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Ecchimosi ed ematomi

Sinonimi: livido

Definizione

Tempo di lettura: minuto

L', quella che volgarmente chiamiamo “livido” o “pesto”, è un rigonfiamento sottocutaneo che appare inizialmente rosso poi di colore bluastro o giallognolo ed è dovuta alla fuoriuscita di da vasi sanguigni lesi da un evento traumatico. Il trauma in questi casi non provoca evidenti della , ma si ripercuote all'interno. Quando una parte del corpo viene lesa, i vasi sanguigni che si trovano in quel distretto possono rompersi, emettendo all'esterno il sangue in esse contenuto. Se lo stravaso ematico non è localizzato ma il liquido si diffonde in un'ampia zona non si parla più di ecchimosi, ma di ematoma. Come detto, la tende a mutare il proprio colore nel tempo: nei giorni successivi all'evento il colorito della lesione tende a mutare passando dal rosso cupo iniziale al bluastro ed al giallognolo. Questo mutamento cromatico non esprime l'aggravarsi della situazione ma è dovuto al riassorbimento dell'emoglobina presente nei globuli rossi usciti dai vasi. Sul fronte dei sintomi, l'ecchimosi può dare un lieve al tatto e una sensazione di indurimento nell'area interessata. Alcune persone soffrono di fragilità dei vasi superficiali. Ciò facilita la comparsa di ed ecchimosi spontanee o per pressioni anche lievi.

Sintomi associati

  • edema
  • gonfiore

Trattamento

Innanzitutto bisogna accertarsi che l’ematoma e l’ecchimosi siano davvero dovuti ad una lesione sottocutanea e non siano piuttosto originati da una frattura, da dolori muscolari o dolori articolari più gravi come lussazioni o distorsioni. Dopo questo controllo occorre mettere a riposo la parte lesa, ricordando che normalmente gli ematomi più leggeri tendono a risolversi spontaneamente nel giro di pochi giorni. Esistono comunque medicinali di automedicazione che possono essere impiegati in queste circostanze, come ad esempio gli eparinoidi e sostanze capillaroprotettrici che contengono principi attivi (ad esempio centella, eparan solfato, escina in associazione, oxerutina, troxerutina, glicosaminoglicano polisolfato, pentosano polifosfato sodico), in grado di accelerare il riassorbimento del sangue fuoriuscito dai vasi riducendo quindi il tempo di visibilità dell’ematoma. In molti casi possono essere utili, per limitare dolore e infiammazione, creme a base di capsaicina, d-canfora, dietilamina in associazione e derivati dell’acido salicilico o di antinfiammatori non steroidei (Fans) come ad esempio diclofenac, piroxicam, naproxene, acido acetilsalicilico, aceclofenac, etofenamato, acido flufenamico in associazione. Bisogna sempre ricordare che i Fans somministrati localmente sono ben tollerati dall’organismo. Nel loro utilizzo bisogna tuttavia tenere in considerazione la superficie di applicazione – che non deve essere molto ampia – e la durata del trattamento, da non prolungare oltre le indicazioni riportate nel foglietto illustrativo. Per il resto, attenzione alla fotosensibilizzazione: l’esposizione al sole può dar luogo a reazioni, per cui è importante proteggere dai raggi con i vestiti le zone trattate, anche per due settimane dopo la somministrazione del farmaco.

Buone abitudini

Prevenire un’ecchimosi o un ematoma è davvero difficile. Ma si può in ogni modo proteggere le aree maggiormente a rischio di trauma, anche occasionale, come le cosce o i polpacci. Per il resto, mai dimenticare l’importanza che può avere l’applicazione del freddo nell’affrontare il quadro non appena questo si manifesta. Le basse temperature esercitano, infatti, una potente azione sulla circolazione sanguigna riducendo il flusso ematico ai vasi lesionati e quindi evitando che lo stravaso di sangue assuma dimensioni maggiori. Per il resto, altra regola importante è quella di consentire il giusto riposo all’area colpita: insieme all’azione dei farmaci di automedicazione questa semplice misura può aiutare a favorire una più rapida guarigione della lesione, sia sul fronte propriamente estetico sia per quanto riguarda il dolore.

Realizzato in collaborazione con SIMG - Società italiana di medicina generale e delle cure primarie