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Emorroidi

Sinonimi: varici emorroidarie

Definizione

Si tratta di dilatazioni varicose delle vene presenti in prossimità del retto e dell’ano, ovvero nella parte finale dell’apparato digerente, che tendono a prolassare dal retto. Si tratta di un disturbo molto comune, specie con l’aumentare dell’età e, soprattutto, se si hanno persone che soffrono di emorroidi in famiglia (in questo caso, per la predisposizione familiare, il rigonfiamento delle vene può comparire anche intorno ai vent’anni), poi se si mantiene una posizione fissa al lavoro (negozianti, vigili urbani, autisti, impiegati), e soprattutto durante la gravidanza. La debolezza dei tessuti indotta dai mutamenti ormonali, l’aumento della pressione nell’addome per l’ingrandimento dell’utero e il sovraccarico della circolazione addominale portano facilmente alla comparsa di emorroidi. In molti casi, comunque, la comparsa delle emorroidi dipende anche dalle cattive abitudini: ad esempio chi consuma alimenti molto speziati, chi fa sport come equitazione e ciclismo e chi ha una vita eccessivamente sedentaria corre i rischi maggiori. Per quanto riguarda i disturbi, la dilatazione delle vene emorroidarie può portare prurito, dolore, fuoriuscita dei “gavoccioli”, cioè del gruppo di vene verso l’esterno e ovviamente la perdita di qualche goccia di sangue che si verifica al termine della defecazione.

Sintomi associati

  • bruciore anale
  • prurito anale
  • sanguinamento rettale

Trattamento

Quando i sintomi sono particolarmente intensi e soprattutto si è verificata la fuoriuscita delle vene, la parola deve passare al medico. Nelle forme meno gravi, e comunque all’inizio della sintomatologia, si possono impiegare alcuni medicinali di automedicazione, peraltro utili anche a contenere i fastidi nelle fasi più avanzate. Questi farmaci possono contenere diversi principi attivi, anche associati tra loro. Ad esempio anestetici locali per il dolore (ad esempio amilocaina, benzocaina in associazione, lidocaina in associazione, pramocaina, tetracaina, oxetacaina), antinfiammatori da impiegare in loco (ad esempio, ruscogenina in associazione, fluocinolone in associazione, fluocortolone in associazione, idrocortisone in associazione) e sostanze che proteggono i capillari per rinforzare la parete dei vasi, per uso topico o, talvolta, sistemico (ad esempio centella, eparan solfato, escina in associazione, oxerutina, glicosaminoglicano polisolfato, pentosano polifosfato sodico, troxerutina), antisettici che consentono di evitare infezioni locali o antipruriginosi (crotamitone) e poi prodotti di origine naturale, per esempio a base di lievito di birra, che da un lato hanno azione lenitiva, dall’altro favoriscono un maggior tono delle pareti venose. Ovviamente questi farmaci vengono impiegati soprattutto localmente, ma alcuni preparati possono essere anche assunti per bocca. Va ricordato, come è buona regola dell’automedicazione, che questi medicinali vanno impiegati per tempi limitati. Quando il trattamento si protrae nel tempo o quando occorre combattere le emorroidi nelle persone anziane o nelle donne in gravidanza o nel periodo dell’allattamento, è sempre consigliabile un parere del medico.

Buone abitudini

Uno stile di vita attento può aiutarci a contrastare l’insorgenza delle emorroidi e a tenerle sotto controllo nel tempo. La prima regola è andare di corpo regolarmente, senza sforzi eccessivi, che rischiano di “sfiancare” ulteriormente la parete venosa. Sul fronte dell’alimentazione semaforo verde per una dieta “anti-stitichezza”: frutta e verdura, cibi integrali (pane, pasta o riso) ricchi di fibre, yogurt per ricostruire la flora batterica intestinale. In questo modo si può “rimettere” in moto la normale attività delle viscere e favorire ritmi d’evacuazione regolari. Importante è anche evitare che le feci siano poco “pastose” e quindi possano ledere, scorrendo, la parete della vena: utile in questo senso è l’olio d’oliva che ha un’azione emolliente. Per il resto, meglio mettere da parte i cibi irritanti, come spezie e cioccolato. In supporto alla dieta, poi, fate regolare attività fisica: spesso la stitichezza e le emorroidi che ne seguono, sono legate alla pigrizia del corpo che si riflette sull’intestino. Per quanto riguarda l’igiene, meglio evitare detergenti “forti” che indeboliscono la pelle intorno all’ano, e quindi facilitano la comparsa dei sintomi. Utili sono invece dei semplici bidet, da ripetere almeno tre volte al giorno, con un pizzico di acido borico mescolato ad acqua tiepida. Queste abluzioni aiutano a prevenire l’infiammazione e comunque mantengono pulita la parte sofferente.

Realizzato in collaborazione con SIMG - Società italiana di medicina generale e delle cure primarie