Per gli allergici, occhio alle nocciole
In occasione del Congresso della Società Italiana di Allergologia e Immunologia Clinica tenutosi a Firenze è stata resa nota un’originale graduatoria che interessa milioni di persone e risponde ad una domanda molto semplice: quali sono gli alimenti che più frequentemente provocano allergie in Italia?
Secondo questa classifica nel nostro Paese l’alimento più allergizzante negli adulti è la nocciola (26 per cento), seguita dalla verdura (14 per cento), frutta fresca, soprattutto pesche e albicocche (12 per cento), crostacei (10 per cento), pesce (7 per cento), legumi (6 per cento), semi (6 per cento), grano (5 per cento). A rischio sono soprattutto i più giovani, visto che gli under 18 che soffrono di allergie alimentari sarebbero circa 570.000, con una percentuale che sale con il diminuire dell’età. Ovviamente la prima regola per ridurre i rischi si chiama prevenzione e si traduce nell’eliminazione dalla dieta degli alimenti “pericolosi” previa esecuzione di test di sensibilità specifici e scientificamente dimostrati.
Sul fronte dei disturbi, invece, nei casi meno gravi si può far ricorso ai farmaci di automedicazione per controllare la reazione allergica, a base di antistaminici, e per gestire, attenuandoli, alcuni sintomi come diarrea o comparsa di macchioline pruriginose sulla pelle.
Nelle forme più gravi la parola deve per forza passare al medico.
Secondo questa classifica nel nostro Paese l’alimento più allergizzante negli adulti è la nocciola (26 per cento), seguita dalla verdura (14 per cento), frutta fresca, soprattutto pesche e albicocche (12 per cento), crostacei (10 per cento), pesce (7 per cento), legumi (6 per cento), semi (6 per cento), grano (5 per cento). A rischio sono soprattutto i più giovani, visto che gli under 18 che soffrono di allergie alimentari sarebbero circa 570.000, con una percentuale che sale con il diminuire dell’età. Ovviamente la prima regola per ridurre i rischi si chiama prevenzione e si traduce nell’eliminazione dalla dieta degli alimenti “pericolosi” previa esecuzione di test di sensibilità specifici e scientificamente dimostrati.
Sul fronte dei disturbi, invece, nei casi meno gravi si può far ricorso ai farmaci di automedicazione per controllare la reazione allergica, a base di antistaminici, e per gestire, attenuandoli, alcuni sintomi come diarrea o comparsa di macchioline pruriginose sulla pelle.
Nelle forme più gravi la parola deve per forza passare al medico.
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