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A colloquio con il dott. Lorenzo Cecchi

A colloquio con il dott. Lorenzo cecchi
Tempo di lettura: 8 minuti

Presidente AIITO, Associazione allergologi e immunologi territoriali e Ospedalieri

Con il cambio di stagione tornano le giornate più lunghe e più calde ma non solo. A primavera è anche tempo di allergie respiratorie. Ma allergici, si nasce o si diventa? E che correlazione esiste tra le allergie respiratorie e il cambiamento climatico? Ne abbiamo discusso con il Dr. Cecchi, Presidente AIITO, Associazione allergologi e immunologi territoriali e Ospedalieri  che ci ha aiutato a capire cosa sta cambiando e cosa sapere.

Le domande

  1. Dottor Cecchi, cosa sono le allergie respiratorie? E come si manifestano?
  2. Quale categoria è più esposta alle allergie respiratorie e perché?
  3. Allergici si nasce o si diventa? Si può parlare o meno di prevenzione in tema di allergie?
  4. Quanto contano le condizioni ambientali (inquinamento, aumento/diversificazione pollini, etc.) e quanto gli stili di vita (p.es. alimentazione, alcol, tabagismo) quando si parla di allergie respiratorie? 
  5. Tenendo conto dei cambiamenti climatici, come essi impattano sugli allergeni e, quindi, sull’incidenza delle allergie respiratorie?
  6. In tal senso, possiamo ancora parlare di una stagione delle allergie o no?
  7. Come vede, Dottore, il futuro delle allergie? Saremo più vulnerabili e più allergici in futuro? Quali fattori determineranno questa evoluzione e cosa si può fare? 
  8. Cosa non si sa delle allergie e che è utile sapere invece?
  9. Come gestire al meglio le allergie (comportamenti in casa e fuori casa, gestione della sintomatologia attraverso l’uso di farmaci di automedicazione, etc.)?
  10. Farmaci di automedicazione e trattamento su anziani e bambini: quali i consigli, cosa avere sempre in casa e a cosa prestare maggiore attenzione?  
  11. In conclusione, ci può fornire 5 consigli per prevenire, gestire, curare le allergie, per noi e per i figli/ anziani, a casa e/o all’aria aperta?  

