzione degli italiani verso la cura della pelle? Ci sono differenze significative tra uomini e donne in questo approccio o tra le diverse fasce d’età?

        La crescente attenzione verso la salute della pelle sta portando a un interesse sempre maggiore non solo nella prevenzione, diagnosi e cura delle patologie cutanee, ma anche nella correzione degli inestetismi e nella lotta contro l’aging cutaneo. Le nuove possibilità terapeutiche per malattie dermatologiche quali la vitiligine e l’alopecia hanno offerto nuova speranza ai pazienti, mentre l’interesse per la cura della pelle è aumentato notevolmente in entrambi i sessi.

        Basti pensare che, secondo una ricerca di Statista, il fatturato globale nel segmento skin care del mercato Beauty & Personal Care continuerà a crescere costantemente tra il 2024 e il 2028, raggiungendo circa 24 miliardi di dollari con un incremento del 12,88%.

        Un’indagine condotta su un campione rappresentativo di oltre 1000 italiani over 18 ha rivelato che il 52% degli uomini considera “abbastanza importante” mantenere una pelle del viso sana e tonica, indipendentemente dall’età e dai segni del tempo, mentre il 43% la considera una priorità. Nella fascia 36-45 anni, un uomo su due ritiene “molto importante” che la pelle appaia in buona salute. Questi dati dimostrano come, rispetto al passato, gli uomini siano ora più attenti alla cura del viso, specialmente quando iniziano a manifestarsi i primi segni dell’invecchiamento. Al contrario, il 74% delle donne si affida ai dermocosmetici, mentre solo il 20-30% considera uno stile di vita bilanciato il metodo più efficace per mantenere la pelle in salute.

        Nonostante le differenze negli approcci alla skincare tra uomini e donne, oggi entrambi condividono il desiderio di ottenere un aspetto complessivo sano, luminoso e, soprattutto, naturale. Se in passato la cura della pelle era maggiormente associata al genere femminile, oggi il mercato della cosmetica maschile sta vivendo una vera rivoluzione, alimentata non solo da un cambiamento culturale, ma anche da una maggiore consapevolezza delle esigenze skincare specifiche degli uomini. Infatti, le ghiandole sebacee maschili, influenzate dal testosterone, producono più sebo, rendendo la pelle più oleosa e soggetta a seborrea; inoltre, il pH cutaneo degli uomini risulta più acido (circa 4,5), creando un microbiota differente rispetto a quello femminile. Queste peculiarità evidenziano la necessità di utilizzare prodotti skincare formulati appositamente per il sesso maschile, poiché i cosmetici ideati per le donne non sempre rispondono alle esigenze degli uomini.

        La skincare maschile non è più un segmento di nicchia e non si limita più al solo momento della rasatura: oggi comprende l’impiego di sieri anti-età, creme multifunzione per il viso, prodotti per il corpo e per la protezione solare, costituendo una parte fondamentale della beauty routine degli uomini.

        Parallelamente, negli ultimi anni si è osservato un disturbo percettivo alimentato dalla difficoltà di accettare l’invecchiamento. La pressione sociale, diffusa attraverso canali informativi come influencer e tutorial online, esorta quotidianamente ad ottenere una pelle “senza età”, influenzando non solo la salute fisica, ma anche il benessere mentale. La dermorexia, ad esempio, colpisce principalmente gli adolescenti, ma interessa anche adulti che, nel tentativo di prevenire le rughe, si sottopongono a continue routine antietà, fino a trasformarsi in “maschere” quasi caricaturali di se stessi. Un sondaggio ha evidenziato come la cura della pelle sia la categoria di bellezza più ricercata e per la quale la Generazione Z è disposta a spendere di più: l’ideale giovanile, spinto da un marketing aggressivo, gioca così un ruolo fondamentale nello sviluppo della dermorexia. All’origine di questa tendenza c’è la convinzione errata che “di più sia meglio”: l’uso eccessivo di prodotti per il viso e il corpo, con la sovrapposizione di numerosi trattamenti, può infatti risultare dannoso, provocando irritazioni, squilibri del microbiota cutaneo e compromettendo l’integrità della barriera cutanea.

