fbpx
Ciao, sono bollino!

Il problema del fegato grasso

Il problema del fegato grasso
Tempo di lettura: 2 minuti

Tra i potenziali rischi per il fegato non vi è solo l’alcol e nemmeno i virus dell’epatite, ma spesso il grasso in eccesso che si accumula. Le cattive abitudini, l’alimentazione non proprio ortodossa, i chili di troppo possono infatti facilitare l’insorgenza della steatosi epatica non alcolica, legata proprio all’infarcimento di grasso del fegato, “laboratorio” del corpo umano. Quali sono i sintomi del fegato ingrossato, e quali le conseguenze sulla nostra salute?

Quali sono i sintomi di un fegato grasso? 

Tra i principali sintomi del fegato grasso possiamo elencare:  

  • Digestione lenta senza aver ecceduto a tavola;
  • Un leggero senso di peso sotto il torace, nella parte destra dell’addome;
  • Sonnolenza che interviene dopo il pasto spesso accompagnata da  un mal di testa che parte nella zona posteriore del cranio e si lega ai processi digestivi

In caso di steatosi epatica  il fegato non riesce a smaltire le calorie introdotte e quindi a trasformarle in energia. Di conseguenza le “mette da parte” sotto forma di grasso nell’organo stesso.

Come rimediare: evitare di affaticare troppo il fegato

Va detto che quando il disturbo è agli inizi è possibile intervenire con efficacia cercando di porre rimedio alle abitudini sbagliate. Come? Aumentando l’attività fisica e facendola diventare compagno delle nostre giornate, oltre a migliorare la propria alimentazione per evitare di affaticare ulteriormente il fegato.

La dieta da seguire per ridurre il fegato ingrossato

La steatosi, nelle sue fasi iniziali, può regredire, soprattutto grazie ad un’alimentazione disintossicante. La diminuzione del grasso introdotto, facilità il lavoro del fegato e lo smaltimento del grasso in eccesso favorendo la regressione del probelma. La regressione del fegato grasso determina così un ritorno nella norma dei valori degli esami del sangue che indicano la sofferenza epatica e cioè le transaminasi: le cellule epatiche scoppiano di grasso, si rompono e ne fuoriescono gli enzimi “transaminasi” (quelli che si riscontrano negli esami del sangue con le sigle GOT e GPT e che sono alti rispetto alla norma in caso di steatosi epatica).

Dopo un periodo di dieta ipocalorica, i valori degli esami ritornano normali e diminuisce, quindi, il grasso in eccesso nel fegato. Attenzione però: non bisogna eliminare alcuni cibi. Solo va ridimensionata la quota di grassi animali nella dieta di ogni giorno, che deve essere mista e non incentrata prevalentemente su grassi e carboidrati, specie se il nostro stile di vita non prevede un grande consumo energetico. In questo modo il fegato, se non sono presenti virus che possono attaccarlo e non ci sono già stati danni ai tessuti, può riprendere il benessere e continuare a fare il suo lavoro, estremamente impegnativo. 

Il fondamentale ruolo del fegato nella digestione degli alimenti

Se si soffre di steatosi ovviamente il fegato non riesce a lavorare al meglio e l’intero corpo ne soffre. Avere la “ciccia” nascosta tra le pieghe dell’organo, infatti, significa che si è maggiormente soggetti a soffrire della sindrome metabolica, caratterizzata da sovrappeso, obesità, diabete, ipertensione, aumento dei trigliceridi, riduzione del colesterolo buono o HDL. È invece fondamentale che il fegato lavori al meglio per le innumerevoli funzioni che svolge all’interno dell’organismo. L’organo può, infatti, svolgere quasi cinquecento reazioni chimiche diverse. Ripulisce le sostanze assimilate da quello che potrebbe essere nocivo per il corpo, lavora i grassi dei cibi, produce il colesterolo e la bile, sintetizza gli enzimi necessari per il benessere. In più il fegato fa da “contenitore” naturale per molte vitamine come la A e la D, per cui non abbiamo bisogno di ingerirne continuamente con i cibi. Infine, ad esso si deve un fondamentale contributo al mantenimento del livello del glucosio nel sangue, cioè della glicemia. 

Tags