Le risposte

  1. Le malattie allergiche coinvolgono tutti gli organi che hanno contatto con l’esterno e per questo possono essere definite malattie ambientali. Per quanto riguarda le allergie respiratorie, queste sono provocate dagli allergeni che entrano in contatto con l’organismo attraverso l’aria respirata, provocando disturbi all’apparato respiratorio. Le manifestazioni cliniche più comuni sono la rinite e l’asma; le due malattie sono spesso associate, tanto che possiamo affermare che oltre il 90% degli asmatici ha anche la rinite, e la metà delle persone che hanno la rinite ha anche l’asma, in diversa gravità. Nello specifico, la rinite è una reazione infiammatoria delle prime vie respiratorie e si manifesta con starnuti, prurito al naso, naso che cola, muco chiaro e naso chiuso (che quando disturba il sonno è la forma più grave della rinite allergica). A questo si aggiunge molto spesso anche la congiuntivite, la quale determina un quadro di irritazione oculare che va ad aumentare il disagio provocato dalla rinite. L’asma, invece,si manifesta con una ostruzione delle vie respiratorie causata dall’infiammazione dei bronchi e dalla contrazione della loro muscolatura, che porta, appunto, a difficoltà respiratoria. Tra i sintomi primari vi è la mancanza di respiro, soprattutto sotto sforzo, tosse, senso di costrizione toracica e respiro sibilante o wheezing. Quest’ultimo è un sintomo che si manifesta nell’infanzia come un suono musicale, acuto e continuo, emesso dal bambino durante l’espirazione. A volte, se intenso, è udibile anche dai genitori, ma quando è più flebile può essere rilevato solo dal pediatra curante attraverso l’auscultazione del torace.
  2. Al contrario di altre allergie, quelle respiratorie non presentano differenze di genere ma solo di età; sono i bambini, difatti, a essere più frequentemente allergici e asmatici. Questo in quanto i bambini vengono esposti a quegli stimoli ambientali che rappresentano i fattori di rischio per lo sviluppo delle malattie allergiche nella fase di sviluppo del loro sistema immunitario. In quelli molto piccoli i sintomi interessano principalmente la pelle, con la dermatite atopica. Spesso negli anni successivi compaiono altre manifestazioni, come l’allergia alimentare e la rinite allergica e l’asma. Il respiro sibilante o wheezing è una specie di asma che si manifesta in corso di infezioni a carico delle vie respiratorie (naso, gola) nei bambini: oltre 1 bambino su 3 presenta almeno un episodio di respiro affannoso acuto prima dei 3 anni d’età. Nelle prime fasi apparirà semplicemente raffreddato, in seguito presenterà tosse e appunto respiro sibilante fino ad arrivare a sintomi simili a quelli dell’asma. 
  3. Anche se c’è sempre una predisposizione genetica, l’ambiente circostante aumenta il rischio di allergie, quindi possiamo dire che è possibile sia nascere allergici che diventarlo. A questo proposito, gli studi riguardanti gli effetti dell’ambiente sull’allergia hanno avuto uno sviluppo molto importante. Circa 20 anni fa è stata formulata l’“ipotesi igienica”, secondo cui le persone che sono in contatto con agenti patogeni (virus, batteri, …) hanno meno probabilità di essere allergici, come ampiamente studiato nei bambini che nascono in contesti rurali rispetto ai loro coetanei che vivono in città. Studi successivi hanno dimostrato che molto dipende dall’esposizione ai batteri che contaminano il terreno o che sono maggiormente presenti dove vivono gli animali. In pratica, nell’ambiente rurale è più mantenuto l’equilibrio tra gli agenti patogeni dell’ambiente e il nostro sistema immunitario, equilibrio che si è realizzato in milioni di anni di convivenza. Questo spiega perché nel mondo occidentale ci sono più malattie allergiche rispetto ad altri Paesi meno sviluppati. Per quanto riguarda la prevenzione e secondo quanto detto finora, in Finlandia si sta provando a porre rimedio a questa tendenza; è stato difatti avviato un progetto di prevenzione finanziato dallo Stato che prevede, fra l’altro, attività ricreative per i bambini all’aria aperta, come attività con la terra e con l’orto per riavvicinare i bambini alla natura. I risultati di questa iniziativa hanno già evidenziato miglioramenti nella riduzione delle allergie respiratorie e dell’asma. 
