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Artrite o artrosi? Sintomi e differenze

Tempo di lettura: 3 minuti

Artrite o artrosi: qual è la differenza? In caso di artrite si parla di infiammazione delle articolazioni. L’artrosi invece è un processo degenerativo che coinvolge le articolazioni. 

Tuttavia, i confini tra queste due situazioni sono estremamente sottili. Spesso artrite, cioè infiammazione, e artrosi, ovvero processo degenerativo del tessuto articolare, si confondono tra loro, con una condizione che si sovrappone all’altra. Di certo in entrambe le condizioni dolori e difficoltà di movimento la fanno da padroni. Ma come si può capire se si tratta di artrosi, ovvero della componente degenerativa, o di artrite, che si manifesta soprattutto con l’infiammazione?

Come si manifesta l’artrite

Il termine artrite è generico. Con questa parola si rappresentano le infiammazioni articolari, che possono avere origini diverse. Si tratta comunque di una condizione di natura reumatologica caratterizzata da dolore, limitazione funzionale, difficoltà di movimento dell’articolazione coinvolta. 

All’interno di questa definizione generale, possono esserci manifestazioni diverse che vanno riconosciute dal medico. Le malattie reumatologiche sono numerose e variegate: colpiscono l’apparato locomotore e molte di esse sono a carattere sistemico, perché possono interessare più apparati. Ne è un esempio l’artrite reumatoide tra le cosiddette forme autoimmuni. Se non trattate tempestivamente e in modo adeguato, le artriti possono causare, anche in breve tempo, danni definitivi all’organismo e determinare, nel tempo, disabilità e invalidità. Per questo è importante la diagnosi precoce che consente un tempestivo inizio delle cure appropriate. Attenzione però: molto spesso l’esordio di una artrite può essere subdolo, con sintomi aspecifici e non facilmente diagnosticabili. Il primo sintomo può talvolta essere semplicemente una febbre o una stanchezza che non passa. Successivamente compaiono i sintomi caratteristici e propri di ogni forma e il medico di famiglia invia il paziente dal reumatologo per gli approfondimenti diagnostici e un inquadramento definitivo al fine di iniziare una terapia appropriata per limitare l’evoluzione della malattia e, se possibile, arrestare il processo infiammatorio. Il picco di esordio delle malattie reumatologiche sistemiche, che tendono a coinvolgere l’intero organismo, si ha tra i giovani-adulti, uomini e donne in età fertile, anche se ci sono delle forme pediatriche e anche dell’anziano. Nell’artrite reumatoide, ad esempio, la membrana dell’articolazione, la cosiddetta sinovia, col tempo si altera e tende a erodersi nell’ambito di un processo infiammatorio che va riconosciuto a trattato con cure mirate. 

Come si manifesta l’artrosi

L’artrosi è una malattia legata alla progressiva scomparsa della cartilagine che ricopre le estremità delle ossa che formano un’articolazione, come quella del ginocchio o dell’anca. La cartilagine liscia che permette lo scorrimento delle ossa quando si fa un movimento viene, quindi, sostituita da un tessuto ruvido e sfilacciato. Il sintomo più comune è il dolore dapprima quando si muove un’articolazione, poi anche a riposo. Può comparire anche un’infiammazione perché senza la cartilagine l’articolazione può diventare rigida e gonfiarsi. Col tempo possono addirittura comparire deformazioni a carico dell’articolazione interessata. Il medico è in grado di identificare già dalla visita il rischio di artrosi, anche perché la limitazione del movimento e la comparsa del dolore dopo specifiche manovre indirizza la diagnosi. Possono essere presenti anche rumori nel movimento, legati all’attrito del rapporto tra osso e osso. Il riconoscimento precoce della condizione permette di rallentare l’evoluzione dell’artrosi. Fondamentale è fare movimento (ma quello corretto prevede passeggiate, stretching, nuoto o bicicletta) e seguire una dieta per calare di peso, se necessario soprattutto se l’artrosi colpisce le ginocchia, l’anca o la spina dorsale.

Come capire se è artrite o artrosi

La diagnosi delle malattie reumatologiche va fatta dal medico specialista. Ma ci sono segnali che aiutano a comprendere l’origine infiammatoria o degenerativa dei quadri patologici. Ad esempio, per le persone – si tratta soprattutto di donne – che debbono fare i conti con l’artrite reumatoide, sperimentano nelle prime ore del giorno la sensazione di non riuscire a muovere come si vorrebbe le articolazioni, in particolare quelle più piccole, ad esempio della mano. Il contrario si verifica quando si soffre di artrosi: nella malattia degenerativa, infatti, i dolori in genere si fanno più pesanti da sopportare dopo che si sono fatti degli sforzi durante la giornata

Un’altra importante differenza tra artrosi e artrite è questa: l’artrosi colpisce allo stesso modo maschi e femmine, compare intorno ai 60 anni ed è legata alla presenza di due fattori di rischio: il sovrappeso e l’attività usurante su un’articolazione. Nell’artrite (reumatoide) le donne sono colpite 3-4 volte più degli uomini, esiste la predisposizione familiare, si manifesta più spesso tra i 30 e i 50 anni. Inoltre, anche il dolore assume caratteristiche diverse.  Nell’artrosi il dolore comincia in modo generalizzato, poi si concentra più specificamente su un’area. Nell’artrite (reumatoide) è immediatamente localizzato a specifiche articolazioni ed è subito intenso. Nell’artrosi, oltre alla mano, sono colpite le zone che più sopportano il carico come colonna vertebrale, anca e ginocchio e vengono interessate soprattutto articolazioni grandi. Nell’artrite reumatoide sono colpite più spesso le piccole articolazioni (mani, polsi e caviglie) in entrambi i lati del corpo.  Nell’artrite reumatoide, oltre al dolore, sono presenti spesso i segni dell’infiammazione come arrossamento, gonfiore, disturbo del funzionamento e febbre.

Come si curano artrosi e artrite

Caso per caso, i trattamenti vanno studiati dal medico, dalla fisioterapia fino ai trattamenti fisici e a quelli farmacologici o chirurgici. Il ricorso ai farmaci da banco ad azione antinfiammatoria può aiutare a ridurre i sintomi occasionali ma deve essere sempre il reumatologo a definire l’approccio curativo una volta effettuata la diagnosi.