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Per star bene, non dimenticate le vostre orecchie!

Per star bene, non dimenticate le vostre orecchie!
Tempo di lettura: 2 minuti

Proteggiamo le orecchie! Quando fa freddo, copriamole per evitare che sopportino stress termici che possono essere veicolo di infezioni. E, più in generale, preserviamole dai rumori, o meglio, da quello che viene definito inquinamento acustico in quanto esso può mette a dura prova l’apparato uditivo. In particolare, quando e se abbiamo la percezione che qualcosa non vada per il meglio in termini di udito, sottoponiamoci ai controlli. Comunemente, capita di avere la sensazione di sentire male o poco in caso di un brutto raffreddore che può portare a  un eccesso di muco nelle vie respiratorie che può “farci sentire in una bolla” o quando il cerume crea il cosiddetto tappo.

Situazioni comuni e facilmente risolvibili ma che ci insegnano quanto anche le orecchie siano importanti, soprattutto con l’avanzare dell’età.  Ne va del nostro benessere psicologico oltre che della nostra salute e della nostra vita relazionale. Non ci credete? Vi consigliamo allora di leggere uno studio condotto qualche anno fa da Frank Lin, della Johns Hopkins University di Baltimora, tra i massimi esperti al mondo sui rapporti tra difficoltà uditive e problemi cognitivi. Stando alla ricerca, che ha preso in esame anziani di età media par a 77 anni, chi presenta una forma significativa di ipoacusia, che non permette di intrattenere conversazioni, avrebbe il 24 per cento di probabilità in più di vedere compromesse le proprie abilità cognitive, come concentrazione, memoria e capacità di pianificazione. Non solo: sempre dal ricercatore arrivano altri “alert” per chi sente poco. Una ricerca su 639 persone seguite per oltre 12 anni ha dimostrato come un moderato disturbo dell’udito possa aumentare di tre volte il rischio di sviluppare una forma di demenza. Secondo Lin, sarebbero quattro le possibili cause alla base dei problemi derivanti dalla mancanza di udito. La prima è il processo fisiologico di normale invecchiamento che contribuisce sia all’ipoacusia, sia al declino cognitivo. La seconda è legata a quello che gli esperti chiamano “cognitive load”, vale a dire lo stress esercitato sul cervello dal continuo sforzo di comprensione dovuto a un deficit uditivo. La terza possibile causa considera come la perdita di udito possa modificare la struttura del cervello, contribuendo così allo sviluppo di problemi cognitivi. Infine, sembra possibile che anche l’isolamento sociale, a cui spesso l’ipoacusia costringe, giochi un ruolo nel favorire deficit cognitivi e forme di demenza.

Per questo, se sentite che qualcosa non va nella vostra capacità di sentire, non aspettate e chiedete il consiglio del medico! 

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