  4. È noto, come anche detto poc’anzi, che qualsiasi aspetto ambientale condiziona lo sviluppo delle malattie croniche in un individuo, sia durante il concepimento e la gravidanza fino all’età più avanzata. Dal punto di vista concettuale adesso non si parla più di cause ambientali, ma di esposoma, un termine inizialmente utilizzato solo in riferimento allo sviluppo di tumori, ma che oggi afferisce anche al campo delle allergie e che è stato introdotto pochi anni fa per indicare la totalità delle esposizioni ambientali non genetiche a cui un individuo è sottoposto, e dall’insieme degli effetti dell’ambiente, ai virus, all’inquinamento, fino ai cambiamenti climatici. Per quanto concerne gli aspetti “endogeni”, o meglio tipici di ciascun individuo, invece, uno stile di vita “sregolato”, un’alimentazione povera di antiossidanti, e il consumo di tabacco sono tutti fattori che contribuiscono naturalmente a peggiorare i sintomi delle allergie respiratorie e l’infiammazione, soprattutto per coloro i quali soffrono di asma. Quando si parla di attività sportiva, invece, c’è un aspetto delicato che riguarda la terapia dell’asma da tenere in considerazione: le cure di oggi oramai permettono di svolgere qualsiasi tipo di attività fisica, ma vi sono alcuni tipi di sport che richiedono maggiore attenzione, come il ciclismo, che espone lo sportivo ad alte concentrazioni di pollini.
  5. È ormai noto che esiste una correlazione tra inquinamento atmosferico e smog e aumento delle patologie allergiche. Ciò è dovuto alla sinergia dannosa tra inquinanti, pollini e allergeni, che rende l’inquinamento estremamente dannoso per i soggetti allergici e i potenziali tali. Questo perché gli inquinanti danneggiano la mucosa e facilitano la maggiore penetrazione e l’effetto allergenico dei pollini, se non, come per alcuni allergeni, l’aumento dell’allergenicità dei pollini stessi. Questo in aggiunta agli effetti dei cambiamenti climatici, e soprattutto della temperatura (il global warming) sulle stagioni di fioritura delle piante che producono pollini allergenici. Tutto questo si somma al danneggiamento della cosiddetta “barriera epiteliale”, che dobbiamo immaginare come un muro fatto di mattoni dove al di sotto si trova il sistema immunitario, uno scudo che filtra ciò che arriva dall’esterno, limitando il numero di sostanze che entrano a contatto col sistema immunitario. Le sostanze che l’uomo ha introdotto negli ultimi 60-70 anni, circa 350.000, provocano la sconnessione di questi mattoni e la conseguente penetrazione di allergeni, numerose sostanze inquinanti e irritanti e microorganismi, inclusi anche i batteri che abitano sopra la barriera epiteliale e che contribuiscono all’equilibrio con il sistema immunitario. Ciò provoca e alimenta l’infiammazione che è la fonte di malattie allergiche ma anche di altre malattie croniche. Per evitare questa “sconnessione” del muro e queste eccessive infiltrazioni, è necessario impegnarsi per ridurre le sostanze che generano inquinamento outdoor e indoor, che possono danneggiare la barriera epiteliale.
  6. I pollini sono una delle componenti che determina sia l’insorgenza ma soprattutto il peggioramento dei sintomi da allergie respiratorie. In questo caso, gli effetti del cambiamento climatico sui pollini e, in particolare, l’aumento delle temperature negli ultimi anni, anche nei mesi di settembre e ottobre, ha alterato la stagione di fioritura delle piante, con un conseguente anticipo della fioritura di molti alberi, come betulla e cipresso e un prolungamento di quella delle graminacee e della parietaria, due erbe molto importanti quando si parla di allergie in Italia. Nei territori meridionali della Penisola, infatti, ciò significa una presenza della parietaria durante tutto l’anno, mentre nelle zone centrali la presenza si si estende fino a settembre e ottobre. Più in generale è possibile affermare che, come tutto l’occidente, l’Italia ha un’alta prevalenza di malattie allergiche, resa più complessa anche dalla grandissima varietà di pollini, di paesaggi, di condizioni metereologiche e di clima. Per quanto il profilo di un allergico possa risultare diversa da Aosta a Palermo, di fatto, quello delle allergie respiratorie è un disturbo che riguarda tutto il Paese senza grandi differenziazioni.
  7. Entro la metà di questo secolo, gli esperti stimano che oltre il 50% popolazione europea sarà allergica e non si profilano miglioramenti nello scenario futuro. Le cause sono sempre riconducibili alle attività dell’uomo, che continua a immettere nell’atmosfera sostanze sempre più aggressive e diverse e i cui effetti, come spiegato, si ripercuotono sulla nostra barriera epiteliale, causando allergie e malattie croniche. Sono necessari ulteriori studi per approfondire i rischi nel lungo periodo e per ragionare sui possibili scenari futuri e conseguenze e impatto sulle allergie respiratorie. 
