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A luglio gran calura, a gennaio gran freddura

A luglio gran calura, a gennaio gran freddura

Ci siamo: il termometro sale e si mantiene a livelli elevati. Anche la notte. esattamente il contrario di quanto accade a gennaio, che si trova all’opposto sul calendario e che rappresenta il mese del freddo, come ricorda l’antico proverbio popolare “a luglio gran calura, a gennaio gran freddura”. Così, quando le temperature schizzano verso l’altro e la percezione di calore viene influenzata anche dall’umidità, conviene sempre stare allerta contro quelle che volgarmente chiamiamo “botte di caldo”. Se non prestiamo attenzione, esiste, infatti, il rischio del colpo e del collasso da calore.

Si tratta di due condizioni diverse. Il primo si verifica dopo una prolungata permanenza in un ambiente molto caldo e molto umido, per un processo di disidratazione, o uno sforzo molto intenso compiuto in presenza di un caldo eccessivo o se si è vestiti in modo eccessivamente pesante rispetto alla temperatura esterna. Il colpo di calore si caratterizza per la scomparsa del sudore e la tachicardia, con il cuore che batte anche a più di 120 battiti al minuto. La temperatura corporea, mancando il normale meccanismo di controllo rappresentato dal sudore (in questa forma patologica il clima porta a un’alterazione dei normali sistemi di termoregolazione del corpo), può salire anche fino ai 40 gradi e più. Dopo alcuni minuti, in mancanza di intervento, si può addirittura perdere conoscenza. 

In termini preventivi appare fondamentale offrire all’organismo integratori idrico-salini, disponibili anche tra i farmaci di automedicazione in diverse forme. Importante è anche ridurre l’attività fisica in caso di temperature molto elevate e perdita di grandi quantità di liquidi con il sudore. 

Sul fronte del trattamento, il colpo di calore rappresenta una vera e propria emergenza. La prima misura da prendere è rinfrescare il corpo delle persone con panni bagnati in acqua fredda ma poi è sempre necessario il ricovero al pronto soccorso per le cure. 

Altro possibile rischio è il collasso da calore, legato alla diminuzione del sangue circolante. In questi casi all’inizio ci si sente deboli e si suda profusamente. Il battito cardiaco tende poi a rallentare, la pressione arteriosa scende, la pelle diventa fredda e solitamente c’è svenimento. Conviene sempre chiamare un’ambulanza e, nell’attesa, mettere la persona svenuta in posizione orizzontale con le gambe rialzate rispetto al capo.