fbpx
Ciao, sono bollino!

Quando l’inquinamento secca gli occhi

Tempo di lettura: 2 minuti

Arrossamenti, bruciori, sensazione di avere un granello di sabbia sotto le palpebre. A volte fotofobia. Quando compaiono questi sintomi di malessere dell’occhio leggere o semplicemente guardare lo schermo dello smartphone crea stanchezza, si fa fatica a concentrarsi, a volte viene anche mal di testa.

La colpa è di una carente produzione di lacrime o di un l’eccesso di evaporazione del liquido lacrimale che possono generare i sintomi tipici dell’occhio secco. L’aria troppo secca degli ambienti chiusi o l’eccessiva esposizione al sole possono facilitare la comparsa dei fastidi così come la presenza di ambienti polverosi e, in generale, di inquinamento atmosferico. Infatti, se l’occhio viene esposto all’inquinamento perde la sua naturale “idratazione” e quindi gli occhi ne soffrono. Quelli degli adulti ma soprattutto quelli dei bambini, per i quali il problema può risultare più frequente ed accentuato.

Ma in che modo l’inquinamento è dannoso per gli occhi? Quando aumentano i composti inquinanti presenti al suolo, ovviamente i fastidi interessano in primo luogo i polmoni. Ma può capitare anche che gli occhi siano interessati dal fenomeno perché la congiuntiva “assorbe” i composti nocivi che non dovrebbero giungere sulla sua superficie. Inoltre, le polveri sottili presenti nell’aria inquinata si comportano come veri e propri “essiccanti” dell’occhio e quindi portano progressivamente ad asciugare le lacrime. In particolare agiscono sullo strato lipidico del film lacrimale (uno dei tre composti che caratterizza questa denso liquido biologico), che ha poi il compito di far passare l’ossigeno alla cornea. Di conseguenza, la carenza di lacrime può portare alla comparsa dei classici segni dell’occhio secco, come la stanchezza oculare, la sensazione di avere qualcosa all’interno dell’occhio e i fastidio legato al continuo ammiccamento.

Per difendersi, e proteggere soprattutto i bambini, conviene sempre evitare di muoversi nelle ore di massima presenza dell’inquinamento. I neonati e i bimbi piccoli andrebbero sempre trasportati su marsupi o in passeggini rialzati, per evitare che siano a diretto contatto con le polveri presenti a terra. Oltre alle lacrime artificiali che aiutano a “idratare” l’occhio, in caso di disturbi possono essere utili i farmaci di automedicazione ad azione antisettica e lubrificante che vanno applicati localmente e consentono di contrastare efficacemente i sintomi: se i problemi si ripresentano spesso, poi, la parola deve passare all’oculista.