        Un ulteriore fenomeno osservabile a livello globale è la cosiddetta “cosmeticoressia”: un’ossessione che vede anche bambine, spesso sotto i dieci anni, adottare abitudini di cura della pelle tipiche degli adulti, influenzate da modelli poco educativi presentati dagli influencer sui social. Queste giovani, seguendo routine complesse che includono numerosi prodotti, rappresentano una generazione definita “alpha”, apparentemente la più beauty addicted di sempre. Dal Centro Studi di Cosmetica Italia emerge l’importanza che i cosmetici destinati ai bambini siano chiaramente identificabili come tali, rispondendo a specifiche esigenze relative, ad esempio, all’igiene della pelle, dei capelli, dei denti e alla protezione solare. Cosmetici formulati per adulti, infatti, vengono testati considerando le caratteristiche della pelle adulta e, nel caso di prodotti anti-age, risulterebbero inappropriati per un pubblico troppo giovane, dove non offrirebbero un reale beneficio.

        In sintesi, mentre per fascia d’età e genere esistono approcci differenti alla skincare, l’obiettivo comune rimane quello di preservare e valorizzare una pelle sana e naturale, facendo attenzione però a non cadere nell’eccesso che può portare a effetti indesiderati sia sul piano estetico sia su quello della salute.

        3. Quando è necessario un controllo dermatologico e quali caratteristiche deve avere un neo per essere considerato sospetto? Quali segnali devono, quindi, allertare e quanto è importante il monitoraggio regolare dei nei per una diagnosi precoce del melanoma? Esistono dati recenti sull’incidenza delle diagnosi precoci grazie ai controlli periodici?

          Quando si parla di melanoma, la vera arma vincente resta la prevenzione, unita alla diagnosi precoce. Individuarlo nelle fasi iniziali e procedere tempestivamente all’asportazione può fare la differenza tra guarigione e complicanze gravi. Come affermava il celebre dermatologo e anatomopatologo americano Bernard Ackerman: “Nessuno dovrebbe morire di melanoma”. Una frase provocatoria, certo, ma fondata su una verità scientifica: il melanoma, pur essendo uno dei tumori cutanei più aggressivi, è anche tra i pochi che possono essere visibili sin dalle prime fasi, consentendo una diagnosi precoce e un intervento tempestivo.

          Infatti, l’asportazione di un melanoma nelle sue fasi iniziali può portare a una percentuale di guarigione prossima al 90%. Un melanoma con uno spessore inferiore a 0,5 mm presenta il 98% di possibilità di risoluzione positiva. Quando il melanoma è ancora “in situ”, un semplice intervento chirurgico è sufficiente per evitarne l’evoluzione. Tuttavia, se la lesione ha già raggiunto una maggiore profondità, aumenta in modo significativo il rischio di metastasi.

          Negli ultimi anni la ricerca scientifica ha compiuto importanti progressi, grazie anche a terapie mirate come la target therapy, che hanno migliorato l’aspettativa di vita dei pazienti. Tuttavia, il futuro nella lotta al melanoma rimane legato alla diagnosi precoce e allo sviluppo di soluzioni sempre più efficaci.

          Controlli regolari e autoispezione: gli strumenti per la prevenzione

          La diagnosi precoce richiede il coinvolgimento attivo del paziente, ma anche il supporto dello specialista dermatologo. Sottoporsi almeno una volta a una visita dermatologica per il controllo dei nei è fondamentale. In base al numero di nei, al fototipo e all’eventuale familiarità con il melanoma, lo specialista stabilirà la frequenza dei controlli successivi.

          Uno strumento fondamentale in questo processo è la mappatura dei nei, una visita dermatologica approfondita che include l’uso della dermatoscopia in epiluminescenza. Questa tecnica prevede l’impiego di un dermatoscopio, uno strumento ottico manuale che consente di osservare strutture microscopiche non visibili a occhio nudo. Numerosi studi dimostrano che l’uso della dermatoscopia può aumentare la sensibilità diagnostica del melanoma fino al 35% rispetto all’osservazione visiva tradizionale, ma solo se utilizzata da un operatore esperto.

          Con i metodi tradizionali, si ha in media 1 diagnosi corretta ogni 30 asportazioni, mentre con la dermatoscopia si arriva a 1 su 5, riducendo significativamente il numero di interventi inutili. Inoltre, questa tecnica permette di monitorare nel tempo l’evoluzione dei nei atipici, fotografando le lesioni sospette e pianificando controlli mirati.

          Oggi possiamo affermare che una visita dermatologica senza dermatoscopia non è più sufficiente, così come non avrebbe senso una visita cardiologica senza elettrocardiogramma.

          Oltre ai controlli specialistici, è essenziale educare i pazienti a praticare l’autoesplorazione della propria pelle: osservare periodicamente i nei, nuovi o già presenti, memorizzarne le caratteristiche e coinvolgere, se necessario, un familiare o il partner per le zone difficili da vedere, come la schiena. L’ispezione deve includere anche le aree meno visibili, come i genitali e le mucose orali, che possono anch’esse sviluppare melanomi.

