Perché vengono gli occhi rossi?
A chi non è mai capitato di avere gli occhi rossi? Si tratta di una condizione solitamente occasionale e temporanea che tende a risolversi spontaneamente. Diversi, infatti, sono gli elementi in grado di fare arrossare gli occhi: l’esposizione solare, specie se eccessiva, la polvere, l’aria secca e il vento possono certamente facilitare la comparsa del problema così come sforzi intensi e utilizzo prolungato degli occhi per leggere o la stanchezza derivante, ad esempio, da mancanza di sonno.
In alcuni casi la presenza, anche di un piccolissimo corpo estraneo come una ciglia o l’uso delle lenti a contatto fanno presentare il fastidio. In molti casi basta far riposare gli occhi oppure detergerli accuratamente affinché il disturbo regredisca e scompaia.
Certamente basta poco per far sì che i vasi sanguigni della sclera – vale a dire la parte bianca dell’occhio – si dilatino determinando l’arrossamento degli occhi. Tuttavia, non sono rare le occasioni in cui gli occhi rossi si associno alla presenza di una infezione o di altri disturbi.
Ad esempio, chi soffre di allergie, presenta occhi arrossati, palpebre che bruciano, lacrimazione, prurito. A questi fastidi si aggiunge poi la difficoltà a sopportare la luce, tanto da dover indossare spesso lenti da sole. Non solo quindi raffreddore, con starnuti e gocciolamento nasale ma anche congiuntivite con i sintomi ad essa associati.
Lo stesso a volte capita anche in caso di forme di virali che determinano sindromi da raffreddamento con rinite e con gli occhi che si trovano a subire, anch’essi le conseguenze dell’infezione e che per questo diventano lucidi e rossi. In altri casi, tuttavia, gli occhi rossi possono essere la spia di qualcosa che necessita di un approfondimento diagnostico.
Se gli occhi restano arrossati per giorni, specie se non ci sono altri segni come appunto il naso chiuso e il raffreddore o la rinite allergica a far pensare ad una qualche forma di rino-congiuntivite, bisogna parlarne con l’oculista.
In certe situazioni poi gli occhi rossi si accompagnano a dolore, problemi alla vista, secrezioni oculari, a volte anche nausea e mal di testa, quadri che richiedono sempre l’intervento del medico. Per gli occhi rossi che invece si manifestano occasionalmente, specie se la persona sa di essere allergica o è raffreddata, i farmaci di automedicazione ad azione antistaminica/antiallergica e decongestionante sotto forma di colliri o da assumere per bocca possono aiutare a combattere l’infiammazione e i sintomi ad essa correlati dando sollievo anche agli occhi.
Allergia sotto accusa a causa della rino-congiuntivite
I pollini che più fanno paura agli occhi? L’elenco è lungo, anche per le differenze che ci sono in Italia: solo per fare qualche nome ricordiamo le graminacee, la parietaria e l’ulivo, oltre a composite, betullacee e cipresso, tutte piante che, a seconda del tipo di sensibilità individuale, gli allergici temono e che sono in grado di determinare un quadro di rino-congiuntivite allergica con continua lacrimazione, rinorrea e fotofobia (fastidio alla luce).
Nei soggetti predisposti, le congiuntiviti di questo tipo spesso vanno ad assommarsi alle forme di allergia perenni, correlate alla presenza di acari della polvere, a particolari muffe e alla forfora di gatto o di cane. Sotto la lente degli esperti sono soprattutto i bambini, che a volte cominciano proprio dagli occhi la loro “scalata” verso le altre manifestazioni allergiche, di vario tipo e gravità come la dermatite atopica e l’asma.
Attenzione poi: la congiuntivite allergica può assumere volti diversi e nelle forme più gravi può comportare complicazioni agli occhi. Infatti, oltre alla forma di rino-congiuntivite stagionale e perenne, più frequente, esiste anche la cherato-congiuntivite primaverile che interessa circa una persona allergica agli occhi su quattro.
La cherato-congiuntivite primaverile è tipica soprattutto dell’infanzia e della giovinezza e tende a interessare soprattutto bambini e ragazzi di sesso maschile. Si scatena progressivamente con l’arrivo della bella stagione, in primavera-estate, spesso associandosi ad asma. I giovani che ne soffrono hanno una intensa fotofobia, bruciore, lacrimazione, prurito, per cui strofinano continuamente gli occhi peggiorando la loro irritazione oculare. Attenzione alle forme serie: l’esempio dell’uveite.
Come dicevamo nell’introduzione, ci sono situazioni in cui l’occhio arrossato, specie se per diversi giorni o se insieme ad altri sintomi, non va sottovalutato perché potrebbe indicare condizioni più serie. Un esempio è relativo alla presenza di una infiammazione dell’uvea che determina la c.d. uveite. L’uvea è una struttura ricchissima di vasi sanguigni con lo scopo di nutrire tutti i tessuti dell’occhio e pertanto una sua infiammazione, l’uveite appunto, può determinare danni a carico della cornea, della sclera, della retina e degli altri tessuti oculari.
È pertanto importante diagnosticare correttamente e curare precocemente le uveiti, poiché le conseguenze possono essere potenzialmente serie per la funzionalità e la salute dell’occhio. I primi sintomi sono in genere l’ipersensibilità alla luce, l’annebbiamento con calo della vista, il dolore di varia intensità, l’arrossamento dell’occhio e la lacrimazione simile a quella di una congiuntivite. In questi casi va consultato l’oculista affinché l’infezione sia curata quanto prima identificandone, quando possibile, la causa. A determinare il quadro possono infatti essere infezioni da virus, funghi e parassiti. In casi più gravi, l’uveite può anche rappresentare il primo segnale di una patologia in cui il sistema immunitario si scatena contro il corpo stesso (c.d. autoimmune), come l’artrite reumatoide o essere un segnale della spondilite anchilosante. Per gli accertamenti del caso e la diagnosi, ovviamente, la parola passa all’esperto.
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