fbpx
Ciao, sono bollino!

Macchie rosse sul sederino del bebè? È l’eritema da pannolino

Macchie rosse sul sederino del bebè? È l’eritema da pannolino
Tempo di lettura: 3 minuti

L’eritema o dermatite da pannolino è uno dei problemi più frequenti nei bebè. Porta ad arrossamenti e macchioline o vescicole che si manifestano sul sederino e nelle zone circostanti generando fastidi come prurito e a volte bruciore. Prevenzione e semplici attenzioni sono fondamentali per ridurre i rischi e controllare il quadro. Come? Prima di tutto conoscendo la situazione.

Le cause dell’eritema da pannolino

Quando si utilizza il pannolino e il clima in cui il bambino si trova è caldo e umido, anche se per esempio il bambino è vestito troppo, diventa più facile sviluppare gli arrossamenti e facilitare la comparsa delle piccole vesciche con bollicine che caratterizzano la condizione. All’origine di tutto c’è un’irritazione dell’epidermide che produce una conseguente infiammazione, con i sintomi e i segni appena descritti.

L’eritema da pannolino non va confuso con le sudamine. Che differenza esiste tra sudamine ed eritema da pannolino? Le sudamine, che compaiono quando il piccolo suda molto e non solo nell’area coperta dal pannolino, sono una specie di eruzione vescicolosa, che porta la pelle a ricoprirsi di piccolissime e fitte vesciche, a volte contornate da un alone rosso. I fenomeni si manifestano soprattutto sull’addome, sul petto, sulle parti laterali del tronco, sul collo e sulle braccia, raramente sul volto. La malattia dura abitualmente da 2 a 5 giorni. Le vescicole scompaiono e rimane solo una transitoria desquamazione furfuracea della cute.

Spesso queste situazioni si accompagnano a prurito, quindi un aiuto per combattere il sintomo può venire dall’uso di creme emollienti ad azione lenitiva e antipruriginosa. Infine, non dimentichiamo che quando fa caldo o il piccolo è troppo coperto, con il sudore si possono creare le condizioni ideali per favorire la macerazione della pelle nell’area coperta dal pannolino, aumentando anche il rischio di sviluppare una micosi cutanea. La più classica, in questo senso, è la candidosi dell’epidermide, dovuta a miceti del genere candida. Generalmente questa affezione colpisce soprattutto i bimbi molto piccoli proprio nelle zone abitualmente protette da pannolino che quindi va sempre cambiato con regolarità. La diagnosi certa di candidosi può essere effettuata solo dal pediatra che darà le indicazioni sui corretti trattamenti da effettuare e la loro durata. Infatti, non bisogna esagerare con cure protratte o rimedi che possono alterare la cute. In questo senso teniamo presente che l’impiego prolungato di creme antibiotiche o cortisoniche può favorire la comparsa di candidosi. 

Come affrontare la dermatite da pannolino

I vecchi rimedi delle nostre nonne sono sicuramente utili per favorire la reintegrazione dell’epidermide lesa dalla dermatite e dall’infiammazione. In primo luogo, a questo scopo, sono utili composti grassi come, ad esempio, il classico olio d’oliva passato con un batuffolo di cotone nelle aree infiammate. Allo stesso modo anche l’olio di mandorle può diventare un utile strumento per il trattamento delle lesioni: va applicato nelle aree irritate a ogni cambio e può avere un’azione lenitiva oltre a favorire la rigenerazione cutanea. Infine, sempre risalendo ai consigli della medicina popolare che si rivelano sempre molto utili, pensate come soluzioni all’amido di mais, che può diventare uno strumento utile per ridurre i rischi di screpolature e lesioni cutanee. Va detto che tutte queste soluzioni vanno impiegate dopo che si è lavata per bene la zona sede di irritazione cutanea, evitando ovviamente i saponi e comunque i composti detergenti eccessivamente aggressivi che possono far soffrire ulteriormente l’epidermide.

Per lavare bene la pelle quindi usate acqua e impiegate salviette per asciugare che non siano ruvide e quindi in grado di creare ulteriori irritazioni e piccole lesioni sulla pelle ipersensibile del neonato. Ovviamente questo presuppone che i pannolini siano cambiati regolarmente, evitando che rimangano a macerare a contatto con la pelle, soprattutto per evitare l’azione dell’urina che in qualche situazione può risultare particolarmente acida e quindi dannosa per l’epidermide del piccolo. In questo senso, se non si cura l’igiene cutanea del piccolo si rischiano di più arrossamenti, vesciche, bruciori e quindi pianti del bebè. Senza dimenticare che, anche con il consiglio del pediatra e del farmacista, i farmaci di automedicazione ad azione antisettica e antinfiammatoria possono aiutare a recuperare presto il benessere cutaneo. 

Tags