          La regola dell’ABCDE per riconoscere un neo sospetto

          Per facilitare l’auto-valutazione, si può utilizzare la regola mnemonica ABCDE, che aiuta a identificare i nei sospetti:

          • A – Asimmetria: i nei benigni hanno forma simmetrica, mentre i melanomi possono crescere in modo irregolare.
          • B – Bordi: irregolari, frastagliati o sfumati.
          • C – Colore: disomogeneo, con più sfumature o variazioni cromatiche.
          • D – Dimensioni: superiori ai 5 mm, o in crescita sia in larghezza che in spessore.
          • E – Evoluzione: cambiamenti nel tempo dell’aspetto del neo, compresa l’elevazione.

          Nel caso del melanoma nodulare, la forma più aggressiva, si aggiungono tre ulteriori segnali (regola EFG):

          • E – Elevated (elevato, in rilievo)
          • F – Firm to the touch (duro al tatto)
          • G – Growing rapidly (cresce velocemente)

          Cos’è il melanoma

          Il melanoma è un tumore cutaneo particolarmente aggressivo, che origina dalla trasformazione maligna dei melanociti, le cellule dell’epidermide incaricate di produrre la melanina, pigmento naturale che protegge la pelle dai raggi solari.

          Colpisce prevalentemente le persone tra i 45 e i 50 anni, ma negli ultimi decenni l’età media alla diagnosi si è notevolmente abbassata. Nel 70% dei casi il melanoma insorge su pelle sana, mentre nel restante 30% rappresenta l’evoluzione di un neo preesistente, congenito o acquisito.

          Secondo i dati dell’AIRTUM (Associazione Italiana Registri Tumori), in Italia si registrano ogni anno circa 3.150 nuovi casi tra gli uomini e 2.850 tra le donne, con un’incidenza che ha raddoppiato negli ultimi 10 anni.

          4. Sole e invecchiamento cutaneo: meglio o peggio rispetto al passato? Danni del sole e piccoli disturbi: oltre alle scottature, quali i più frequenti? Scottatura vs ustione solare. Ci aiuta a fare chiarezza? Come si distinguono? 

            Effetti nocivi dei raggi UV: a breve e a lungo termine

            L’esposizione ai raggi ultravioletti (UV) può provocare effetti dannosi sia a breve che a lungo termine. Tra i danni immediati si annoverano eritemi solari, ustioni e colpi di calore, mentre le conseguenze croniche, legate a esposizioni ripetute e prolungate, includono l’invecchiamento precoce della pelle e l’aumento del rischio di sviluppare tumori cutanei, come carcinomi e melanomi.

            EFFETTI A BREVE TERMINE

            Eritema solare

            L’eritema solare è una reazione infiammatoria della pelle causata da un’eccessiva esposizione ai raggi solari. Si manifesta con arrossamento diffusoprurito e la comparsa di piccole macchie rosse che possono confluire. In presenza di eritema, è fondamentale interrompere l’esposizione al sole e applicare, solo sotto controllo medicocreme cortisoniche per alleviare l’infiammazione.

            Ustioni solari

            Le ustioni solari sono lesioni cutanee provocate da esposizioni prolungate al sole senza un’adeguata protezione. Si classificano in base alla gravità e alla profondità del danno cutaneo:

            Ustioni di primo grado

            Coinvolgono solo l’epidermide, lo strato più superficiale della pelle. Si presentano con arrossamentogonfioredolore e sensazione di calore o prurito. Generalmente guariscono in pochi giorni senza esiti permanenti.

            Ustioni di secondo grado

            Interessano sia l’epidermide che il derma

            Si manifestano con rossoregonfiorevesciche contenenti liquido trasparente e dolore più intenso. Richiedono un tempo di guarigione maggiore e possono lasciare cicatrici permanenti.

            Ustioni di terzo grado

            Sono le più gravi e coinvolgono tutti gli strati cutanei, fino ai tessuti sottostanti (muscoli, vasi sanguigni). La pelle può apparire bianca, carbonizzata o brunita, spesso senza dolore immediato a causa della lesione dei nervi. Richiedono interventi medici urgenti, a volte anche chirurgici.

            Ustioni solari croniche

            Derivano da esposizioni ripetute e non protette nel tempo. Possono causare danni cutanei permanentifotoinvecchiamento precoce, comparsa di rughemacchie solari e un elevato rischio di sviluppare tumori cutanei.

