L’irritazione al naso può nascere anche nel verde
Starnuti. E soprattutto sensazione di naso chiuso. Quando non sono in gioco i virus – ed allora parliamo di vere e proprie infezioni – o i problemi non sono legati ad allergie vere e proprie, a volte i fastidi di questo tipo possono nascere anche dall’aria che respiriamo. Se è viziata, in qualche modo può creare un’irritazione delle mucose del naso e delle vie respiratorie superiori che si traduce, in ultima analisi, proprio in una rinite.
L’infiammazione di questo tipo, passeggera ma comunque in grado di creare problemi con i sintomi classici della raffreddore quali congestione e gocciolamento nasale, starnutazione e senso di ottundimento, può essere affrontata con rimedi sintomatici come quelli contenuti nei farmaci di automedicazione. Ma non bisogna sottovalutare l’importanza della prevenzione che rappresenta l’arma ideale per limitare i rischi.
Su questo fronte vale la pena di riportare i risultati di uno studio che ricordano come a volte “i nemici” si nascondano dopo meno ce li aspettiamo. Addirittura nel verde della campagna, infatti, si potrebbero avere livelli di ozono (il pericolo è soprattutto estivo, ma con le giornate di sole e senza vento anche in inverno il problema si potrebbe presentare) non troppo diversi da quelli che si riscontrano in città. A mettere in guardia sul tema è una ricerca americana che ha preso in esame i valori di ozono registrati all’interno di ben trentatré parchi nazionali confrontandoli con quelli riportati dai classici bollettini che arrivano dalle grandi città. Lo studio, apparso su Science Advanced, dimostra che per questo tipo di inquinamento la situazione sarebbe praticamente sovrapponibile. La ricerca è stata condotta dagli scienziati dell’Università Cornell di New York, che hanno raccolto e confrontato i dati relativi a quattordici anni di osservazione.
La sorpresa, di fronte ad una curiosità di questo tipo, è sicuramente grande e dimostra come ormai l’inquinamento ambientale possa essere tanto pervasivo da poter interessare anche i “polmoni verdi”. E’ vero che gli USA non sono l’Italia, ma comunque il dato deve far riflettere. Perché l’ozono si crei occorre che l’ossido di azoto entri in contatto con la luce solare. Quando ciò avviene si forma questo composto potenzialmente nocivo che porta alcune persone ad avere fastidi poiché, nelle persone predisposte, ancor più se già affette da problemi respiratori o di rinite allergica, il gas può favorire l’irritazione delle vie respiratorie. Questo avviene in due modi. La presenza del gas tende a far restringere il calibro di queste naturali “strade” dell’aria, come avviene nei normali processi di infiammazione. Inoltre l’ozono rende la mucosa respiratoria più sensibile all’azione di eventuali allergeni presenti nell’ambiente.
L’infiammazione di questo tipo, passeggera ma comunque in grado di creare problemi con i sintomi classici della raffreddore quali congestione e gocciolamento nasale, starnutazione e senso di ottundimento, può essere affrontata con rimedi sintomatici come quelli contenuti nei farmaci di automedicazione. Ma non bisogna sottovalutare l’importanza della prevenzione che rappresenta l’arma ideale per limitare i rischi.
Su questo fronte vale la pena di riportare i risultati di uno studio che ricordano come a volte “i nemici” si nascondano dopo meno ce li aspettiamo. Addirittura nel verde della campagna, infatti, si potrebbero avere livelli di ozono (il pericolo è soprattutto estivo, ma con le giornate di sole e senza vento anche in inverno il problema si potrebbe presentare) non troppo diversi da quelli che si riscontrano in città. A mettere in guardia sul tema è una ricerca americana che ha preso in esame i valori di ozono registrati all’interno di ben trentatré parchi nazionali confrontandoli con quelli riportati dai classici bollettini che arrivano dalle grandi città. Lo studio, apparso su Science Advanced, dimostra che per questo tipo di inquinamento la situazione sarebbe praticamente sovrapponibile. La ricerca è stata condotta dagli scienziati dell’Università Cornell di New York, che hanno raccolto e confrontato i dati relativi a quattordici anni di osservazione.
La sorpresa, di fronte ad una curiosità di questo tipo, è sicuramente grande e dimostra come ormai l’inquinamento ambientale possa essere tanto pervasivo da poter interessare anche i “polmoni verdi”. E’ vero che gli USA non sono l’Italia, ma comunque il dato deve far riflettere. Perché l’ozono si crei occorre che l’ossido di azoto entri in contatto con la luce solare. Quando ciò avviene si forma questo composto potenzialmente nocivo che porta alcune persone ad avere fastidi poiché, nelle persone predisposte, ancor più se già affette da problemi respiratori o di rinite allergica, il gas può favorire l’irritazione delle vie respiratorie. Questo avviene in due modi. La presenza del gas tende a far restringere il calibro di queste naturali “strade” dell’aria, come avviene nei normali processi di infiammazione. Inoltre l’ozono rende la mucosa respiratoria più sensibile all’azione di eventuali allergeni presenti nell’ambiente.
Attraverso consigli pratici e informazioni chiare, ci dedichiamo a educare e guidare verso scelte di vita quotidiana consapevoli, promuovendo un benessere semplice e duraturo.