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Sindrome dell’occhio secco: quali sono i sintomi e cosa fare 

Sindrome dell’occhio secco: quali sono i sintomi e cosa fare

Non pensate alle lacrime solamente come un segno di tristezza, di gioia o commozione, o comunque di sensazioni fisiche o psicologiche che impongono una reazione di questo tipo.

Le lacrime o, meglio, il liquido lacrimale, rappresentano lo straordinario meccanismo di controllo del benessere oculare perché aiutano a tenere la superficie oculare ben idratata, e la corretta idratazione permette di far lavorare al meglio l’occhio, proteggendolo dagli insulti esterni.

Prova ne sia il fatto che è solo quando facciamo i conti con i sintomi associati all’occhio secco ci rendiamo conto di quanto le lacrime siano necessarie ber mantenere in salute le funzioni oculari. Insomma, l’occhio vuole la sua parte di lacrime.

Vediamo in questo articolo come prevenire e curare i sintomi dell’occhio secco.

Cosa è la secchezza oculare

La secchezza oculare si verifica in seguito a un’alterazione del film protettivo lacrimale. Le lacrime, infatti, hanno una grande importanza nella salute dell’organo della vista poiché consentono di mantenere lubrificato l’occhio mantenendo ottimali le condizioni della visione oculare.  

Secondo gli studi, circa quattordici adulti su cento soffrono di occhio secco: capita soprattutto alle donne, in particolare dopo la menopausa, e agli anziani. A volte questa condizione si correla con il diabete e con l’assunzione prolungata di farmaci diuretici per ridurre la pressione, derivati del cortisone e antidepressivi.

Perché l’occhio diventa secco? Cause e fattori scatenanti

L’occhio secco è diventato un disturbo occasionale abbastanza comune soprattutto quando in presenza di alcune condizioni di rischio. Le cause più comuni dell’occhio secco possono essere, ad esempio, una prolungata esposizione al sole senza la necessaria protezione per gli occhi, la permanenza in un ambiente polveroso o ventoso, l’esposizione ad aria condizionata in condizioni di bassa umidità ambientale, l’esposizione protratta allo schermo dei dispositivi elettronici come smartphone o pc.

Anche la comparsa della congiuntivite può facilitare l’insorgenza del disturbo, ma non bisogna dimenticare che all’origine dell’occhio secco possono esserci anche anomalie delle palpebre e del meccanismo di ammiccamento, un impiego prolungato di lenti a contatto e l’inquinamento atmosferico.

I sintomi e i disturbi associati alla sindrome dell’occhio secco

Bruciore, arrossamento, fastidio alla luce, sensazione di corpo estraneo all’interno dell’occhio, stanchezza visiva, soprattutto quando si legge un libro o si lavora al computer, e più in generale, affaticamento della vista. Sono questi i principali fastidi delle persone affette dalla sindrome dell’occhio secco. 

Il ruolo del liquido lacrimale

Il liquido lacrimale è di grande utilità per il corretto funzionamento degli occhi. Esso compone il film lacrimale, cioè una pellicola protettiva che rappresenta la prima “barriera” dell’occhio nei confronti dell’ambiente esterno. Proprio per questo esso risente pesantemente delle condizioni climatiche o ambientali. Di conseguenza, quando la funzione delle lacrime è scarsamente efficace, possono nascere dei problemi

L’alterazione del film lacrimale responsabile dell’occhio secco può essere di tipo quantitativo, quando manca la componente liquida, o anche di tipo qualitativo, se invece, si modifica la composizione lacrimale.

La lacrima “perfetta”, infatti, deve avere tre componenti: deve essere acquosa, grassa e mucosa. La lacrima, pur se appare uniforme, è fatta di due strati fondamentali: il primo, più esterno, è di natura prevalentemente lipidica, cioè, è fatto di grassi, il secondo, più interno, ha, invece, una composizione muco-acquosa.

Lo strato di grasso rappresenta la barriera vera e propria nei confronti del mondo esterno, permettendo, inoltre, di rallentare l’evaporazione dello strato più interno che è a diretto contatto con l’occhio. Lo strato acquoso ha diversi compiti quali assicurare il passaggio di sostanze nutritive all’occhio e soprattutto consentire alla lacrima di mantenersi “adesiva” nei confronti del globo oculare. 

Diagnosi, rimedi e trattamenti per la secchezza oculare

Apparentemente, sul fronte delle cure per la sindrome dell’occhio secco occorre fornire lacrime, e quindi componente liquida e densa, alla superficie oculare. Nella maggior parte dei casi occorre, quindi, instillare sostituti delle lacrime per lubrificare l’occhio, come i colliri.

Quando l’occhio secco è un problema occasionale l’impiego dei farmaci di automedicazione ad azione antisettica e lubrificante da applicare localmente in forma di colliri può risultare di grande aiuto per alleviare i fastidi e migliorare lo stato di salute oculare. Tuttavia, quando i sintomi non si risolvono con le lacrime artificiali, è sempre meglio fare riferimento allo specialista oculista, specialmente quando l’occhio secco si manifesta come conseguenza di condizioni patologiche diverse (malattie autoimmuni, infiammazione palpebrali, alterazioni congiuntivali, ecc.)

Particolare attenzione occorre con gli anziani perché le ghiandole lacrimali tendono ad atrofizzarsi col tempo e alle donne specie quando si assiste a possibili piccoli squilibri ormonali come l’avvento della menopausa. 

Resta il fatto che la terapia locale con sostituti lacrimali è ancora la più usata per le alterazioni del film lacrimale e della superficie oculare. I sostituti lacrimali disponibili sul mercato sono innumerevoli, spesso molto diversi tra loro e possono avere sia funzione sostitutiva che correttiva.

Perché ammiccare aiuta a prevenire l’occhio secco

Sul fronte della prevenzione, per chi soffre di occhio secco a causa delle abitudini di vita e lavoro, qualcosa si può fare. È basilare, in questo senso, ammiccare. O meglio, per dirla con gli anglosassoni, puntare sul “blinking”. 

Mediamente, stando alle ricerche scientifiche, passiamo, senza rendercene conto, il 10 per cento della giornata a sbattere le palpebre. Si tratta di un movimento involontario ma essenziale per la salute degli occhi perché permette di lubrificarli preservando il funzionamento del dotto lacrimale. Infatti, l’ammiccamento palpebrale determina una continua distribuzione delle lacrime per mantenere la superficie esterna dell’occhio in condizioni ottimali per lo svolgimento delle funzioni oculari.

Grazie all’ammiccamento poi, le ciglia catturano le polveri sospese nell’aria, proteggendo gli occhi che sono la parte più esposta all’ambiente esterno e, quindi, quella più soggetta all’aggressione sia patogeni (virus, funghi e batteri) ma anche di fattori fisico-chimici. Prendersi cura degli occhi è quindi importante per scongiurare congiuntiviti e altri disturbi a carico di occhi e palpebre come calazi, orzaioli e blefariti, soprattutto se si hanno le lenti a contatto o si utilizzano per ore gli schermi di smartphone, tablet e computer.