            Colpo di calore

            Il colpo di calore è una condizione acuta causata da esposizione prolungata al sole o ad alte temperature, spesso associata a disidratazione. I sintomi includono sudorazione profusasenso di svenimentodebolezza e confusione. In questi casi, è fondamentale:

            • Spostarsi immediatamente all’ombra o in un luogo fresco
            • Applicare impacchi freddi su fronte e corpo
            • Reidratare l’organismo bevendo acqua frequentemente

            Il colpo di calore può essere pericoloso, soprattutto nei soggetti fragili (bambini, anziani), ed è quindi essenziale prevenirlo evitando le ore più calde della giornata e mantenendosi sempre ben idratati.

            5. Facciamo un focus sull’eritema solare: come nasce? Quali sono i soggetti più colpiti e perché? (fasce d’età, fototipi, errori nell’esposizione solare, …)

              Il fototipo è una classificazione utilizzata in dermatologia e medicina estetica per descrivere la risposta della pelle all’esposizione solare. Questa risposta dipende dalla qualità e dalla quantità di melanina presente nella pelle a riposo, cioè in assenza di esposizione alla luce.

              Esistono sei fototipi, determinati in base a caratteristiche come la carnagione, il colore dei capelli, la presenza o meno di efelidi (lentiggini) e la capacità individuale di abbronzarsi. Più il fototipo è basso, maggiori sono i rischi legati all’esposizione solare, che possono variare dall’eritema, alla scottatura, fino al melanoma. Di conseguenza, le precauzioni da adottare sono direttamente proporzionali al fototipo.

              La quantità di melanina nella pelle varia infatti a seconda del fototipo: il fototipo VI è quello con la maggiore quantità di melanina, mentre il fototipo I ne ha pochissima o quasi nulla. Per questo motivo, anche una minima esposizione al sole può risultare pericolosa per chi ha il fototipo I.

              Per proteggersi adeguatamente, i fototipi chiari (I e II) necessitano di una protezione molto alta, come filtri solari con fattore di protezione 50+. I fototipi più scuri (dal III al VI) possono invece utilizzare anche filtri con protezione 30, pur essendo comunque sempre consigliabile l’uso di protezioni elevate come 50+.

              Ecco una breve descrizione dei fototipi:

              • Fototipo I: pelle chiara, capelli rossi o biondi, si scotta sempre, non si abbronza mai, efelidi molto numerose.
              • Fototipo II: pelle chiara, capelli biondi, si scotta sempre, si abbronza poco, numerose efelidi.
              • Fototipo III: capelli biondo scuro o castani, si scotta poco, si abbronza sempre (abbronzatura media), alcune efelidi.
              • Fototipo IV: pelle olivastra, difficilmente si scotta, abbronzatura intensa.
              • Fototipo V: pelle scura, non si scotta quasi mai, abbronzatura molto scura, nessuna efelide.
              • Fototipo VI: pelle nera, non si scotta, nessuna efelide.

              Altri fattori influenzano l’intensità dei raggi UV, indipendentemente dal fototipo:

              • Altezza del sole: più il sole è alto nel cielo, maggiore è l’intensità della radiazione UV. I livelli massimi si registrano a mezzogiorno solare, soprattutto nei mesi estivi.
              • Latitudine: avvicinandosi all’equatore, aumenta l’intensità della radiazione UV.
              • Copertura del cielo: i raggi UV sono più intensi quando il cielo è sereno.
              • Altitudine: salendo in quota, l’atmosfera si assottiglia, assorbe meno radiazioni UV e quindi l’intensità dei raggi aumenta.
              1. Quali sono i farmaci da banco che possono essere utili per gestire al meglio scottature, eritemi o ustioni dovute al sole? Quando è fondamentale rivolgersi al medico?

              I trattamenti medici dermatologici per le ustioni solari possono variare in base alla gravità delle ustioni e alle esigenze specifiche del paziente.

