Il sole può essere un prezioso alleato, ma solo se gestito con attenzione. Per chi convive con la psoriasi – una condizione che coinvolge centinaia di migliaia di persone – l’esposizione solare richiede un approccio consapevole e guidato da buone pratiche. Non tutti i raggi solari hanno lo stesso effetto: mentre gli UVA possono contribuire a migliorare i sintomi, gli UVB possono peggiorare l’infiammazione e provocare scottature.
Come trarre beneficio dal sole senza rischi inutili? In questo articolo, esploriamo consigli pratici basati sulle evidenze scientifiche e indicazioni utili per integrare l’esposizione solare nella gestione quotidiana della psoriasi, sempre nel rispetto delle indicazioni dermatologiche.
Cosa è la psoriasi e quali sono i sintomi
La psoriasi è una patologia molto comune che colpisce circa due persone su cento e più frequentemente compare nella forma lieve-moderata. I sintomi della psoriasi si manifestano con lesioni arrossate sulla pelle, che tendono a desquamare. Nella forma classica queste si localizzano alle regioni estensorie del corpo, vale a dire le superfici esterne degli arti, ad esempio i gomiti e le ginocchia, oltre al cuoio capelluto. C’è poi una forma di psoriasi detta “psoriasi inversa”, dove invece le lesioni si localizzano nelle pieghe, in particolare nelle pieghe sottomammarie, in quelle ascellari e inguinali, anche se, a seconda della gravità del quadro, tutto il corpo può essere soggetto da queste manifestazioni.
A determinare la comparsa dei sintomi della psoriasi è un’errata regolazione di particolari “guardiani” del sistema immunitario, i linfociti-T, che porta a velocizzare di cinque volte il ciclo di replicazione delle cellule dello strato superficiale della pelle, mentre la “morte” delle cellule da sostituire viene rallentata. L’eccesso di cellule che si aggiungono e la mancata eliminazione di quelle morte porta alla comparsa delle lesioni.
Le cause della psoriasi
Per quanto riguarda le cause della psoriasi, la predisposizione genetica gioca sicuramente un ruolo importante: circa il 30% dei soggetti con psoriasi ha una storia familiare nei parenti di primo grado e la probabilità di ammalarsi con entrambi i genitori affetti da psoriasi è di circa il 40%. Oltre a questa causa si inseriscono poi diversi fattori ambientali che possono favorire l’esordio della patologia: alcuni sono banali, come un eccessivo grattamento, ustioni o cicatrici, oppure alcune forme di tonsillite soprattutto nei bambini. Non vanno poi sottovalutati l’eccesso di peso, il fumo e l’abuso di alcolici, l’impiego di alcuni farmaci come i beta-bloccanti per la cura dell’ipertensione.
I principali tipi di psoriasi
La psoriasi può manifestarsi in diverse forme cliniche, che si distinguono per localizzazione, aspetto delle lesioni e gravità dei sintomi. La severità viene valutata in base all’estensione delle lesioni cutanee, al grado di eritema, desquamazione e infiltrazione, alla risposta alle terapie e all’impatto sulla qualità della vita, sia dal punto di vista fisico che psicologico.
Ecco le principali varianti della malattia:
- Psoriasi a placche: è la forma più comune. Le lesioni compaiono tipicamente sul cuoio capelluto, sul tronco e sugli arti, e possono interessare anche le unghie.
- Psoriasi guttata: più frequente nei bambini, si manifesta con piccole chiazze diffuse su tutto il corpo ed è spesso associata a un’infezione da streptococco (faringite).
- Psoriasi pustolosa: caratterizzata dalla comparsa di pustole bianche su aree localizzate (come palmi delle mani e piante dei piedi) o, nei casi più gravi, su tutta la superficie corporea.
- Psoriasi inversa: colpisce prevalentemente le pieghe cutanee (ascelle, inguine, pieghe sottomammarie) ed è più frequente negli anziani. Le lesioni sono lisce, arrossate e talvolta umide, anziché desquamanti.
- Psoriasi eritrodermica (o esfoliativa): è una forma rara ma grave, che coinvolge gran parte o tutta la superficie cutanea. La pelle appare intensamente arrossata e desquamante in modo diffuso.
Come lenire i fastidi causati alla psoriasi
La cura della psoriasi deve passare dal dermatologo, previa diagnosi. Ogni forma della malattia, infatti, può assumere caratteristiche diverse per diffusione e gravità, quindi necessita di trattamenti su misura.
I farmaci di automedicazione possono aiutare a lenire eventuali sintomi passeggeri, ma vanno assunti parlandone con lo specialista e seguendo innanzitutto il trattamento indicato.
Parlando in termini generali, nelle forme lievi e moderate, più comuni, il trattamento della malattia cutanea è di tipo topico e prevede l’applicazione di farmaci a livello locale associati a emollienti, che hanno l’effetto di ridurre lo spessore delle squame. Queste terapie locali possono essere accompagnate a fototerapia ed elioterapia.
