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Che bello il tennis, ma attenzione se non si è allenati

Che bello il tennis, ma attenzione se non si è allenati
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Muoversi fa bene, al corpo e alla mente, per mantenersi in forma ed evitare problemi di salute. Il corpo umano è infatti come una bilancia perfetta, in cui entrate e uscite dovrebbero pareggiarsi. Purtroppo, però, in chi sceglie la strada della sedentarietà questo rapporto si altera, con un minor consumo energetico e quindi con una maggior facilità all’accumulo di peso corporeo e di grasso nell’organismo. 

In genere, tra il 60 e l’80 per cento delle calorie che il corpo consuma quotidianamente sono bruciate dal  cosiddetto metabolismo a riposo. In questa fase, però, il corpo utilizza alcune sostanze già disponibili, come il glucosio o gli acidi grassi. Quando invece si svolge un’attività fisica (che incide sul bilancio calorico globale per un 15-20 per cento), che implica  un lavoro muscolare protratto, l’organismo ha bisogno di un “supplemento” di energia, che va ad attingere dai depositi di grasso che si trovano nelle cellule lipidiche.

Oltre a questi aspetti generali che spiegano i meccanismi secondo i quali l’attività fisica incide sul consumo energetico, va anche ricordato che non tutti gli sport sono uguali in termini di sforzo e di attività aerobica (a bassa intensità e lunga durata) o anaerobica (ad elevata potenza per una durata più breve). Il tennis – di cui oggi si celebra la giornata mondiale – può nascondere, in questo senso, qualche insidia, specie se non si è allenati e lo si pratica solo per divertirsi. 

Se è vero che in doppio il tennis amatoriale può essere un’attività con una componente aerobica maggiore rispetto a quella anaerobica (dominante nella pratica competitiva e ad alto livello), ricordate che una partita di tennis può richiedere, data l’intensità del movimento ma anche la durata di una partita, un notevole sforzo fisico oltre che mentale, soprattutto se si eccede nell’impegno e nella ricerca del risultato a tutti i costi, esponendosi così più facilmente a infortuni altrimenti evitabili. Certamente, le frequenti pause tra un punto e l’altro, al termine del game e al cambio campo, contribuiscono a “moderare” la continuità dell’intensità dell’impegno concedendo un maggiore recupero ed evitando che lo sforzo diventi eccessivo. Tuttavia, se il tennis viene praticato solo saltuariamente, non esageriamo e non chiediamo troppo all’organismo. Se capita che l’avversario riesce a fare una palla corta che va a scivolare di qualche centimetro oltre la rete, inutile inseguirla. Meglio perdere un quindici e muoversi sempre in armonia, rispettando le esigenze – e l’età – dell’organismo.

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