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Denti gialli, perché non è solo una questione di genetica

denti gialli

Sono tanti gli elementi che possono influire sul colore dello smalto dei denti, sulla sua brillantezza, sulla sua struttura e resistenza. Sicuramente è vero che la predisposizione genetica e le caratteristiche del DNA possono avere un ruolo. Ma credere che tutto dipenda solo dai geni è eccessivo. E sbagliato. Le sane abitudini, l’igiene orale ed eventualmente i farmaci di automedicazione per fronteggiare sintomi e segni specifici di sofferenza della bocca possono aiutarci a mantenere i denti sani, robusti e, soprattutto, belli. 

Questione di genetica? Non solo: le cause dei denti gialli

Anche se la predisposizione genetica gioca un ruolo, non bisogna sottovalutare tanti altri fattori che possono influire sulla salute dentale e sul colorito dello smalto. Sebbene col tempo un leggero ingiallimento dei denti sia normale, alcune abitudini di vita facilitano la comparsa del problema. Ad esempio, proprio colorito dello smalto dentale può diventare un valido elemento su cui far leva dal punto di vista psicologico per chi sta tentando di abbandonare il fumo. Si sa, infatti, che la sigaretta tende a far ingiallire lo smalto. Allo stesso modo, anche l’abuso di caffè negli anni può favorire un progressivo “incupimento” del candore della superficie dentale. Ma non basta. Un’insufficiente igiene orale, senza i regolari controlli dal dentista, può rappresentare una causa di progressiva sofferenza dello smalto. Il motivo? L’accumulo della placca e del tartaro può favorire la comparsa di discromie dei denti. Inoltre, il contatto con l’odontoiatra è fondamentale anche per sapere se e quanto è necessaria un’integrazione con fluoro in quanto gli eccessi possono rendere più probabile la comparsa di macchioline. In caso di macchie non si parla di ingiallimento uniforme ma di vere e proprie chiazze cromatiche più scure che possono essere anche segno di sofferenza della bocca. Infatti, non va dimenticato che esistono vere e proprie condizioni patologiche che vanno indagate con cura. E non si parla di sole malattie scritte nel DNA o comunque collegate allo sviluppo. Le macchie sui denti possono rappresentare la conseguenza di cure antibiotiche protratte con particolari farmaci della classe delle tetracicline. Anche un prolungato trattamento con ferro, ovviamente somministrato per via orale, può favorire la comparsa di macchie sui denti che, talvolta, possono comparire anche come segnale della presenza di sangue nella dentina. 

Come sono fatti i denti e come li usiamo?

Nell’adulto gli incisivi, gli otto denti davanti, sono i primi a entrare in contatto con i cibi e hanno il compito di afferrarli e triturarli a morsi. Subito dopo la masticazione prevede l’entrata in azione dei 4 appuntiti canini, che strappano gli alimenti più resistenti. In seguito, quando il cibo viene spostato verso la parte posteriore della bocca, i premolari (otto) concludono la triturazione mentre gli otto grandi molari, con la loro superficie appiattita, schiacciano definitivamente i cibi. Le due strutture fondamentali del dente sono la corona, cioè la parte bianca presente in bocca, e la radice, che si stabilisce all’interno delle ossa mascellare o mandibolare. Dall’esterno verso l’interno, il dente è composto da quattro diversi tessuti. Più in fuori c’è lo smalto, la sostanza più dura e resistente del corpo umano, che copre completamente la corona. Subito sotto questo strato c’è il cemento, che ha il compito di coprire e proteggere la radice. Più all’interno si trova la dentina, sostanza molto simile alle ossa, ultimo strato protettivo per la polpa. All’interno di questa, parte centrale del dente, si trovano i vasi sanguigni, i linfatici e i nervi. Per questo motivo la polpa è l’unica parte del dente che può “far male”.

I rimedi (naturali e non), contro i denti gialli

Se incontrate una persona con lo smalto dentale che tende a farsi giallognolo, non esprimete giudizi affrettati. Perché spesso non è vero che si tratta di persone che non curano la loro igiene. Ci sono naturalmente soggetti dallo smalto di un bianco sfolgorante e altri che, nonostante gli sforzi, hanno un sorriso con caratteristiche cromatiche che vanno dal giallo, o che a volte, addirittura, tende al grigio. Ad incidere su questo non è solo lo smalto, ma anche la dentina, che ha un suo colore di base. 

Detto che le sostanze colorate come appunto la liquirizia, il cioccolato, il caffè già citato, la salsa di soia o altro possono influire sule colore dello smalto, ricordiamo che anche a casa si può fare qualcosa per migliorare la situazione. Tra i principali “rimedi della nonna” annoveriamo, ad esempio, una sana alimentazione, ricca di frutta e verdura e di fibre. Tutti questi cibi infatti facilitano la produzione di saliva e quindi in qualche modo fanno sì che la sostanza più facilmente possa “ripulire” la superficie dentale. Anche altri cibi, poi, possono essere d’aiuto. È il caso di latte e latticini che favoriscono la buona salute dello smalto perché contengono gli “ingredienti” che lo aiutano a mantenersi forte, come calcio e fosforo

Avere i denti bianchi passa soprattutto dalla prevenzione

Lo spazzolamento dei denti e l’impiego del filo interdentale sono le armi più efficaci per prevenire le patologie della bocca e anche le discromie, ovvero i cambi di colore, dello smalto dei denti. Il dentista e l’igienista dentale sono, quindi, i punti di riferimento per affrontare al meglio la situazione. In termini generali ricordiamo che i residui alimentari che si accumulano dopo un pasto, specie se si è esagerato con l’assunzione di zuccheri, possono col tempo ledere lo smalto e dare il via a processi patologici. Addirittura, spesso si consiglia di pulire con cura già prima del pasto denti e gengive, per rimuovere i resti degli alimenti: pensate che già dopo 10-15 minuti dall’assunzione del cibo si potrebbe verificare l’accumulo di residui potenzialmente tossici per lo smalto stesso. Oltre a questo, ricordiamo che i denti possono tornare più facilmente verso il loro colore naturale (non dimentichiamo il tempo che passa) anche grazie alla pulizia professionale dei denti stessi, che andrebbe eseguita nello studio del dentista. 

Sbiancamento dei denti: mai senza la supervisione del dentista

Sta poi al professionista, se sono presenti macchie più o meno profonde, indicare la possibilità di uno sbiancamento dentale, con tecniche diverse da caso a caso. In fine, non dimenticate che gli approcci di sbiancamento si possono impiegare anche a casa, attraverso mascherine trasparenti preparate dal dentista (dopo aver preso l’impronta dei denti), su cui applicare del gel sbiancante. Il tempo e i modi del trattamento vanno definiti caso per caso. Infine, attraverso principi attivi come il perossido d’idrogeno a bassa concentrazione si può avere qualche risultato nello sbiancare i denti. Ma non bisogna esagerare con il tempo di utilizzo e non bisogna comunque mai approcciarsi a pratiche casalinghe senza aver consultato lo specialista. 

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