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Intervista al Prof. Fabrizio Pregliasco 

pregliasco
Tempo di lettura: 6 minuti

Professore Associato del Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute dell’Università degli Studi di Milano e Direttore Sanitario Aziendale dell’IRCCS Ospedale Galeazzi – Sant’Ambrogio di Milano

Anche quest’anno i virus dell’influenza e le varianti del Sars-Cov 2 convivranno. Anche per l’allentamento delle misure di contemnimento del contagio contro il Covid-19, l’inlfuenza potrebbe, dopo due stagioni caratterizzate da bassissima incidenza, tornare ad una circolazione paragnabile a quella dei periodo pre-pandemico. Che influenza ci aspetta e quali sono le cose da sapere e i comportamenti da tenere per preservare se stessi e gli altri? Lo abbiamo chiesto al Professor Pregliasco che, anche quest’anno ci ha fornito un aggiornamento dei possibili scenari per la prossima stagione influenzale, oltre a utili consigli di comportamento per gestire l’influenza e prevenire il contagio di tutti i virus respiratori.

LE DOMANDE

  1. Professor Pregliasco, il 2020 e il 2021 sono stati anni segnati da chiusure, misure stringenti per contenere il contagio contro il SARS-CoV-2 e, negli ultimi mesi, nonostante la cosiddetta “ondata estiva”, abbiamo fatto esperienza di un parziale allentamento di tali misure e di un “quasi” ritorno alla normalità. Considerando, quindi, il mutato contesto sociale, cosa dobbiamo aspettarci nei prossimi mesi dal punto di vista epidemiologico, considerando la contemporanea circolazione delle varianti del SARS-CoV-2 e dei virus influenzali? Quali le novità e le differenze rispetto agli scorsi anni?   
  2. Quante persone si prevede verranno colpite dall’influenza e dai virus respiratori?   
  3. Quale quadro clinico ci si attende dai virus per la prossima stagione influenzale (contagiosità, gravità sintomatologia, …)?  
  4. Il SARS-CoV-2 sta mutando velocemente: lo abbiamo visto recentemente, anche in questi mesi con l’“ondata estiva”, caratterizzata da nuove varianti, più contagiose ma con sintomi più lievi rispetto al virus in circolazione nel marzo 2020 – tanto da somigliare sempre di più alla sintomatologia dei virus influenzali stagionali. È così? Si può quindi affermare che il SARS-CoV-2 stia diventando endemico?  
  5. Come oramai pensano in molti, il Covid-19 è diventato davvero come una influenza?   
  6.  È possibile, secondo la Sua esperienza e in base alle varianti a oggi note, prevedere quali potrebbero essere le nuove varianti del virus SARS-CoV-2?    
  7. Certamente la vaccinazione anti-Covid ha ampiamente contribuito al rallentamento della diffusione del virus e alla gravità della sintomatologia. Tendendo conto di tale evidenza e considerando l’evoluzione del SARS-CoV-2 e della coesistenza con i virus influenzali, è consigliata la co-somministrazione della quarta dose anti-Covid-19 e della vaccinazione antinfluenzale? Per chi, soprattutto, e perché?   
  8. Inoltre, dato che oggi sono in molti in Italia ad avere contratto il Covid-19, e anche più volte (secondo il report aggiornato di Our World in Data, solo in Italia i contagiati sarebbero oltre 21,8 milioni), esistono dati clinici/studi che permettono di valutare lo “stato di salute” del sistema immunitario delle persone che hanno contratto il Covid-19? Esiste poi la possibilità che coloro che hanno avuto il Covid-19 abbiano una maggiore/minore probabilità di essere colpiti da virus influenzali e simil influenzali?  
  9. Tenendo conto anche del consolidarsi di alcune importanti misure di prevenzione da parte dei cittadini, che potrebbero anche ritornare obbligatorie in questa stagione autunnale-invernale, quali restano le raccomandazioni fondamentali per difendersi dall’influenza stagionale? Valgono per tutti allo stesso modo (vaccinati/non vaccinati, persone che hanno avuto il Covid-19, fasce di età, abitudini, etc)?  
  10. In conclusione, ci può fornire 5 consigli per vivere la prossima stagione     influenzale, caratterizzata dalla convivenza con il SARS-CoV-2, al meglio?