              1. Creme idratanti e emollienti: I dermatologi raccomandano spesso l’uso di creme idratanti e emollienti per mantenere la pelle ben idratata e promuovere la guarigione. Queste creme possono aiutare a ridurre il prurito, il rossore e l’irritazione associati alle ustioni solari, fornendo un’ulteriore protezione alla pelle danneggiata. Utili nell’eritema solare 
              2. Farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS): I farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS), come ibuprofene o naprossene, possono essere prescritti per ridurre l’infiammazione e il dolore associati alle ustioni solari. Questi farmaci possono essere assunti per via orale per alleviare il disagio generale e ridurre l’infiammazione.
              3. Corticosteroidi topici: In alcuni casi di ustioni solari gravi si possono prescrivere creme o unguenti contenenti corticosteroidi per ridurre l’infiammazione e il dolore. I corticosteroidi topici possono aiutare a ridurre il rossore e il gonfiore sulla pelle danneggiata, accelerando così il processo di guarigione.
              4. Antibiotici topici o sistemiciSe l’ustione solare si infetta, il dermatologo può prescrivere antibiotici topici o sistemici per prevenire o trattare l’infezione. Questi farmaci possono essere applicati direttamente sulla pelle o assunti per via orale, a seconda della gravità dell’infezione.
              5. Anestetici topici: Per alleviare il dolore associato alle ustioni solari, spesso vengono consigliati tra i farmaci da banco creme o gel contenenti anestetici locali come lidocaina o pramoxina. Utilizzo di questi farmaci andrebbe fatto con molta cautela e con tante accortezze troppo spesso dimenticate: anche se migliorano la sensazione di dolore e prurito e bruciore dovrebbero essere utilizzarli esclusivamente di sera perché possono provocare frequentemente dermatiti irritative in seguito ad esposizione. Molto meglio usare creme con cortisone e, se prurito intenso antistaminici per via orale 
              6. Bendaggi umidiPer ustioni solari più gravi, i dermatologi possono consigliare l’applicazione di bendaggi umidi per mantenere la pelle idratata e favorire la guarigione. I bendaggi umidi possono ridurre il rischio di infezione, proteggere la pelle danneggiata e alleviare il dolore.
              7. Creme con vitamina Eo acido ialuronicoAlcuni studi suggeriscono che l’applicazione topica di creme contenenti vitamina Eo acido ialuronico può favorire la guarigione delle ustioni solari e ridurre l’infiammazione e il disagio.
              8. Cura delle vescicheSe le ustioni solari causano la formazione di vesciche, i dermatologi possono consigliare di non scoprirle e lasciarle guarire naturalmente. Se le vesciche fossero molto grandi o dolorose, il dermatologo potrebbe drenarle in modo sterile per alleviare il dolore e prevenire l’infezione.

              È fondamentale che il medico valuti la gravità delle ustioni per accelerare la guarigione e ridurre il rischio di complicazioni a lungo termine.

              6. Quali sono i principali falsi miti sull’esposizione al sole e sulla protezione della pelle che ancora oggi è importante sfatare? 

                1. Il sole fa bene alla pelle e alla salute

                Vero e falso.

                Il sole può essere paragonato a un buon vino: a piccole dosi stimola e rinvigorisce, ma se ci si espone troppo può diventare tossico e dannoso. Per trarne beneficio è quindi fondamentale non esagerare.

                L’estate può rappresentare un problema per chi soffre di alcune patologie cutanee, come rosacea, orticaria solare o lupus, mentre può essere un valido alleato per chi soffre di psoriasi o dermatite atopica: in questi casi, sole e acqua di mare possono avere un effetto terapeutico. Tuttavia, è sempre necessario rispettare alcune regole fondamentali per evitare i danni degli UV e non interrompere terapie senza consultare il proprio dermatologo.

                2. Evitare il sole è la scelta più sicura

                Falso.
                Esporsi al sole in modo sicuro porta benefici comprovati. Non bisogna evitarlo completamente, ma trovare un equilibrio tra benefici e rischi dei raggi UV. Evitare l’esposizione e usare protezioni solari riduce i danni senza compromettere gli effetti positivi del sole. Ad esempio, bastano 20 minuti di esposizione giornaliera in primavera, con circa il 25% della pelle scoperta, per stimolare la produzione di vitamina D necessaria.

                3. Il sole migliora l’acne

                Falso.
                Il sole non cura l’acne; al massimo ne maschera temporaneamente l’aspetto, grazie all’abbronzatura che attenua macchie e cicatrici. In realtà, il sole ispessisce lo strato superficiale della pelle, ostruendo i pori e favorendo un peggioramento dopo l’estate. Chi ha acne dovrebbe esporsi con cautela, preferendo le ore meno intense (mattina presto o tardo pomeriggio), utilizzando protezioni non comedogeniche specifiche e evitando l’esposizione diretta ai raggi UV per prevenire macchie e cicatrici. Con la protezione adeguata è possibile curare l’acne anche d’estate, prevenendo il peggioramento tipico dell’autunno.

                4. Abbronzatura e fototipo scuro proteggono naturalmente

                Falso.
                La melanina offre una certa protezione, ma non immunizza dai danni del sole. Anche chi ha fototipi scuri (IV, V, VI) deve usare protezioni solari, perché la pelle scura è meno soggetta a scottature ma resta vulnerabile al danno ossidativo, al fotoinvecchiamento e al rischio tumorale. Le protezioni solari proteggono sia dai raggi UVB, responsabili di eritema e scottature, sia dai raggi UVA, che penetrano in profondità accelerando l’invecchiamento e aumentando il rischio di tumori cutanei. L’abbronzatura è equivalente a una protezione SPF 4 circa, quindi non basta da sola. Per questo i dermatologi consigliano filtri con SPF minimo 30 e, in caso di esposizioni prolungate o prime esposizioni stagionali, almeno SPF 50.

