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L’importanza di mantenere un naso “aperto”

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Quando i virus o le infreddature facevano da “blocco” per il libero passaggio dell’aria attraverso le narici, le nostre nonne mettevano in campo contromisure decongestionanti di vari tipo, dai classici suffumigi, allo stimolo allo starnuto grazie all’inalazione di un pizzico di sale fino a veri e propri cataplasmi da applicare in prossimità delle vie respiratorie. Oggi, in caso di raffreddore, abbiamo a disposizione i farmaci di automedicazione ad azione decongestionante che ci aiutano ad alleviare l’antipatico sintomo del naso chiuso.

Se con il raffreddore, specie di inverno, a volte bisogna fare i conti, tenere il naso “aperto” è sempre importante per garantire un corretto funzionamento dell’apparato respiratorio. Il naso, infatti, ha il compito prezioso di filtrare l’aria che respiriamo e, come dicevano le nostre nonne, dobbiamo mantenerlo libero affinché possa filtrare correttamente i circa quindicimila litri di aria che deve ripulire, prima che arrivi ai polmoni. Un lavoro reso sempre più difficile dall’inquinamento: stando a quanto riporta l’Organizzazione Mondiale della Sanità, esso è correlato con il 17 per cento di tutti i decessi e di tutte le malattie da infezione respiratoria inferiore acuta. Scegliamo insomma la via migliore per mantenere le narici ben pulite per garantirci un buon respiro ma anche per prevenire il più facile attacco dei virus e l’insorgenza di disturbi delle vie respiratorie. Quando le narici non ventilano bene cresce il rischio di infezioni, che possono trasformarsi in sinusiti a viaggiare fino all’orecchio generando dolorose otiti che avranno bisogno dell’intervento del medico.