LE RISPOSTE   

  1. In questo periodo stiamo osservando un andamento del SARS-CoV-2 non costante, ma ondulare, di salita e di discesa. Questo sia a causa della rapidità con cui si diffondono le varianti, sia a causa della presenza (o assenza) di vaccinazioni o di casi di malattia recente (ovvero chi si è negativizzato da poco). Se guardiamo, ad esempio, all’emisfero australe, punto di riferimento per prevedere l’andamento della stagione influenzale a causa dell’anticipata stagione invernale (e quindi influenzale), possiamo osservare che dopo due anni c’è stata una ripresa piuttosto intensa dei virus influenzali, da ricondurre anche all’annullamento delle restrizioni sociali adottate nelle stagioni precedenti, che ha non solo ridotto la diffusione del SARS-CoV-2, ma anche quella degli altri virus influenzali.  
  2. Considerando anche, appunto, l’inverno nell’emisfero australe, dobbiamo aspettarci una stagione invernale caratterizzata da un’incidenza maggiore dei virus influenzali – si stima che i casi in Italia possano arrivare a 6 o 7 milioni. È sicuramente un dato in crescita rispetto agli scorsi anni, che prevediamo anche considerando l’aumentata quantità di virus respiratori e la minore esposizione della popolazione a microorganismi patogeni come virus e batteri negli ultimi due anni (pensiamo, ad esempio, ai bambini che non sono andati a scuola, o agli adulti che hanno frequentato meno i luoghi di lavoro rispetto al periodo pre-Covid).
  3. Per la prossima stagione influenzale ci aspettiamo ancora una presenza del SARS-CoV-2: questo virus permarrà infatti per molto tempo ancora, anche se avrà sempre più difficoltà a diffondersi considerando sia l’alta quota di persone che hanno già contratto il Covid-19 che coloro che si sono vaccinati. Assisteremo, infatti (e come già anticipato), a un andamento ondulante della curva epidemiologica. Stiamo ora cominciando a tornare alla normalità, e, con un livello di libertà abbastanza elevato, il rischio di contrarre il SARS-CoV-2 è ancora considerevole. Nonostante l’alta contagiosità del virus, tuttavia, c’è da considerare che oggi i cittadini sono informati e consapevoli e che le misure di precauzione contro il contagio sono diverse. Tra gli elementi fondamentali per ridurre l’impatto di queste patologie nella prossima stagione autunnale e invernale ricordiamo le vaccinazioni, i richiami per le persone a rischio, un approccio terapeutico corretto e la corretta educazione all’automedicazione responsabile.  
  4. La tendenza evolutiva dei virus è quella di infastidire sempre meno l’ospite che hanno deciso di contagiare, salvo il caso specifico che potrebbe dar vita a una variante molto pesante. Nell’immaginario collettivo si è diffusa l’idea che il Coronavirus stia somigliando sempre più a un raffreddore, quando in realtà continua a colpire e ad essere fatale (in alcuni casi e tra le persone più vulnerabili). Quello che possiamo dire è che i cittadini sono ormai più consapevoli della diffusione del virus e questo si è visto nell’alta adesione alle vaccinazioni – tanto che oggi nel nostro Paese siamo arrivati all’86% di coloro che hanno effettuato il ciclo vaccinale completo, un risultato ottimo.  
  5. No, il SARS-CoV-2 è diverso dall’influenza, anzitutto e soprattutto perché il primo uccide ancora 4 volte tanto la seconda ed è la causa del 95% dei decessi negli ultrasessantenni. Tra le infezioni respiratorie troviamo agli estremi opposti, da un lato, il rinovirus, responsabile del comune raffreddore e dall’altro, tre virus potenzialmente pericolosi che sono il virus respiratorio sinciziale, l’influenza e il Covid. La vera influenza, rispetto ad altri casi, si riconosce per febbre con temperatura elevate, a comparsa brusca, sintomi respiratori o bruciore agli occhi e almeno un sintomo extra respiratorio (come dolori muscolari, mal di testa, spossatezza, etc.).  Per quanto riguarda l’automedicazione, recentemente è stato criminalizzato quello che era la vigile attesa come concetto, ma è quello che si deve fare: valutare la sintomatologia e gestirla, in prima battuta facendo ricorso proprio ai farmaci di automedicazione che permettono di alleviare i sintomi senza azzerarli.
  6. Questi virus sono una macchina imperfetta che non si replica in modo sistematico, a differenza dei virus come il morbillo o la poliomielite, che hanno sistemi di autocontrollo nella loro replicazione. La caratteristica dei Coronavirus è quella di essere instabili; essi si presentano infatti con una struttura semplice che permette loro di mutarsi più velocemente, a differenza degli altri virus influenzali.
  7. La vaccinazione anti-Covid è una delle indicazioni principali per evitare la diffusione del virus ed è quindi fondamentale – ovviamente se associata ad altri accorgimenti – in un’ottica di massa, dove lo scopo principale è quello di ridurre la contagiosità. La somministrazione della quarta dose del vaccino anti-Covid-19 e della vaccinazione antinfluenzale sono poi imprescindibili per tutti quei soggetti maggiormente esposti o più vulnerabili e fragili, come ad esempio gli anziani e i soggetti a rischio. 
  8. In questo momento la ricerca si sta focalizzando esattamente sul concetto di immunità per capire come sia possibile che all’interno dello stesso nucleo familiare la malattia si possa sviluppare diversamente: ci sono infatti stati diversi casi di famiglie in cui alcuni membri si sono ammalati mentre altri sono rimasti immuni: esistono infatti diversi tipi di immunità e, di conseguenza, ogni individuo reagisce soggettivamente una volta contratta la malattia. Ad oggi non c’è tuttavia ancora un metodo generico che possa decretare se dopo il Covid-19 si possa contrarre più facilmente il virus influenzale.   
  9. Tra le misure di contenimento principali, molte delle quali sono state ora sdoganate, troviamo le mascherine, utilizzate per tutelarci e soprattutto per tutelare le persone fragili nella nostra comunità. Dobbiamo però pensarle ora come a un paio dei nostri occhiali da sole: un accessorio che deve entrare automaticamente nel nostro utilizzo quotidiano. Il lavaggio delle mani, poi, risulta senz’altro essere di estremo aiuto per arginare il contagio, perché in questi 2/3 anni abbiamo imparato che una serie di patologie si trasmette soprattutto attraverso le mani. Si tratta in generale di precauzioni che andrebbero mantenute trasversalmente e adottate come abitudini nella nostra quotidianità.  
  10. Per vivere al meglio la prossima stagione influenzale consiglio:  
  • Di farsi guidare sempre dal buonsenso, che rimarrà alla base di una migliore convivenza all’interno della propria comunità;
  • La consapevolezza che i virus rimarranno e che rappresenteranno, anche nel futuro, un problema di sanità pubblica; 
  • Mantenere i princìpi igienici e comportamentali fondamentali; 
  • Sottoporsi a vaccinazioni ed eventuali richiami se e quando necessario;
  • Educarsi all’automedicazione responsabile per la gestione della sintomatologia ma, in caso di soggetti fragili, rivolgersi al medico subito perché venga valutata la possibilità di utilizzare farmaci antivirali alla comparsa dei primi sintomi.

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