                5. I nei necessitano di una protezione extra

                Falso.
                I nei, grazie alla melanina, sono naturalmente pigmentati e non richiedono protezioni speciali rispetto alla pelle circostante. È invece fondamentale proteggere tutta la pelle in modo uniforme, soprattutto nelle persone con carnagione chiara, per prevenire scottature. Il melanoma nasce nel 70% dei casi su pelle sana e solo nel 30% su nei preesistenti.

                6. Chi ha avuto un melanoma non deve adottare particolari precauzioni

                Falso.
                Chi ha avuto un melanoma deve seguire con ancora maggiore attenzione le regole di protezione solare: evitare le ore più calde (11-16), applicare la protezione solare almeno 20 minuti prima dell’esposizione e scegliere prodotti ad ampio spettro con SPF 50 o 50+. Nessuna crema può filtrare il 100% dei raggi UV: in Europa, le protezioni con SPF superiore a 50 sono indicate come “50+”, schermando circa il 98-99% dei raggi UV. È fondamentale riapplicare la crema ogni 2-3 ore, o più spesso se si fa il bagno o si sta vicino all’acqua o sulla neve, che riflettono i raggi.

                Bisogna inoltre distribuire la crema in modo uniforme, senza dimenticare collo, orecchie, piedi e aree sensibili come contorno occhi e labbra, per le quali esistono formulazioni specifiche in stick.

                La quantità giusta di crema è circa 2 mg per cm² di pelle, ovvero circa mezzo cucchiaino da tè per viso e collo, lo stesso per ogni braccio, e un cucchiaino intero per ciascuna gamba, busto e schiena.

                7. Serve molto sole per stimolare la produzione di vitamina D

                Falso.
                La vitamina D ha un ruolo fondamentale non solo nel metabolismo osseo, ma anche nell’attività immunitaria, nell’integrità della barriera cutanea e nel benessere dei capelli. Gli effetti benefici del sole, come l’aumento della serotonina e della vitamina D, non sono in contrasto con la prevenzione dei tumori cutanei. Per produrre vitamina D in modo adeguato basta esporsi al sole per circa 20 minuti, tre volte a settimana, su aree estese di pelle come braccia e gambe. Usare protezioni solari e evitare esposizioni prolungate non compromette questi benefici.

                8. Proteggersi dal sole inibisce la produzione di melanina

                Falso.
                Una protezione solare adeguata non blocca la produzione di melanina, ma permette un’abbronzatura più lenta, sana e duratura. Per stimolare la melanina si possono usare integratori orali a base di zinco, vitamine B, C, D, E, astaxantina e licopene, iniziandoli un mese prima dell’esposizione e proseguendo durante tutta l’estate.

                9. Con un SPF molto alto posso applicare la crema meno spesso

                Falso.
                Anche con una protezione alta è necessario riapplicare la crema ogni 2-3 ore e più frequentemente in caso di bagni, sudorazione o riflessi da acqua e neve. Un SPF elevato non esonera dalla necessità di un’applicazione regolare per mantenere l’efficacia.

                10. I filtri chimici non andrebbero mai utilizzati 

                Falso.

                I filtri chimici e gli schermi fisici, secondo il regolamento CE n.1223/2009 sui prodotti cosmetici, sono sostanze progettate principalmente per proteggere la pelle dalle radiazioni UV tramite l’assorbimento, la riflessione o la dispersione di queste radiazioni.

                Un buon prodotto solare dovrebbe contenere entrambi i tipi di filtri, poiché agiscono in modo complementare.

                I filtri chimici sono molecole sintetiche, ma anche naturali (come il gamma-orizanolo estratto dalla crusca di riso o l’acido cinnamico presente nella cannella), che assorbono parte dei raggi solari trasformandoli in calore. I filtri fisici, invece, sono minerali micronizzati come l’ossido di zinco e il biossido di titanio, che non assorbono i raggi ma li riflettono, impedendo che raggiungano la pelle o lasciandone passare solo una minima quantità.

                Entrambi i tipi di filtri presentano vantaggi e svantaggi. I filtri chimici offrono una protezione solare più elevata e favoriscono un’abbronzatura uniforme, ma possono attivare reazioni fotochimiche a causa dell’assorbimento dell’energia solare. I filtri fisici sono molto sicuri per la pelle, ma per garantire una protezione alta è necessario applicarne una quantità abbondante, il che può lasciare un residuo bianco sulla pelle.

