STAGIONE INFLUENZALE 2025-2026: ATTESI 16 MILIONI DI CONTAGI PER VIRUS RESPIRATORI 

Redazione Semplicemente Salute
Tempo di lettura: 12 MIN
STAGIONE INFLUENZALE 2025-2026: ATTESI 16 MILIONI DI CONTAGI PER VIRUS RESPIRATORI

Con l’arrivo dell’autunno si alza, come di consueto, l’attenzione sulla stagione dei virus respiratori. Secondo la nuova indagine di Human Highway presentata oggi all’evento stampa “Stagione dei virus respiratori 2025–2026: strategie di prevenzione e scelte di cura consapevoli”, gli italiani affrontano influenza e altri virus con sempre maggiore consapevolezza, ma non senza timori: il 68,4% teme soprattutto per bambini e anziani, mentre l’81,8% richiama la necessità di un uso responsabile dei farmaci automedicazione (o da banco, riconoscibili grazie al bollino rosso che sorride sulla confezione), accompagnato da corrette informazioni e, se necessario, dal supporto di medico o farmacista. 

A commentare i dati e i trend dal 2019 a oggi, il Professor Fabrizio Pregliasco, Direttore della Scuola di Specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva dell’Università degli Studi di Milano e Direttore Sanitario dell’I.R.C.C.S. Ospedale Galeazzi Sant’Ambrogio, e Giacomo Fusina, Amministratore Delegato di Human Highway, che hanno evidenziato strategie e strumenti per tutelare la salute personale e pubblica nella nuova stagione influenzale. 

UN AUTUNNO DI CO-CIRCOLAZIONE VIRALE: LA PAROLA ALL’ESPERTO

Dopo due stagioni da record, anche quest’anno ci aspettiamo una circolazione sostenuta di virus influenzali e ‘cugini’ come rhinovirus, SARS-CoV-2 e il virus respiratorio sinciziale (RSV), con un impatto che potrebbe coinvolgere tra il 15 e il 25% della popolazione italiana, fino a interessare, potenzialmente, circa 16 milioni di persone”, spiega il Prof. Fabrizio Pregliasco. “I segnali che arrivano dall’emisfero australe ci invitano a non abbassare la guardia: la stagione potrebbe essere intensa, con un aumento dei casi da metà ottobre e un picco invernale. La pressione sui servizi sanitari resta un rischio concreto, soprattutto per le fasce più fragili”.

A CHI SI CHIEDE CONSIGLIO E QUALI RIMEDI SI SCELGONO

La fiducia degli italiani nel medico di famiglia è in crescita, guadagnando quasi 12 punti percentuali rispetto al 2020: oggi il proprio medico curante resta il punto di riferimento per il 64,6% degli italiani.  Inoltre, rispetto a cinque anni, fa aumenta la quota di chi sceglie di curarsi in autonomia con farmaci da banco che conosce per esperienza pari a quasi il 20% dei rispondenti – 1 italiano su 5, contro il 14,6% del 2020.

Fondamentale resta poi la figura del farmacista che è un punto di riferimento nel 23,5% dei casi.

I giovani si affidano più spesso a internet (fino al 18% tra gli under 24) e agli strumenti di intelligenza artificiale: tra gli under 24 gli strumenti di IA hanno già superato «internet» e gli influencer sui social come fonte di informazione. Al crescere dell’età aumenta l’importanza del consulto medico fino a raggiungere il massimo tra gli over 65 che si rivolgono al medico nell’80% dei casi.

Per quanto concerne i rimedi utilizzati in caso di sintomi influenzali e simil-influenzali, i farmaci da banco si confermano essere l’opzione terapeutica d’elezione, scelti dal 64,4% della popolazione, seguiti da integratori e vitamine (16,9%) e dagli antibiotici (15,4%), il cui uso, seppur in calo, resta diffuso, sopratutto tra i giovani (18-24 anni 30,9%) e gli uomini (18,8% vs. 11,9% donne). “L’uso inappropriato di antibiotici è ancora troppo frequente,” avverte Pregliasco. “Ricordiamo che vanno assunti solo in caso di complicanze batteriche a fronte di una prescrizione medica: abusarne favorisce l’antibiotico-resistenza e non aiuta contro i virus”.

