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Reflusso acido, attenti all’ernia “invisibile”

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Arriva con dei veri e propri bruciori, spesso anche fino alla gola che a volte ci costringono a svegliarci nel bel mezzo della notte. È una situazione comune a molti, soprattutto nei periodi di stress, in cui l’alimentazione potrebbe non essere la più idonea. In ogni caso, quando il sintomo è occasionale, pur ribadendo che i farmaci di automedicazione possono svolgere un ruolo significativo nei confronti dell’acidità in eccesso specialmente dopo i pasti, non bisogna mai dimenticare che a volte la risalita dell’acido verso l’esofago è favorita dalla presenza di una particolare alterazione anatomica: l’ernia iatale.

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non si tratta di un disturbo raro: è in molti casi non visibile, ma a volte corresponsabile dei fastidi. L’ernia iatale consiste infatti in un passaggio (erniazione) dall’addome al torace di una porzione dello stomaco attraverso un foro, che causa l’alterazione della funzionalità gastrica. Quando si verifica, il succo gastrico refluisce naturalmente verso l’esofago e può anche – ma non sempre – determinare diversi disturbi, primo fra tutti un forte senso di bruciore, mentre in casi più acuti può sfociare nella risalita dell’acidità. L’eziologia del disturbo non è particolarmente semplice, pur sviluppandosi a volte in maniera congenita o in seguito a un trauma. L’importante però è capire di che tipo di ernia si tratta; esistono infatti due tipi di ernie iatali: quella più comune è l’ernia “da scivolamento” o paraesofagea, che può essere riscontrata tramite diagnostica radiologica in quattro persone su dieci. Contromisure possibili? Se è vero che per i sintomi occasionali si può ricorrere ai farmaci di automedicazione, mirati a contrastare i sintomi specifici, dal bruciore fino all’iperacidità che ne è la causa: quando si riscontra la presenza di un’ernia iatale, occorre rivolgersi al proprio medico per la somministrazione di eventuali terapie specifiche, a volte anche chirurgiche.

Le buone abitudini, anche in questo caso, possono fare molto, soprattutto in tema di alimentazione: la prima regola importante è infatti quella di non appesantirsi con il cibo, sarebbe preferibile fare più pasti al giorno ma leggeri. Tra i cibi da evitare occorre sempre ricordare che ne esistono alcuni particolarmente problematici per la mucosa dell’esofago e che possono causare più facilmente bruciori e altri disturbi, tra cui la cioccolata, i pomodori, gli agrumi e la menta. Inoltre è sempre indicato non indossare cinture particolarmente strette in vita, che non permettono una corretta digestione ma anzi promuovono la risalita dell’acido dallo stomaco verso la parte superiore del corpo, e quindi verso l’esofago.

Infine, tra i farmaci di automedicazione a cui si può ricorrere vi sono quelli contenenti sostanze che hanno la capacità di “tamponare” l’eccessiva acidità dello stomaco (antiacidi, come il bicarbonato di sodio, il calcio carbonato, l’alginato in associazione, i citrati di sodio e i composti di alluminio e magnesio), oppure di ridurre la produzione di acidoda parte della parete dello stomaco (i cosiddetti antisecretori come cimetidina, omeprazolo, pantoprazolo, esomeprazolo). Questi medicinali possono essere assunti in modo estremamente semplice sotto forma di sciroppi, compresse o soluzioni granulari da mescolare in acqua, o anche da assumere senza bisogno di acqua.