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Segreti e sintomi della febbre dei tre giorni

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Tempo di lettura: 3 minuti

Tre per due fa sei. Non ci sono dubbi, si sa che la matematica non è una opinione! Ma, a volte, questa semplice moltiplicazione si può trasformare in una realtà scientifica. Perché la febbre dei tre giorni, così chiamata per la durata del brusco ed elevato rialzo febbrile che ne caratterizza l’esordio, seguito da eruzione cutanea, va moltiplicata per due per avere il nome  della patologia a cui è ascrivibile il quadro appena descritto, vale a dire la sesta malattia.

Si tratta di una malattia esantematica – e cioè caratterizzata da una eruzione cutanea – tipica (anche se non esclusiva) dell’infanzia che viene definita “sesta malattia” non certo perché si debba presentare come sesta nella classifica temporale dei classici esantemi infantili. Il suo nome comune – ma è scientificamente identificata come esantema subitum o roseola infantum  –  viene dal fatto che è stata scoperta per ultima rispetto agli altre malattie esantematiche quali la scarlattina (prima malattia), il morbillo (seconda malattia), la rosolia (terza malattia), la scarlettinetta (quarta malattia)  e il megaloeritema infettivo (quinta malattia).

Cosa è la sesta malattia e come si manifesta

Si tratta di una condizione che viene di solito riconosciuta e diagnosticata dal pediatra e che, pure se si tratta di una malattia benigna e di breve durata, spaventa e mette in allerta i genitori, soprattutto per la febbre che può essere anche molto alta e superiore ai 38,5°.

La febbre resta per 2/4 giorni (3 in media da cui appunto il nome “febbre dei tre giorni”) per poi scendere bruscamente. In genere, con la scomparsa della febbre, si presenta una eruzione cutanea puntiforme non pruriginosa che interessa, di solito, dorso e addome e che può estendersi anche al collo e al viso, a volte agli arti.

In genere l’esantema dura circa un paio di giorni per poi scomparire senza particolari conseguenze. La sesta malattia, causata dai virus Herpes 6 e Herpes 7 (scoperto nel 1990), appartenenti alla famiglia degli Herpes (la stessa del ceppo che provoca la classica febbre sul labbro con debolezza e malessere) è presente tutto l’anno ed è molto contagiosa: la trasmissione avviene per via respiratoria tramite l’inalazione di piccole goccioline di saliva che si emettono tossendo, starnutendo o parlando o il contatto diretto con il muco e la saliva della persona infetta.

In genere, la fase di incubazione dura mediamente una decina di giorni (5-15) e la persona colpita è maggiormente in grado di trasmettere la malattia alla comparsa dei sintomi d’esordio e cioè prima dell’esantema. In genere, la contagiosità scema con la comparsa delle macchie. I soggetti più a rischio di contrarre la sesta malattia sono i bambini, in special modo quelli molto piccoli, tra i sei mesi e i due anni. 

Quali altri sintomi oltre alla febbre?

Solitamente, come detto, il sintomo classico del quadro clinico è la febbre, anche molto elevata, accompagnata, a volte, da un rigonfiamento dei linfonodi. Tuttavia, trattandosi di una infezione virale la sua manifestazione non è sempre identica. In alcuni bambini la febbre può anche essere lieve o non esserci affatto cosi come, insieme alla febbre, possono presentarsi altri sintomi, in genere lievi, quali arrossamento della gola, un po’ di raffreddore, e più spesso qualche scarica di diarrea. In certi casi, poi, compare una congiuntivite, con occhi rossi e prurito oculare. A sgomberare il campo rispetto alla natura dei disturbi che potrebbero far pensare a una infreddatura, a una gastroenterite o a una allergia, ovviamente è la comparsa delle macchie cutanee tipiche dell’esantema.

Prevenzione e cura

Non esiste una forma di prevenzione specifica per la sesta malattia. Sicuramente vale per questa patologia, come per molte altre di tipo virale, il rispetto delle normali norme igieniche. Fondamentale è lavare le mani e la bocca del bambino e cercare di evitare la condivisione delle stoviglie.

Tuttavia, non a caso sono gli asili i luoghi dove molto spesso avviene il contagio poiché i bambini anche molto piccoli condividono con più facilita i giochi. In questo momento, certamente l’uso delle mascherine – per i bimbi più grandi ma anche per gli adulti che possono essere portatori asintomatici del virus – può aiutare a limitare le potenzialità di ammalarsi.

Tuttavia, se prevenire è difficile bisogna pure considerare che la sesta malattia è una condizione patologica benigna che tende a guarire spontaneamente. Per questa ragione la cura è solo di tipo sintomatico grazie al ricorso ai farmaci di automedicazione ad azione antipiretica e antinfiammatoria, utili strumenti terapeutici per gestire i fastidi e soprattutto controllare la febbre, dando sollievo al bimbo. In genere, entro una settimana dall’esordio a il quadro clinico si risolve senza alcuna conseguenza.