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Bambini e malanni di stagione: quando andare dal pediatra?

Bambini e malanni di stagione: quando andare dal pediatra?

Stiamo entrando nella stagione a rischio per la possibilità di prendere qualche malanno di stagione: mal di pancia, infreddature, qualche linea di febbre, naso che cola, mal di gola. Quando a soffrirne è il bambino, ovviamente, le attenzioni si moltiplicano. I genitori sono preoccupati e chiedono aiuto al pediatra, come è giusto che sia. Ma ha sempre senso portare il piccolo, magari non proprio in forma, nello studio del medico dei bambini, o peggio, al pronto soccorso? Quanto conta un parere telefonico con un’attenta valutazione della situazione, ora dopo ora, tenendo il piccolo tra le lenzuola nel suo letto? Spesso non si sa cosa fare, ma andando al pronto soccorso o magari precipitandosi nello studio del pediatra si può anche non fare la cosa migliore. Per questo il telefono, anche sfruttando le tecnologie che consentono di valutare a occhio le condizioni del bimbo, anche a distanza o comunque permettono ai genitori di interfacciarsi, con il pediatra in modo costante, possono essere di grande aiuto.

L’importante è ricordare di mettersi in contatto tutte le volte che c’è un dubbio così da permettere al professionista di seguire il decorso della situazione e valutare la necessità di una visita, come per esempio in caso di sospetta bronchite. Come il medico di famiglia anche il pediatra è un alleato fondamentale per la salute dei piccoli e il loro benessere. Proprio il pediatra, attraverso le visite programmate, per fare i bilanci di salute (e che non debbono essere “saltate”!) valuta nel tempo come il piccolo cresce, fornendo consigli sull’alimentazione e supporta la famiglia anche con indicazioni e pareri circa lo sviluppo psicomotorio, oltre a essere un riferimento costante quando il piccolo (e nei primi anni di vita capita spesso!) non sta bene.

Dal punto di vista di mamma e papà, se il piccolo va incontro a qualche male di stagione, non bisogna fermarsi solamente alla valutazione dei sintomi ma soprattutto allo stato di attenzione e di benessere generale del piccolo. Se è sveglio e partecipa, senza modificare troppo il suo carattere, conviene tenersi in contatto con il pediatra ma senza l’assillo di una visita, almeno nell’immediatezza, aspettando di vedere il decorso della sintomatologia. Se invece  il bimbo è “diverso” dal solito, soprattutto se molto piccolo è il momento di preoccuparsi chiamando il pediatra per una visita immediata. Quindi guardare il bambino, avere un filo diretto con il pediatra e monitorare la situazione, magari sfruttando l’azione dei farmaci sintomatici per controllare la febbre e lenire i disturbi, è estremamente utile. Il pediatra, fatte salve le situazioni in cui occorre davvero la sua visita, è sempre vicino alla famiglia.