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Blue Monday: che legame c’è tra la luce e l’umor nero?

Blue Monday: che legame c’è tra la luce e l’umor nero?

Le feste sono oramai finite e si è tornati alla routine mentre l’estate e le vacanze appaiono ancora lontane. Ci sono davvero tutti gli ingredienti perché il morale non sia esattamente alle stelle. E non è per caso che proprio il 16 gennaio si celebri il Blue Monday, una sorta di Giornata mondiale dell’umore cupo. A prescindere dalla situazione di ognuno, con le possibili soluzioni per il benessere psicologico offerte dalla famiglia, dalla sana alimentazione, dalla buona compagnia e dalla visione positiva del futuro, l’occasione è utile per concentrarsi sugli effetti della carenza di luce sull’umore. Anche se la giornata più corta dell’anno è passata, infatti, ci vorrà ancora tempo prima di arrivare alle lunghe serate estive piene di luce. E allora, cerchiamo di capire cosa avviene quando l’illuminazione naturale è scarsa. 

Secondo una ricerca inglese condotta diversi anni fa da Chris Thompson dell’Università di Southampton, almeno cinque persone su cento tra quelle che vanno dal medico nei mesi autunnali e invernali sono colpite da una forma di depressione stagionale legata alla minore presenza di luce. Si dirà questo dato non stupisce dato che nel Regno Unito il cielo è sempre velato e la pioggia è quasi una costante nel periodo autunno-inverno. Ma anche da noi per qualcuno le condizioni meteorologiche e la mancanza di luce tipiche della stagione fredda sono uno degli elementi che scatenano la depressione. Si tratta di un problema che interessa soprattutto le donne, con un rapporto di quattro a uno nei confronti del maschio, e che spesso compare tra i venti e i trent’anni. Ma come può la diminuzione della luce ambientale modificare la nostra psiche? Il cervello può risentire dell’azione della luce ambientale e cambiare la sua normale produzione di sostanze che hanno un’importante compito di regolazione del benessere psicofisico, come ad esempio, la serotonina e la noradrenalina, composti che possono contribuire a “controllare” gli sbalzi di umore, la sensazione di sazietà e anche i normali ritmi del sonno. Per questo la melanconia di stagione oltre a interferire con le risposte all’ambiente esterno può anche modificare il senso di fame, fino a farci mangiare molti dolci, e anche provocare una leggera insonnia. Non solo. È provato che i mutamenti nella luminosità ambientale agiscono anche sull’attività dell’ipofisi, e più in particolare, sulla produzione di melatonina. Questo ormone, la cui produzione è direttamente regolata dall’esposizione alla luce, è uno dei principali regolatori del ritmo sonno-veglia, cioè ci fa capire quando andare a dormire e quando invece essere attivi, potrebbe entrare nella genesi di queste curiose patologie stagionali. Attenzione a non cedere all’umore cupo, quindi.