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Gambe gonfie

Sinonimi: gambe addormentate, gambe pesanti, insufficienza venosa

Definizione

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Il gonfiore alla gambe può avere numerose cause. Esso è spesso legato ad un quadro di insufficienza venosa ovvero ad un ristagno di sangue o di liquidi linfatici nelle vene e nei vasi linfatici degli arti inferiori. Di conseguenza, la spinta muscolare dei polpacci, che dovrebbe favorire la risalita del sangue verso l’alto, a volte non è sufficiente ad impedire la dilatazione delle pareti delle vene, specie se le valvole all’interno delle vene stesse non lavorano al meglio. È proprio in questa situazione che si può manifestarsi il gonfiore delle gambe che compare, soprattutto, all’altezza delle caviglie e si manifesta in particolare la sera. Insieme al gonfiore possono comparire anche prurito e formicolii. Queste condizioni si possono legare anche ad una sensazione di affaticamento delle gambe, che compare soprattutto quando si sta a lungo in piedi nella stessa posizione, durante la gravidanza oppure nei viaggi particolarmente lunghi in treno o in aereo. Sono soprattutto le donne a fare i conti con questa condizione, che tuttavia, può interessare anche il sesso forte. Va altresì ricordato che in alcune situazioni i disturbi sono legati a vere e proprie patologie dell’apparato circolatorio. In questi casi, è il medico che deve definire i trattamenti più indicati per ogni singolo caso.

Sintomi associati

  • caviglie dolenti
  • formicolio alle gambe
  • prurito alle gambe

Trattamento

Diverse misure possono aiutare a contrastare l’insufficienza venosa, dallo svolgimento di una regolare attività fisica, alla rimozione di scarpe scomode e calze, fino al controllo di condizioni come la stitichezza che possono peggiorare il quadro. Utile, così come i massaggi che favoriscono il linfodrenaggio, è in particolare l’elastocompressione, che mira a ripristinare la normale circolazione venosa attraverso speciali calze. La compressione esterna sulla gamba, infatti, contrasta l’aumento della pressione all’interno delle vene, e accelera il flusso del sangue nei vasi oltre a restringere le vene dilatate. Questo obiettivo può essere raggiunto grazie alle calze elastiche da scegliere caso per caso. Anche i farmaci di automedicazione possono risultare utili a combattere sintomi come il gonfiore delle gambe e la fragilità capillare. Questi possono essere applicati localmente, sotto forma di creme o gel, oppure essere assunti per via generale, sotto forma di polvere o compresse, offrendo all’organismo sostanze capillaroprotettrici a base di diosmina, anche in associazione con l’esperidina o di sostanze eparinoidi come il glicosaminoglicano polisolfato e il pentosano polifosfato sodico oppure a base di flavonoidi come l’oxerutina, la troxerutina e la mirtillina o di composti tripterpenici come l’escina in associazione, l’ippocastano e la centella  Questi medicinali riducono il gonfiore agendo sulla circolazione e in particolare sui capillari venosi, proteggendoli e rendendoli maggiormente elastici.

Buone abitudini

Per combattere l’insufficienza venosa è fondamentale una dieta ipocalorica se si è in sovrappeso, che va associata ad una regolare attività fisica per favorire il consumo di energia. Importante è anche utilizzare indumenti che non “costringano” l’addome per evitare un eccessivo “ristagno” del sangue nelle vene delle gambe. Sul fronte del movimento, va bene la semplice camminata, ma sono ideali ciclismo e nuoto. Questi sport, infatti, consentono di aumentare l’efficacia della muscolatura del polpaccio, che ha il compito di spingere verso l’alto il sangue attraverso le vene. Inoltre nell’acqua diminuisce la pressione ambientale in cui si muovono le gambe, con effettivo miglioramento della situazione circolatoria. Importante è poi evitare di mantenere le gambe a lungo nella stessa posizione. La mancanza di movimento e di contrazione muscolare dei polpacci tende a “sottoporre” al peso della forza di gravità, oltre che del corpo, le valvole delle vene. A tavola la dieta deve essere ricca di frutta e verdura, che contengono vitamina C in grado di aiutare la parete dei vasi a rimanere più “robusta” e non cedere. Da preferire sono i peperoni e, tra la frutta, fragole, mirtilli e altri prodotti del sottobosco ricchi di composti (bioflavonoidi) in grado di “rinforzare” la parete dei vasi sanguigni. Importante è anche ridurre il consumo di sale, visto che questo tende a far trattenere liquidi all’interno dei vasi, aumentando lo “sforzo” delle pareti venose e facilitando la perdita di piccole quantità di liquidi attraverso i capillari, da cui origina il gonfiore delle caviglie. Ultimi consigli: bisogna mantenere la curvatura naturale del piede, evitando di camminare scalze ma anche di sfoggiare tacchi alti per non limitare l’azione di pompa muscolare. Allo stesso modo, meglio riposare con i piedi più in alto del capo, inclinando il letto o l’intero materasso in modo che le estremità inferiori rimangano sollevate di 15-20 centimetri.

Realizzato in collaborazione con SIMG - Società italiana di medicina generale e delle cure primarie