fbpx
Ciao, sono bollino!

Stitichezza

Sinonimi: stipsi

Definizione

La stitichezza o, più propriamente stipsi, è un disturbo molto diffuso soprattutto nelle persone anziane. Tecnicamente si parla di stipsi quando una persona va di corpo meno di tre volte la settimana. Nella maggior parte dei casi la stipsi è primitiva o idiopatica, rappresenta cioè un’entità autonoma che, in assenza di lesioni organiche o biochimiche, è ricollegabile a patologia cosiddetta “funzionale” della motilità intestinale. In altri casi, però i disturbi possono essere legati ad una ridotta massa fecale, legata ad esempio a diete incongrue e a un limitato introito di fibre alimentari e liquidi, a problemi dell’intestino che impediscono il passaggio del bolo fecale, oppure ad alterazioni funzionali del viscere. Non va dimenticato poi che alcuni medicinali possono determinare il quadro. Capita ad esempio con gli oppioidi, magari impiegati per il dolore, gli antidepressivi, i farmaci che si usano per trattare la malattia di Parkinson o gli antiepilettici. Oltre ad un aspetto prettamente quantitativo nel numero delle evacuazioni, la stitichezza si accompagna spesso alla presenza di feci particolarmente consistenti, a dolore durante l’evacuazione, a sensazione di evacuazione incompleta.

Sintomi associati

  • aereofagia e meteorismo
  • crampi addominali
  • gonfiore addominale
  • nausea

Trattamento

Nel caso in cui la stipsi compaia rapidamente, magari accompagnata a nausea, forti dolori addominali o presenza di sangue nelle feci, occorre sempre fare riferimento al medico. La situazione ovviamente cambia quando la stitichezza è fenomeno occasionale, per quanto, per molte persone, ripetuto nel tempo. Oltre ai mutamenti negli stili di vita, prima misura da prendere in queste situazioni, si può fare ricorso ai farmaci di automedicazione che aiutano ad affrontare il fastidio con meccanismi di azione molto diversi. I lubrificanti, quali, ad esempio i farmaci a base di glicerolo, paraffina ma anche di sodio laurilsulfacetato in associazione, rendono più facile la defecazione mentre l’idrossido di magnesio, il citrato di magnesio, il carbonato di magnesio, il sorbitolo in associazione e il macrogol  aumentano la massa delle feci. Nei casi più ostinati si può anche puntare sull’azione di farmaci stimolanti in quanto irritano le pareti dell’intestino favorendone lo svuotamento (ad esempio bisacodil, boldo, cascara, lattulosio e lattilolo, piantaggine, senna, sodio picosolfato e sodio fosfato). Come avviene per tutti i farmaci, anche questi vanno impiegati solamente in caso di bisogno e solo occasionalmente. L’impiego abituale e prolungato di medicinali di questo tipo può, infatti, portare ad un’atonia colica, ovvero ad un calo drastico della motilità spontanea dell’intestino, con conseguente peggioramento della situazione e spinta a continuare con l’automedicazione. Inoltre l’abuso di lassativi può condurre a perdita di sali minerali, in particolare di potassio, fondamentale per il buon funzionamento delle cellule muscolari e di quelle cardiache. Tenere a mente che l’azione del lassativo tende a ritardare la successiva evacuazione.

Buone abitudini

Per vincere la stitichezza, molto dipende da noi. Frutta, verdura e alimenti integrali sono il cardine della dieta che consente di mantenere efficaci le contrazioni intestinali. Tra i frutti via libera a ciliegie, uva, mele (da mangiare con la buccia, ricca di fibra) e prugne. Tra le verdure più ricche di fibre ci sono invece le carote, le bietole, i porri e la cicoria. La scelta delle fibre alimentari va poi fatta con intelligenza, perché non tutte le fibre alimentari sono uguali. Quelle insolubili in acqua sono più utili per combattere la stitichezza, e sono presenti soprattutto nei cereali e nella crusca. All’interno dell’intestino, per la loro struttura chimica, si riempiono, infatti, di acqua e quindi aumentano il volume e la consistenza delle feci. Al risveglio, e non solo, sarebbe poi importante consumare regolarmente un bicchiere d’acqua naturale, per offrire uno stimolo alla motilità dell’apparato digerente, e abituarsi a svolgere regolarmente mezz’ora di attività fisica al risveglio, per dare un ulteriore stimolo ai movimenti intestinali. Infine, sarebbe importante evacuare sempre alla stessa ora, evitando di “trattenere” l’emissione delle feci (processo che viene interamente gestito dal cervello) troppo a lungo. Quando poi la stitichezza si lega al meteorismo, meglio privilegiare alimenti ricchi in carboidrati complessi che contengano zuccheri rapidamente digeribili, come le patate, evitando invece quelli difficili da assimilare, come le castagne. Infine, occorre prestare attenzione ai legumi contenenti amidi che difficilmente vengono digeriti completamente, anche perché contengono inibitori delle amilasi, gli enzimi che normalmente rendono assimilabili gli zuccheri.

Realizzato in collaborazione con SIMG - Società italiana di medicina generale e delle cure primarie