AUTOMEDICAZIONE RESPONSABILE: UNA PRASSI CONSOLIDATA, MA ATTENZIONE ALLE DIFFERENZE GENERAZIONALI

La grande maggioranza degli italiani (oltre 8 su 10) è consapevole dell’importanza dell’automedicazione responsabile in caso di influenza e altri virus respiratori: il ricorso a farmaci da banco accompagnato da informazioni corrette e dal consiglio, se necessario, di medico o farmacista, rappresenta una prassi consolidata. Lo pensa, infatti, il 49,4% degli italiani che ritiene che la cosa più saggia, alla comparsa dei sintomi, sia mettersi a riposo, assumere farmaci da banco e contattare il medico solo se dopo 3 giorni non si nota un miglioramento. Gli over 65, invece, sono più inclini a rivolgersi subito al medico (37,7%) e attribuiscono maggiore importanza alla vaccinazione (8,4%).

Le donne si confermano più propense all’automedicazione (55,8% contro il 43,2% degli uomini), mentre i giovani dichiarano comportamenti scorretti o avventati come l’uso immediato di antibiotici, e rappresentano coloro che si affidano di più alla ricerca di informazioni online. 

L’automedicazione, se effettuata in modo responsabile, è una scelta terapeutica adeguata per la gestione dei sintomi influenzali,” sottolinea il Prof. Pregliasco. “Ma è fondamentale saper distinguere quando è sufficiente ricorrere ai farmaci da banco e quando invece è necessario rivolgersi al medico, soprattutto per anziani, bambini piccoli e persone fragili. L’informazione corretta è la prima alleata della salute”.

DISINFORMAZIONE E FAKE NEWS: UNA SFIDA ANCORA APERTA

8 italiani su 10 (80,2%) temono che fake news e disinformazione possano influenzare negativamente i comportamenti in tema di salute, ma solo 1 su 2 dichiara di sentirsi adeguatamente informato sulle differenze tra influenza, RSV e altri virus respiratori. La difficoltà nel reperire fonti online affidabili riguarda soprattutto proprio coloro che di più si affidano alla rete per cercare informazioni. Infatti, tra i 25 e i 34 anni quasi la metà (46%) si dice disorientata.

Più in generale, meno del 30% degli italiani sa dove cercare informazioni attendibili, mentre il 36% non ne ha alcuna idea. Sul fronte dell’intelligenza artificiale l’opinione pubblica è divisa: il 29,2% la ritiene uno strumento utile per consigli di prevenzione e cura, ma il 33% non vi ripone fiducia. La tendenza cambia con l’età: i più giovani mostrano maggiore apertura verso l’intelligenza artificiale, mentre tra gli over cresce la diffidenza.

In questo contesto, “l’alfabetizzazione sanitaria è oggi più che mai indispensabile,” conclude Pregliasco. “Anche le associazioni di settore hanno il compito di offrire strumenti chiari e informazioni affidabili, per aiutare i cittadini a fare scelte consapevoli e responsabili, a partire dai piccoli disturbi”.

VACCINAZIONE: TRA CONSUETUDINE E SCETTICISMO

Il 59% degli italiani riconosce la vaccinazione come strumento fondamentale di protezione, ma solo il 36,6% dichiara di volerla fare nella prossima stagione. La propensione è più alta tra gli over 65 (57,3%) e tra chi la considera ormai una routine (41%). Tra le motivazioni del “no” prevalgono la percezione di bassa gravità dell’influenza e la convinzione di ammalarsi raramente.

