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“D’aprile non ti scoprire, di maggio non ti fidare, di giugno fa quel che ti pare”

“D’aprile non ti scoprire, di maggio non ti fidare, di giugno fa quel che ti pare”

Le giornate si allungano, il sole rimane per più tempo alto nel cielo e molti di noi cercano di passare più tempo all’aria aperta. Tuttavia, non bisogna dimenticare di proteggere la pelle dai primi soli per preservarla da un’esposizione ai raggi solari che può risultare controproducente. Insomma, dobbiamo proteggerci. E questa può essere una chiave di lettura diversa del classico proverbio di oggi che mette in guardia sulla possibilità che aprile nasconda ancora qualche insidia meteorologica in grado di influire sul benessere.

Evitiamo, quindi, di scoprirci troppo, non solo perché eventuali sbalzi di temperature potrebbero ancora esporci a sgradevoli infreddature, ma anche perché una repentina e brusca esposizione al sole potrebbe risultare eccessiva da sopportare in assenza della necessaria protezione, specie per chi ha pelle ed occhi chiari. Non dimentichiamo mai che occorrono tempo, costanza e soprattutto attenzione alle condizioni della pelle per abbronzarsi. E puntare ad ottenere un colorito bronzeo ad aprile può essere davvero controproducente, senza le dovute contromisure. L’abbronzatura reale avviene, infatti, attraverso la stimolazione dei melanociti (speciali cellule cutanee) che aumentano la produzione di melanina. Nasce dopo 2-3 giorni dall’esposizione al sole ed è sostenuta dalla produzione di grani di melanina. Raggiunge il massimo dopo dieci giorni ed è per questo diversa dall’abbronzatura immediata, chiamata anche fenomeno di Merovsky. È quella abbronzatura che magari rischiamo di ritrovarci dopo una gita fuori porta in queste giornate primaverili. In questo caso il colorito si presenta quasi subito, già nel corso dell’esposizione al sole. Dura poco tempo e scompare in un paio di giorni; è dovuta al cambio di colore del pigmento (cioè, dai granuli di melanina) già esistente ed è attivata dai raggi ultravioletti. Quindi rischiamo solo di scottarci. Ed è meglio evitare.

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