L’influenza passa all’uomo anche dai cani?
E’ presto per stare a letto con l’influenza. Il virus che provoca l’infezione respiratoria più temuta dell’inverno, che lo scorso anno ha messo ko milioni di italiani e che può essere prevenuta con la vaccinazione, è ancora lontano dai nostri lidi. Quelli che circolano ora sono ceppi di virus “cugini” di quello influenzale, capaci di provocare sintomi respiratori come tosse, mal di gola, raffreddore, oppure disturbi gastrointestinali, come nausea con vomito e/o diarrea.
I farmaci di automedicazione sono il rimedio ottimale per combattere questi sintomi, destinati a scomparire in pochi giorni se la loro origine va ricercata nei classici virus di stagione. Ma è proprio sul virus dell’influenza che si concentrano molte ricerche, volte a capire anche come i ceppi si mescolino diventando più o meno aggressivi. In questo senso va letta la ricerca condotta su 800 cani della Cina sud-orientale con problemi respiratori, volta a comprendere se anche questo animale potesse rappresentare un “ponte” capace di adattare i virus ad infettare l’essere umano. Lo studio è apparso sulla rivista mBio. Sono stati identificati diversi ceppi virali ed è stata dimostrata una possibile similitudine tra alcuni tipi di virus riscontrati nei maiali e quelli trovati nei cani. Teoria possibile: dagli uccelli (primi a portare i nuovi virus influenzali) il virus potrebbe avere un riassortimento genetico non solo nei maiali ma anche nei cani e attraverso questi passaggi potrebbe rivelarsi poi potenzialmente in grado di diventare “umano”.
Per ora è solo un’osservazione scientifica di cui certamente si occuperanno gli esperti della materia per capire se si tratta di una informazione che potrà essere utilizzata in futuro per comprendere sempre meglio le mutazioni e il comportamento dei virus influenzali.
I farmaci di automedicazione sono il rimedio ottimale per combattere questi sintomi, destinati a scomparire in pochi giorni se la loro origine va ricercata nei classici virus di stagione. Ma è proprio sul virus dell’influenza che si concentrano molte ricerche, volte a capire anche come i ceppi si mescolino diventando più o meno aggressivi. In questo senso va letta la ricerca condotta su 800 cani della Cina sud-orientale con problemi respiratori, volta a comprendere se anche questo animale potesse rappresentare un “ponte” capace di adattare i virus ad infettare l’essere umano. Lo studio è apparso sulla rivista mBio. Sono stati identificati diversi ceppi virali ed è stata dimostrata una possibile similitudine tra alcuni tipi di virus riscontrati nei maiali e quelli trovati nei cani. Teoria possibile: dagli uccelli (primi a portare i nuovi virus influenzali) il virus potrebbe avere un riassortimento genetico non solo nei maiali ma anche nei cani e attraverso questi passaggi potrebbe rivelarsi poi potenzialmente in grado di diventare “umano”.
Per ora è solo un’osservazione scientifica di cui certamente si occuperanno gli esperti della materia per capire se si tratta di una informazione che potrà essere utilizzata in futuro per comprendere sempre meglio le mutazioni e il comportamento dei virus influenzali.
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