Va sempre ricordato che la psoriasi è una patologia cronica che è caratterizzata da fasi di attività e fasi di remissione e pertanto prevede una terapia costante. Su questo fronte, sono disponibili farmaci topici con nuove formulazioni molto efficaci ma di pratico utilizzo per i pazienti grazie ai quali l’aderenza alle cure è oggi maggiore rispetto al passato.
Inoltre, se il paziente viene ben informato dal proprio medico curante sulle modalità di applicazione di questi trattamenti topici, l’aderenza aumenta notevolmente con un ottimo riscontro sull’efficacia della terapia e il miglioramento della qualità della vita. Proprio questo aspetto, peraltro, è tra quelli che più contano per i pazienti, perché la psoriasi incide su gran parte degli aspetti del vivere quotidiano del paziente, dalla scelta dei vestiti alle attività sportive. Ad esempio, anche mettersi in costume e fare una nuotata può diventare un problema, così come scegliere una mise particolarmente corta per le serate estive: queste due situazioni, del tutto normali, rischiano di diventare momento di stress per chi soffre di psoriasi, perché magari si ha “vergogna” di esporre parti della pelle in cui sono presenti le lesioni. Un errore da non fare anche perché la malattia non è affatto contagiosa.
Perché il sole è un alleato contro la psoriasi
Il sole è un amico per chi soffre di psoriasi, ma a volte può tradire. Per questo conviene cercare di prendere solo il buono dei raggi ultravioletti A e lasciare da parte quelli che provocano le scottature. Il che significa prendere lentamente e progressivamente la tintarella, evitando scottature ed eritemi.
D’altro canto, a dimostrare l’azione positiva dei raggi solari nella stragrande maggioranza dei casi (solo in un 5% dei malati il sole può produrre più svantaggi che benefici) basti ricordare che, in certi casi, le radiazioni diventano esse stesse una cura per questa patologia nelle forme più gravi.
La fototerapia, tecnicamente simile a quella che si ottiene con un’intelligente esposizione al sole, sfrutta, infatti, la capacità della luce di “nutrire” la pelle e di aumentare l’apporto di sangue, grazie all’allargamento dei piccoli vasi capillari. Se in ambulatorio si attua con speciali lampade o con radiazioni laser mirate, i raggi solari della prima mattina o del tardo pomeriggio possono rappresentare un rimedio per chi combatte con le antiestetiche chiazze rossastre e rotondeggianti tipiche della psoriasi, che col tempo possono anche “collegarsi” tra loro e ricoprirsi di sottili squame.
Qualche consiglio per le giornate di sole
Proviamo allora a dare qualche semplice consiglio per la bella stagione, partendo proprio dal ricordare che il sole migliora la psoriasi ma vanno prevenute le scottature scegliendo le ore meno calde e una crema solare con alto fattore di protezione (minimo 30), resistente all’acqua. Non bisogna poi smettere le cure, anche in caso di miglioramento, senza indicazioni del dermatologo ed è importante proteggere la pelle. Ad esempio, per la depilazione il rasoio va usato con delicatezza. Se non ci sono placche, si possono usare con prudenza la cera a caldo e a freddo, gli epilatori e le pinzette mentre va limitato l’uso della crema depilatoria.
Inoltre, la sudorazione eccessiva può peggiorare i sintomi. Per questo, oltre ad evitare attività fisica anche leggera nelle ore più calde, meglio scegliere abiti comodi, in fibra naturale e calzature aperte, affinché la pelle possa traspirare e restare asciutta.
FAQ – Domande e risposte rapide sulla psoriasi
-
La psoriasi migliora davvero con l’esposizione al sole?
Sì, in molti casi la psoriasi può migliorare con l’esposizione controllata al sole, grazie all’azione benefica dei raggi UVA che riducono l’infiammazione e rallentano la proliferazione cellulare. Tuttavia, è fondamentale esporsi gradualmente, nelle ore meno calde e con una protezione solare adeguata, per evitare scottature che potrebbero peggiorare i sintomi. -
Qual è la migliore crema solare per chi soffre di psoriasi?
Chi ha la psoriasi dovrebbe utilizzare una crema solare ad alto fattore di protezione (SPF 30 o superiore), resistente all’acqua e formulata per pelli sensibili. È preferibile scegliere prodotti privi di profumi e sostanze irritanti. Prima di cambiare prodotto, è sempre consigliato consultare il proprio dermatologo. -
Posso sospendere le cure se la mia psoriasi migliora in estate?
No, la sospensione dei trattamenti deve sempre avvenire solo su indicazione del dermatologo. Anche se il sole può attenuare temporaneamente i sintomi, la psoriasi è una malattia cronica e necessita di una gestione continuativa per prevenire le ricadute.

Attraverso consigli pratici e informazioni chiare, ci dedichiamo a educare e guidare verso scelte di vita quotidiana consapevoli, promuovendo un benessere semplice e duraturo.