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Vacanze in montagna o al mare? Attenti ai contatti pericolosi!

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In questo periodo di vacanze è sempre rigenerante stare all’aria aperta, passando il tempo tra nuotate nelle acque azzurre del mare o lunghe passeggiate immersi nel verde, ma dobbiamo fare sempre attenzione ai contatti potenzialmente pericolosi per la pelle.

Al mare, in caso di contatto con le meduse, è bene ricordare che le reazioni variano molto da persona a persona. Al contatto con la pelle i tentacoli delle meduse possono causare dolore e bruciore, lasciando spesso una vera e propria “impronta” caratterizzata da rossore e gonfiore e dall’aspetto simile a quella di un’orticaria; in genere, dopo 30-40 minuti il bruciore si riduce e rimane solo una fastidiosa sensazione di prurito. I farmaci di automedicazione possono essere particolarmente utili in questi casi, sia come pronto soccorso, sia per limitare localmente il fastidio, ma è sempre opportuno non sottovalutare le conseguenze dell’ustione da medusa. Può capitare, infatti, che anche dopo settimane di distanza dal contatto con la medusa compaiano lesioni arrossate; in questi casi si può ricorrere nuovamente ai farmaci di automedicazione solo se la zona lesa non ha sviluppato infezioni o peggioramenti per le quali è fondamentale il consulto medico. Ma come comportarsi in caso di contatto con una medusa? Il trattamento iniziale è fondamentale e pertanto si consiglia come prima cosa di uscire subito dall’acqua e lavare la parte colpita con acqua di mare, sia per ripulire la zona interessata che per diluire la tossina non ancora penetrata all’interno dell’epidermide. Inoltre, fate attenzione se la reazione della pelle si diffonde, se compaiono sudorazione, pallore, difficoltà di respiro o addirittura se si sviene; in questi casi è opportuno recarsi al pronto soccorso o alla guardia medica più vicina. Tra i rimedi che possono essere utilizzati subito dopo il contatto con la medusa ricordiamo i farmaci di automedicazione ad azione lenitiva con o senza ammoniaca, sotto forma di penne o roll-on, oppure gel astringenti a base di cloruro di alluminio che consentono di limitare l’arrossamento e il bruciore.

Per chi invece sceglie la montagna o la campagna, magari per una romantica ed avventurosa vacanza in tenda, non ci sono soltanto formiche e zanzare a infastidire. Particolare attenzione va infatti posta anche ai ragni, che possono lasciare traccia del loro passaggio sulla pelle con piccoli rigonfiamenti arrossati. Nel nostro Paese esistono solo poche specie di ragni velenosi e il loro morso non è molto frequente: è il caso del ragno violino, della tarantola, del ragno dal sacco giallo o della malmignatta. Un incontro ravvicinato con queste specie è però raro; molto più probabile, soprattutto nelle baite di montagna, è trovarsi a fare i conti in particolare di notte con ragni domestici, innocui, ma in grado di creare piccoli fastidi cutanei, specie nei bambini. I segni e i sintomi sono molto precisi: l’area in cui è avvenuto il morso si presenta arrossata e più o meno gonfia; in questi casi, oltre ad applicare un cubetto di ghiaccio o del cotone imbevuto di acqua fredda, si può fare affidamento sui farmaci di automedicazione, che possono essere applicati localmente o essere assunti per via generale quando all’arrossamento cutaneo si associa un forte prurito. Bisogna però prestare molta attenzione se si forma una macchia violacea o se la ferita non si rimargina, in questi casi il parere del medico è fondamentale!