  8. Anzitutto, è utile sapere e riconoscere l’importanza dell’automedicazione responsabile nel contrastare efficacemente i sintomi dell’allergia, attraverso un uso responsabile dei farmaci da banco da utilizzare per periodi limitati; accanto ai farmaci di automedicazione, anche l’immunoterapia specifica con allergeni può diventare fondamentale nella cura delle allergie respiratorie. Inoltre, considerando l’ambiente un fattore importante sull’incidenza delle allergie respiratorie, sarebbe opportuno migliorare l’informazione, i sistemi di previsione equelli di monitoraggio ambientale, sia per i pollini che per gli inquinanti, poiché tali sistemi potrebbero rappresentare dei validi strumenti per migliorare la qualità della vita dei pazienti. È inoltre interessante la relazione fra pollini e asma durante gli episodi di forti piogge e raffiche di vento, quando si innesca la cosiddetta “asma da temporale”. In queste occasioni, infatti, gli allergeni contenuti nei pollini riescono a penetrare più profondamente nelle vie respiratorie, provocando anche forme asmatiche gravi, anche tra pazienti che non sono allergici. 
  9. Anzitutto, una corretta gestione delle allergie comincia dalla prevenzione, a partire dalla conoscenza e dall’informazione dei pollini ai quali si è allergici, in modo da ottimizzare la terapia e seguirla in modo appropriato. Informarsi consultando il bollettino dei pollini, il meteo delle allergie e il mini-atlante dei pollini sui siti ufficiali può aiutare a non farsi cogliere impreparati e a prevenire i disturbi derivanti dalle allergie. In secondo luogo, bisogna rispettare i tempi della cura e della terapia: sarebbe opportuno non iniziarla troppo in anticipo rispetto alla fioritura e non continuare anche dopo.  Infine, riguardo gli allergeni indoor, è bene prestare attenzione agli acari della polvere e alla forfora degli animali da compagnia. Per i primi, si consiglia di utilizzare per materassi e cuscini delle fodere anti-acari, rappresentando questi la fonte principale degli acari. Per quanto concerne gli animali da compagnia, è opportuno lavarli una volta alla settimana al fine di rimuovere il più possibile gli allergeni dal loro pelo e tenerli lontano da divani, mobili imbottiti, e dalle camere da letto. 
  10. Il naso, gli occhi e i bronchi sono i principali bersagli delle allergie respiratorie. I farmaci di automedicazione sono utili per combattere i disturbi che colpiscono questi organi e hanno un profilo di sicurezza molto elevato, se utilizzati per periodi limitati. Nello specifico, gli antistaminici, disponibili sia per uso topico (spray nasali o colliri) o da assumere per via orale (compresse) rappresentano dei validi alleati e sono sicuri anche per i bambini, nelle dosi giuste. In presenza di congestione nasale dovuta ad allergie alle alte vie respiratorie, può essere utile ricorrere ad antistaminici (eventualmente con vasocostrittori), mentre, i colliri antiallergici risultano utili per alleviare i sintomi della congiuntivite che spesso si associa alla rinite allergica. Per l’utilizzo di tutti i farmaci e di automedicazione è fondamentale leggere sempre il foglietto illustrativo e rivolgersi al farmacista. Se poi la sintomatologia persiste si raccomanda una visita al proprio medico e/o dallo specialista. 
  • Una corretta diagnosi, affidandosi, se necessario, a uno specialista in caso di sintomi persistenti. 
  • La conoscenza degli allergeni e delle proprie allergie in modo tale da ridurne l’esposizione.
  • L’utilizzo cosciente delle terapie, sia di quella farmacologica che dell’immunoterapia specifica, ovviamente mediata dallo specialista.
  • Sfruttare le informazioni disponibili e porre attenzione alle fake news che soprattutto su internet sono molto diffuse. Bisogna utilizzare sempre fonti attendibili come i bollettini dei pollini o siti con contenuti educativi come semplicementesalute.it e allergicamente.it
  • Godersi l’aria aperta, perché è importante condurre una vita “normale”, senza limitazioni e, con la giusta terapia, è possibile svolgere qualsiasi attività. Bisogna tuttavia essere prudenti, evitando i momenti più critici della giornata legati all’innalzamento dei pollini, ovvero in tarda mattinata o nelle prime ore del pomeriggio, quando è raccomandato evitare passeggiate o attività sportive all’aperto.  

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