                La combinazione di filtri chimici e fisici permette di creare solari efficaci che offrono una protezione elevata, mantenendo una texture leggera e piacevole.

                Oltre ai filtri, le creme solari spesso includono ingredienti idratanti come l’acido ialuronico, oli o burri vegetali emollienti, che potenziano l’efficacia della protezione e lasciano la pelle morbida e ben idratata.

                6. Quanti italiani oggi non usano ancora la crema solare, secondo la sua esperienza? Quali sono invece le sue raccomandazioni per una corretta esposizione al sole? (p.es. scelta del filtro solare, frequenza di applicazione).

                  Negli ultimi anni, l’uso della protezione solare è sicuramente aumentato, anche grazie alle numerose campagne di sensibilizzazione. Tuttavia, ancora oggi molte persone non la usano regolarmente o non la applicano nel modo corretto. È davvero importante applicare la crema solare prima di esporsi al sole e ricordarsi di riapplicarla ogni 2-3 ore per evitare scottature e danni alla pelle.

                  Tra le regole fondamentali per una buona esposizione al sole c’è anche quella di farlo in modo graduale, iniziando con tempi brevi e aumentando poco a poco, evitando soprattutto le ore più calde della giornata, cioè dalle 12 alle 15. La crema solare va riapplicata più spesso se facciamo bagni lunghi o se ci troviamo vicino a superfici che riflettono molto i raggi UV, come l’acqua o la neve. E anche quando il cielo è coperto, i raggi ultravioletti passano e possono danneggiare la pelle, quindi non bisogna mai dimenticare la protezione.

                  Un errore comune è pensare che basti scegliere una crema con un SPF molto alto e applicarla solo una volta. In realtà, il numero alto di SPF è importante, ma non sostituisce la necessità di riapplicare la crema più volte durante la giornata.

                  Per proteggersi bene, è fondamentale usare la giusta quantità di prodotto: gli esperti consigliano circa 2 milligrammi di crema per ogni centimetro quadrato di pelle. Tradotto in dosi pratiche, significa più o meno mezzo cucchiaino da tè per il viso e il collo, lo stesso per ciascuna delle due braccia, e un cucchiaino intero per ogni gamba, busto e schiena. Solo così la protezione sarà efficace. E ricordiamoci che anche se la crema ha un alto fattore di protezione, non impedisce di abbronzarsi: protegge invece dai danni più profondi, come l’invecchiamento precoce e le macchie. Quindi, non bisogna mai risparmiare sulla quantità!

                  Quando scegliamo una crema solare, dobbiamo considerare due valori importanti: l’SPF, che indica la protezione dai raggi UVB responsabili delle scottature, e il PPD, che misura la protezione dai raggi UVA, quelli che penetrano più in profondità nella pelle e possono causare invecchiamento e danni più gravi. Il PPD dovrebbe essere almeno un terzo dell’SPF per garantire una protezione completa. Sulle confezioni dei solari si trova spesso un simbolo con la sigla UVA dentro un cerchio, che indica proprio che la crema protegge anche da questi raggi.

                  La scelta del solare giusto non dipende solo dal tipo di pelle (fototipo), ma anche da quando e dove ci esponiamo al sole. Per esempio, la radiazione UV è più intensa tra le 11 e le 16, e aumenta se siamo in montagna o vicino all’equatore. Inoltre, alcune superfici riflettono i raggi UV: la neve riflette fino all’85%, la sabbia il 20%, mentre acqua ed erba circa il 5%. Quindi, se siamo in queste condizioni, serve una protezione ancora più alta.

                  È bene ricordare che la crema va riapplicata almeno ogni 4 ore se non si fa il bagno, e sempre subito dopo aver fatto la doccia o il bagno, anche se la crema è resistente all’acqua. Un’altra cosa da evitare è applicare profumi o prodotti che possono rendere la pelle più sensibile al sole prima di esporsi, perché possono causare reazioni cutanee o macchie.

                  Per chi fa attività all’aperto o passa molto tempo in acqua, una buona strategia è indossare anche abiti protettivi specifici contro i raggi UV, ormai facilmente reperibili nei negozi sportivi.

                  Molti pensano che l’abbronzatura sia una protezione naturale, ma in realtà protegge molto poco, come un solare con SPF 4. Per questo è importante continuare a proteggersi sempre, anche quando siamo già abbronzati.

