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Come capire il fototipo della tua carnagione?

Come capire il fototipo della tua carnagione?
Tempo di lettura: 4 minuti

Come in un quiz televisivo: si può scegliere un numero da 1 a 6! Di cosa stiamo parlando? Del fototipo! Il fototipo è un insieme di quelle caratteristiche individuali – tipo di pelle, occhi e capelli – da tenere ben presenti quando si parla di abbronzatura ed esposizione al sole, e in particolare di pelle e protezione contro i danni che le radiazioni solari possono arrecare

Caso per caso, persona per persona, proprio in base al colorito cutaneo, al colore degli occhi, ai capelli, alle caratteristiche della pelle, si può e si deve puntare sulla prevenzione personalizzata. Perché è proprio il fototipo che ci rende più o meno sensibili all’azione dei raggi solari.  Se è vero che in alta montagna e al mare le radiazioni possono essere più intense anche per i riflessi che le amplificano la rifrazione della luce, (quindi la protezione va ulteriormente accentuata), anche in città, quando si cammina sotto il sole, la pelle è comunque soggetta a rischio e va protetta.

Perché è importante conoscere il proprio fototipo

Se per combattere i fastidi legati all’esposizione eccessiva ai raggi solari, come bruciore, pelle arrossata, scottature, prurito ed eritema, sono di grande aiuto i farmaci di automedicazione, da utilizzare per contrastare i sintomi, la prevenzione, attraverso la scelta della corretta protezione solare è certamente fondamentale per salvaguardare la salute della pelle sul lungo periodo. Per non sbagliare e non scottarsi, è quindi importante avere consapevolezza del proprio fototipo. Poiché il fototipo dipende, come detto, dalle caratteristiche della carnagione, degli occhi e dei capelli, trova spiegazione il fatto che ci sono persone che tendono ad abbronzarsi subito ed altre che invece hanno il problema di scottarsi, diventando molto rosse, senza mai arrivare, in taluni casi, alla classica pelle color “bronzo”. 

Cosa è l’abbronzatura?

L’abbronzatura è una risposta di difesa della pelle alla fotoesposizione, tramite la stimolazione dei melanociti (speciali cellule cutanee) che aumentano la produzione di melanina, il pigmento responsabile dell’abbronzatura.  Scientificamente, va distinta l’abbronzatura immediata dalla vera e propria “tintarella”. Il primo fenomeno ha rapida insorgenza, già durante l’esposizione al sole, è transiente e scompare in un paio di giorni. Esso è dovuto allo scurimento del pigmento, attivato dai raggi ultravioletti A, già esistente negli strati più superficiali della pelle. La “vera” abbronzatura, invece, si origina 48-72 ore dopo la fotoesposizione, ed è supportata dalla neo produzione di grani di melanina ad opera dei melanociti attivati dagli UVB della luce solare; è massima dopo una decina di giorni e può persistere settimane o mesi. Comporta un ispessimento dello strato corneo, una delle aree che trasversalmente si incontrano nella pelle. 

Perché occorre abbronzarsi in modo graduale

Da quanto detto si comprende, fatto che molti di noi apprendono con l’esperienza, perché l’abbronzatura non è immediata. Questo significa che non serve avere fretta con inutile e dannosa overdose di sole. Per arrivare alla classica “tintarella” occorre dare alla melanina il tempo necessario per “risalire” verso gli strati esterni della pelle. Solo così sarà possibile avere un colorito bronzeo che si manterrà per qualche tempo. Proteggere la pelle serve a far sì che essa si “abitui al sole”, scurendosi a poco a poco senza correre i pericoli di una eccessiva esposizione. Le radiazioni solari rappresentano, infatti, una vera e propria aggressione per la pelle: un insulto fisico, un fattore irritante, nei confronti del quale la cute attiva una serie di meccanismi di risposta diversamente modulati a seconda dell’entità dell’esposizione. Per questo, le “indigestioni” solari non solo non danno all’organismo il tempo per la fisiologica produzione di melanina, ma creano le condizioni per scottature più o meno estese e lesioni che poi possono aprire la strada a problemi ben più seri. 

Il fototipo: quanti ne esistono?

Ricordando che neonati sotto i sei mesi di età non andrebbero esposti alla luce diretta del sole e che bambini ma anche adolescenti andrebbero sempre protetti come se si trattasse di soggetti di fototipo 1, ecco una semplice tabella che può aiutarci a scegliere la protezione giusta. Deve essere però il dermatologo – mai dimenticare la visita di controllo regolare per fare la classica “mappa” dei nei e individuare eventuali lesioni a rischio – a indicare caso per caso come proteggersi. 

Fototipo 1: Pelle molto chiara, occhi chiari e capelli rossi o biondi, lentiggini

La pelle è molto chiara, magari sono presenti lentiggini, occhi chiari e capelli rossi o biondi. In queste persone l’abbronzatura è davvero difficile e alto è il rischio di scottature. Esposizione al sole minima (meglio non superare i 10 – 20 minuti e mai nelle ore centrali della giornata) e con la massima protezione, soprattutto per i primi giorni, con la possibilità di scendere fino a 15 dopo diversi giorni di esposizione. Per i bimbi piccoli, utilizzare sempre lo schermo totale.

Fototipo 2: Pelle chiara, capelli biondi o castani chiari

La pelle è chiara e molto sensibile. Ci si abbronza con difficoltà, capitano spesso eritemi, di conseguenza occorre prestare grande attenzione. Esposizione ridotta (fino a 30 minuti – 1 ora) non nelle ore più calde della giornata e schermo totale per scendere massimo fino a 12 dopo diversi giorni di esposizione.

Fototipo 3: Pelle meno chiara, capelli castani

La pelle è meno chiara rispetto ai precedenti, il colore degli occhi è variabile, i capelli sono castani. Il rischio di scottature esiste, ma dopo un tempo più lungo di esposizione ai raggi solari. Esposizione consigliata da 20 minuti a 2 ore, preferibilmente non nelle ore più calde della giornata. Protezione da totale a un minimo di 10 dopo i primi giorni di esposizione.

Fototipo 4: Pelle olivastra, occhi e capelli tendenti allo scuro

La pelle è olivastra, tendente allo scuro, così come gli occhi e i capelli. In genere si rischia poco l’arrossamento, ma non bisogna sottovalutare l’importanza della protezione. Non ci sono particolari limiti all’esposizione, anche nelle ore centrali della giornata. Sempre meglio comunque non esagerare anche perché, oltre alle scottature si rischiano altri disturbi dalla classica insolazione, alla disidratazione. Protezione sempre necessaria anche se può essere minore rispetto ai fototipi precedenti.

Fototipo 5: Pelle molto scura, occhi scuri e capelli neri

Si riferisce alle persone che hanno la pelle molto scura, occhi scuri e capelli neri. Il rischio di scottature è basso, ma è importante proteggere anche labbra e altre aree a rischio. Anche in questo caso, per quanto l’abbronzatura sia una risposta del tutto naturale, la protezione della pelle è sempre necessaria ma non particolarmente elevata. Sempre meglio non esagerare con tempi di esposizione prolungati.

Fototipo 6: Pelle nera

Sono le persone di pelle nera, quasi del tutto al riparo da scottature. Il pericolo di ustioni solari è davvero minimo e si può manifestare dopo molte ore di esposizione. Nessun problema per quanto riguarda l’esposizione al sole, conviene comunque sempre proteggere la pelle.