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A gennaio e febbraio ci si mette il tabarro

A gennaio e febbraio ci si mette il tabarro

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Copritevi, l'inverno non è finito! Nonostante i termometri “impazziti” che abbiamo avuto a fine anno, con punte termiche che ricordavano più il primaverile che quello invernale, non è ancora arrivato il momento di spogliarsi e pensare a indumenti più leggeri. Come dicevano i nostri nonni, a “Gennaio e febbraio ci si mette il tabarro”, inteso come indumento pesante e in grado di proteggerci dalle insidie del clima e dal che agevola l'azione dei virus di stagione. Non è per caso, infatti, che febbraio si chiama così. Il suo nome, infatti, viene dall'epoca dei sette Re di Roma, e in particolare da quella di Numa Pompilio che lo ha aggiunto al calendario: il mese, originariamente era dedicato alla dea Febris, direttamente collegata alla febbre e alla guarigione della malaria che vedeva proprio nell'innalzamento della temperatura corporea uno dei sintomi principali.

Che il clima rigido possa in qualche modo facilitare l'insorgenza di virali è provato. Non tanto, sia chiaro, per l'azione diretta delle basse temperature, quanto piuttosto per l la minore efficienza che il freddo può indurre sui sistemi di difesa delle vie respiratorie. Se a questo ai aggiungono gli legati ai repentini cambiamenti delle condizioni ambientali, con passaggi rapidi dal caldo al freddo e viceversa, e la frequentazione di persone all'interno dei bus, a scuola o in ufficio, ecco che la “frittata” è fatta.

Anche se può dar noia coprirsi e scoprirsi ripetutamente, è un ottimo sistema per ridurre i rischi di fastidi come mal di , raffreddore, tosse e qualche linea di febbre. E non dimenticate cappello e sciarpa anche per salvare la pelle, soprattutto se soffrite di rosacea o più comunemente, couperose, perché questa patologia cutanea risente fortemente degli sbalzi termici. È per questo motivo che anche in , pur se il tepore del vi chiamasse, dovreste evitare di esporvi direttamente alle fonti di . Anche questa abitudine può risultare negativa per la pelle quando si soffre di questa patologia, che ha la sua origine in una molteplicità di fattori. Quello che rimane stabile è il risultato finale sull'epidermide, che si arrossa e presenta visibili soprattutto sulle guance e sul naso, con la comparsa di una fastidiosa sensazione di calore e bruciore. Ricordate che è sempre importante mantenere la pelle idratata e proteggete le parti a rischio.

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