Le motivazioni che spingono gli italiani a vaccinarsi contro l’influenza variano sensibilmente in base all’età. Tra gli over 65, la vaccinazione è ormai una consuetudine: il 61,2% dichiara di farla ogni anno. Nella fascia 55-64 anni, invece, il 34,4% si vaccina su consiglio del medico. Tra i più giovani (18-24 anni), la principale motivazione è la volontà di non contagiare persone vicine, indicata dal 29,3% degli intervistati, una buona abitudine nata durante la pandemia di Covid-19 e mantenuta negli anni successivi. Non manca, infine, chi decide di vaccinarsi per evitare di essere contagiato dai bambini, più esposti ai virus influenzali (9,2% tra i 25-34enni e 28% tra i 18-24enni).

La vaccinazione resta la misura più efficace per proteggere sé stessi e i propri cari, soprattutto i più fragili,” ribadisce Pregliasco. “Non garantisce l’assenza totale dei sintomi, ma riduce il rischio di complicanze gravi. È importante cogliere ogni occasione per vaccinarsi, anche integrando più vaccinazioni nello stesso appuntamento”.

I CINQUE CONSIGLI CHIAVE DEL PROF. PREGLIASCO PER LA STAGIONE INFLUENZALE 2025-2026

  1. Ruolo centrale del medico e del farmacista: In caso di sintomi influenzali o simil influenzali, la prima linea di gestione passa da comportamenti responsabili e dal ricorso a farmaci di automedicazione indicati rispetto ai sintomi. È però fondamentale rivolgersi al farmacista e al medico di famiglia in caso di dubbi o se i disturbi non migliorano dopo alcuni giorni, se tendono a peggiorare o se riguardano persone particolarmente fragili. Questi professionisti sono in grado di valutare correttamente la situazione, consigliare le terapie più appropriate e indicare quando sia necessario procedere con ulteriori accertamenti. Il confronto con loro aiuta anche a evitare errori frequenti, come l’uso inappropriato di antibiotici o di rimedi non adatti al caso specifico.
  2. Automedicazione responsabile: L’automedicazione, tramite l’utilizzo dei farmaci da banco, se effettuata in modo consapevole, rappresenta una risorsa preziosa per gestire i sintomi e ridurre la pressione sui servizi sanitari. È fondamentale leggere sempre il foglietto illustrativo, rispettare dosaggi e tempi di assunzione, e non prolungare l’uso dei farmaci senza indicazione medica. In caso di sintomi persistenti o peggioramento, è importante non esitare a consultare il medico. 
  3. Vaccinazione come protezione: La vaccinazione antinfluenzale è uno strumento fondamentale di prevenzione, raccomandato per tutti ma particolarmente importante per anziani, bambini, persone con patologie croniche e donne in gravidanza. Il vaccino non elimina completamente il rischio di ammalarsi, ma riduce la gravità dei sintomi e il rischio di complicanze, proteggendo anche le persone più fragili della comunità. È possibile, inoltre, effettuare più vaccinazioni nello stesso appuntamento, ottimizzando la protezione individuale e collettiva. 
  4. Sfida informativa: La disinformazione e le fake news rappresentano ancora un ostacolo importante nella gestione della salute. È fondamentale affidarsi a fonti ufficiali e autorevoli, come il proprio medico, il farmacista e a canali informativi sicuri delle autorità di riferimento.
  5. Prevenzione quotidiana: Lavarsi spesso le mani, arieggiare regolarmente gli ambienti chiusi, evitare contatti stretti con persone sintomatiche e indossare la mascherina in caso di sintomi o in luoghi affollati sono comportamenti semplici ma efficaci. Prestare attenzione ai segnali del proprio corpo e adottare uno stile di vita sano – alimentazione equilibrata, attività fisica, riposo adeguato – contribuisce a rafforzare le difese immunitarie e a ridurre il rischio di complicanze.
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