                  Parlando di trucco, i fondotinta compatti di solito non bastano a sostituire la crema solare, a meno che non abbiano un SPF adeguato, come 50+. Oggi però in commercio ci sono fondotinta minerali con protezione alta, che permettono di avere sia un’efficace protezione solare sia un effetto estetico, facilitando le riapplicazioni durante il giorno senza dover rinunciare al trucco.

                  Un discorso a parte meritano le macchie cutanee, come il melasma, che si manifesta soprattutto in estate e può peggiorare con l’esposizione solare. Queste macchie possono dipendere da diversi fattori, tra cui squilibri ormonali, gravidanza o l’uso di contraccettivi. Per prevenire il loro peggioramento, è fondamentale evitare il sole diretto e usare filtri con SPF 50+ tutto l’anno. Inoltre, esistono prodotti specifici per aiutare a ridurre o prevenire queste macchie.

                  Infine, non dimentichiamo che sole e salsedine possono disidratare molto la pelle. Per questo è fondamentale usare ogni giorno una buona crema idratante, che contenga acqua, oli vegetali come quello di mandorla o burro di karité, e sostanze umettanti come la glicerina. In estate, è importante anche applicare il doposole, che aiuta a lenire, rinfrescare e rigenerare la pelle dopo l’esposizione solare.

                  7. Di solito, è con l’estate che si accendono maggiormente i riflettori sulla salute della pelle. Tuttavia, cosa fare tutto l’anno per prendersene cura? Quali sono le sue 5 regole d’oro per una protezione della pelle efficace?

                  I 5 passaggi fondamentali della beauty routine

                  Step 1: Il detergente

                  La detersione è il primo, e uno dei più importanti, momenti della cura della pelle. È fondamentale scegliere un detergente adatto al proprio tipo di pelle, preferibilmente delicato e a base di creme o oli detergenti, per rispettare la fisiologia cutanea. Una detersione fatta con attenzione aiuta a mantenere in equilibrio la barriera protettiva della pelle, migliorandone la salute e l’aspetto.

                  Step 2: La fotoprotezione

                  Proteggere la pelle dai raggi solari è essenziale per prevenire invecchiamento precoce, macchie e danni più gravi. L’applicazione quotidiana di un prodotto con filtro solare adeguato è una tappa irrinunciabile in ogni beauty routine.

                  Step 3: Il siero

                  Il siero è un vero e proprio concentrato di principi attivi mirati per le esigenze della nostra pelle. Sieri con vitamina C, retinolo o acido ialuronico sono ricchi di proprietà antiossidanti, aiutano a schiarire l’incarnato e accelerano la rigenerazione cellulare, migliorando la luminosità e la compattezza della pelle.

                  Step 4: La crema idratante

                  La crema idratante è fondamentale per trattenere l’acqua nella pelle e prevenire la disidratazione. È importante scegliere la formula giusta in base al tipo di pelle e all’ora del giorno: per il giorno si preferiscono prodotti leggeri, spesso con un fattore di protezione solare (SPF 15 o superiore), ideali anche sotto il trucco; per la sera, invece, si possono utilizzare creme più ricche che contengono ingredienti come acido ialuronico, urea, allantoina e vitamina E, utili per nutrire, elasticizzare e favorire la rigenerazione notturna. Alcune creme serali contengono anche sostanze specifiche anti-macchia, come alfa-idrossiacidi o melasyl.

                  Step 5: Uno stile di vita sano

                  Una beauty routine efficace non si limita ai prodotti cosmetici, ma comprende anche uno stile di vita corretto: una buona alimentazione, un sonno regolare e la riduzione dell’esposizione a fattori esterni dannosi sono tutti aspetti fondamentali per mantenere la pelle in salute.

                  SOS “Rebound”: le dermatiti post-estate

                  È ormai noto che il cambiamento delle stagioni influisce molto sul benessere della pelle. Alcune problematiche dermatologiche tendono a peggiorare in certi periodi dell’anno, soprattutto dopo l’estate. Ad esempio, la dermatite atopica, una malattia infiammatoria cronica della pelle, spesso peggiora con l’arrivo dell’autunno e dell’inverno. Anche la dermatite seborroica, che si manifesta con prurito e forfora su viso, tronco e cuoio capelluto, può aggravarsi in questi periodi.

                  Anche l’acne può subire un effetto “rebound” in autunno, dovuto generalmente a una minore cura della pelle durante l’estate, all’interruzione di trattamenti dermatologici o a un’esposizione eccessiva al sole senza adeguata protezione solare. Per questo è importante prendersi cura della pelle anche dopo l’estate, mantenendo una routine corretta e continuativa.

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