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Ciao, sono bollino!

Bruciature

Sinonimi: ustioni

Definizione

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Le bruciature superficiali, così come le ustioni, ben più gravi, sono legate al contatto con la pelle di agenti termici, chimici o fisici. Ovviamente non tutti questi eventi sono ugualmente lesivi: a fare la differenza in termini di profondità ed entità dell’ustione sono la temperatura dell’oggetto e il tempo di contatto. Quanto più la prima è elevata e quanto maggiormente prolungato è il secondo, tanto maggiori sono i danni che si verificano sulla pelle. In genere il percorso che si innesta quando ci si scotta, ovviamente parlando di ustioni molto superficiali, è classico. La parte più superficiale della pelle, ovvero l’epidermide, diventa dapprima molto arrossata, poi fa male. Spesso, specie se non si è intervenuti subito o comunque sempre in caso di bruciatura particolarmente intensa, si possono formare piccole vesciche ripiene di liquido chiaro, segno della sofferenza del tessuto. Arrossamento, dolore e gonfiore nell’area interessata dal fenomeno sono i classici segni delle bruciature.

Sintomi associati

  • arrossamento
  • pelle bruciata

Trattamento

Due sono gli obiettivi principali del trattamento: da un lato si punta a ridurre l’intensità del dolore e il gonfiore legati alla scottatura, dall’altro si deve cercare di evitare che possano formarsi infezioni cutanee. Nell’ordine occorre dapprima detergere le bruciature con una soluzione sterile o, in assenza di un prodotto specifico, anche semplicemente usando acqua tiepida e sapone ed una garza sterile. Una volta effettuata la detersione poi, sarebbe necessario proteggere la porzione di pelle lesionata con garze impregnate – per esempio a base di frumento estratto che possono anche favorire il riformarsi dell’epidermide – e poi tentare di ridurre dolore e gonfiore con del ghiaccio da utilizzare sulla parte lesa per rallentare la reazione locale dell’organismo. Per risolvere efficacemente lievi bruciature, possono essere impiegati farmaci di automedicazione come le pomate che contengono antinfiammatori (ad esempio bendazac) e anestetici locali (ad esempio benzocaina, lidocaina in associazione) oltre che disinfettanti e antisettici topici (ad esempio alcool benzilico in associazione, cloramina, clorexidina, cloroxilenolo in associazione, benzalconio, eosina, sulfadiazina argentica, acido borico, sodio ipoclorito), che aiutano a prevenire eventuali infezioni. Utili sono poi i farmaci che favoriscono la guarigione agevolando il processo di rinnovamento dell’epidermide (per esempio catalasi, estratto acquoso di triticum vulgare, collagenasi. clostebol in associazione e acido ialuronico anche in associazione con la sulfadiazina argentica). Ricordate però che questi prodotti vanno utilizzati solo in caso di lesioni superficiali e in aree limitate della pelle.

Buone abitudini

In alcuni casi i classici consigli della nonna possono rivelarsi poco utili, se non addirittura dannosi. È quanto avviene ad esempio in caso di bruciature. Per molte persone la prima cura è quella di passare un batuffolo di cotone imbevuto con olio sulla zona di pelle interessata dal danno, ma non si tratta certo di una buona idea. Così come l’albume di uovo, altra “ricetta” naturale. Non solo l’olio non è protettivo, ma può addirittura causare un rallentamento nella guarigione dell’ustione. Invece l’acqua corrente può essere d’aiuto se non si trovano altri rimedi più efficaci: ponendo sotto il rubinetto – ovviamente a temperature “normali” – la pelle per diversi minuti si contribuisce a ridurre il rischio di “allargamento” del danno. Ultima regola: non “scoppiate” le vesciche per far fuoriuscire il liquido incolore che le riempie. Così facendo si fanno entrare sotto l’epidermide batteri capaci di provocare un’infezione

Realizzato in collaborazione con SIMG - Società italiana di medicina generale e delle cure primarie